La Polonia non vuole costruire dal basso

Nella gara contro il Messico, ha tentato tantissimi lanci lunghi.

Il dibattito di tattica calcistica più frequente degli ultimi anni, soprattutto in Italia ma non solo in Italia, riguarda l’utilizzo della costruzione del basso. O meglio: l’utilizzo che diventa abuso, anche da parte di squadre che – almeno in teoria – non avrebbero giocatori della qualità necessaria per attuare questo tipo di meccanismo. La tendenza, in ogni caso, è chiara: nonostante ci siano dei detrattori, la stragrande maggioranza degli allenatori vuole iniziare l’azione dalla difesa, anche perché i vantaggi a lungo termine sono statisticamente provati. Questo, però, non vuol dire che non esistano dei tecnici dissidenti, degli allenatori tradizionalisti che amano un gioco più diretto, più immediato. A questo gruppo appartiene sicuramente Czesław Michniewicz, 52enne polacco che dopo una lunga carriera in patria è stato scelto per succedere a Paulo Sousa sulla panchina della Nazionale. E che sta guidando Lewandowski, Zielinski e tutti i migliori calciatori polacchi – moltissimi arrivano dalla Serie A, per altro – ai Mondiali in Qatar.

Perché siamo così sicuri che Michniewicz non sia un grande amante della costruzione dal basso? Perché abbiamo visto la sua Polonia giocare contro il Messico, ecco perché. E la sua Polonia è sembrata una squadra davvero di altri tempi, nel senso che ogni occasione era buona per un bel lancione in avanti di quelli lunghi, alti, forti, tipici di un calcio che credevamo estinto e che invece è vivo e lotta insieme a noi. Un po’ di numeri, giusto per gradire: nel corso della gara contro Lozano e compagni, la Polonia ha messo insieme addirittura 71 lanci lunghi, soprattutto dalla difesa verso l’attacco – quindi a cercare le sponde, gli stop, la testa di Robert Lewandowski. Per certificare ulteriormente questo rigetto nei confronti della costruzione dal basso, basta andare a sviscerare le statistiche personali: ebbene, il portiere Szczesny ha messo insieme addirittura 33 lanci lunghi, e più della metà (17) sono andati pure a buon fine. Se siete di quelli che non credono ai numeri, che hanno bisogno di vedere le cose per crederci, ecco qui un’emozionante compilation di tutti i lanci lunghi tentati dall’estremo difensore della Juventus e dai suoi compagni di Nazionale.

Ecco tutti i lanci lunghi della Polonia

In realtà va detto che questa strategia non ha funzionato proprio benissimo: la Polonia ha chiuso la partita con soli sei tiri tentati, compreso il rigore fallito da Lewandowski – o per meglio dire: parato da Ochoa. Il Messico non è che abbia fatto molto meglio: 11 conclusioni tentate, di cui 4 finite nello specchio della porta di Szczesny. Niente di trascendentale, insomma. E allora la partita è finita – inevitabilmente, o quasi – con il punteggio di 0-0, un risultato che lascia tutto aperto: sia la Polonia che il Messico, infatti, possono ancora qualificarsi, ma dovranno fare risultato contro Argentina e Arabia Saudita. Per la Nazionale di Lewandowski e Michniewicz, è evidente, molto dipenderà dalla precisione di Szczesny. E non nel parare: nel lanciare il pallone più avanti che può.