Ci siamo: tra poche ore, Argentina e Francia giocheranno la finale del Mondiale in Qatar. A livello narrativo, pensandoci bene, era difficile immaginare una finale più bella, più ricca di contrapposizioni interessanti: la Nazionale che rappresenta il movimento calcistico più rigoglioso degli ultimi venti o trent’anni contro una squadra costruita intorno a un grande campione generazionale; Mbappé contro Messi e quindi passato/presente contro presente/futuro, ovviamente ne parleremo nella nostra rassegna; Europa contro Sudamerica. Ce ne sarebbero ancora altri, ma li omettiamo per ovvi motivi di spazio e anche di noia. Appuntamento alle ore 16 italiane. Si gioca al Lusail Stadium, che ha già ospitato l’Argentina per il quarto di finale contro l’Olanda e per la semifinale contro la Croazia, oltre che per le prime due partite della fase a gironi; per la Francia, invece, si tratterà dell’esordio nello stadio più grande del Mondiale.
Ovviamente la finale fagociterà l’interesse di tutti gli appassionati di sport del mondo. Anche perché in fondo siamo pure alla fine dell’ultimo weekend prima delle feste di Natale, e allora non può esserci tutto questo sport. Ma qualcosina c’è: l’ultimo giorno di altri Campionati Mondiali, quelli di nuoto in vasca corta; lo sci e tutti gli altri sport invernali, ovviamente; qualche partita NBA. Nella nostra rassegna, però, parliamo solo di ciò che è successo e di ciò che sta per succedere in Qatar: di Griezmann, come avrete colto dalla foto in apertura; di Messi e Mbappé, i protagonisti più attesi nella gara di oggi; della Francia in quanto Paese calcistico, ma solo a modo suo; di ciò che resta di questa edizione dei Mondiali, così controversa, così godibile, in campo e fuori. Non ci resta che augurarvi buona domenica, buona lettura, buona finale.
Griezmann, la explosión del futbolista total – El País
«In Qatar, Deschamps ha messo Griezmann al centro della sua squadra, del suo progetto. E Grizou l’ha ricambiato mostrando una versione strepitosa di sé: ora è un calciatore totale, che sa fare tutto, a cui manca solo il gol».
Secondo Rory Smith, questo Mondiale così anonimo non ha perso la sua anima storica: più che la location e la politica, sono le persone a determinarlo.
Lionel Messi is not becoming Diego Maradona – he is becoming himself – The Guardian
Un reportage dall’Argentina sulle percezioni giornalistiche e popolari rispetto alla figura di Lionel Messi, agli ingombranti paragoni con Maradona.
Una riflessione sulla legacy di Mbappé, sulle sue prospettive, su quanto un secondo Mondiale vinto a 23 anni, un secondo Mondiale vinto da protagonista, potrebbe proiettarlo già da ora nel gotha dei più grandi di sempre.
La posesión no está de moda – El País
Un’analisi statistica ma anche storica: secondo i dati rilevati al Mondiale, il possesso palla è una moda superata dal tempo, anzi è risultato addirittura deleterio per le squadre che l’hanno praticato in Qatar, ovviamente per quelle che l’hanno praticato in maniera intensiva. È davvero finita l’era del gioco di possesso?