L’allenatore del Reims, in Ligue 1, ha trent’anni e ha iniziato giocando a Football Manager

Si chiama Will Still, è belga (ma di origini inglesi) e la sua storia è davvero incredibile.

In un’intervista che trovate sull’ultimo numero di Undici, uscito in edicola pochi giorni fa, il creatore e attuale direttore di Football Manager – che si chiama Miles Jacobson, per chi non lo sapesse – ha detto che il suo obiettivo è «offrire a tutti una via di fuga dalla loro vita, la possibilità di crearsi una realtà diversa in cui sentirsi allenatori». In effetti chi ha comprato e/o compra ancora Football Manager sa che è davvero così, sa che si tratta di un gioco che garantisce un’esperienza di grande realismo, considerando l’incredibile profondità del database, la longevità praticamente infinita delle partite, l’accuratezza della parte tattica. Nella stessa intervista, Miles Jacobson ha anche aggiunto che «diversi professionisti del calcio contemporaneo, coach, analisti, osservatori, tecnici, hanno iniziato il loro percorso di studio e formazione giocando a Championship Manager (il vecchio nome della serie, ndr) o a Football Manager». Certo, si tratta di casi molto rari, considerando il grande successo di FM. Ma ora abbiamo una testimonianza in più: l’attuale allenatore dello Stade Reims, William Still, ha infatti deciso di iniziare ad allenare proprio per via della passione per Football Manager. L’ha detto proprio lui in un’intervista rilasciata qualche mese fa a Sportbibile: «FM mi ha fatto capire che la mia volontà era quella di creare una squadra, di parlare con i giocatori. Volevo avere quel tipo di relazione. Ero un calciatore, ma giocare a FM mi ha permesso di avere un’idea di come fosse gestire una squadra».

Ma andiamo con ordine, perché la storia di Will Still è eccezionale da tanti punti di vista. Intanto si tratta di un allenatore di appena trent’anni, visto che è nato il 14 ottobre 1992. I suoi genitori si sono trasferiti dall’Inghilterra al Belgio prima che Will nascesse, poi ha iniziato a giocare a calcio. La conoscenza di Football Manager, come detto, gli ha fatto scoprire che la sua vera vocazione era di stare in panchina, non in campo, e così si è iscritto a un corso di laurea legato al calcio del Myerscough College, nel Lancashire. Il suo primo incarico, uno stage nell’ambito del suo percorso di studi, è stato quello di assistente tecnico nello staff del Preston North End, però nella squadra Under 14. In seguito, tornato in Belgio, si è proposto come analista video a titolo gratuito al Sint-Truiden, l’allenatore Ferrero ha apprezzato il suo lavoro e l’ha portato con sé nella sua esperienza successiva, allo Standard Liegi. Nonostante l’esonero di Ferrero e l’addio di tutto il suo staff, Still ha continuato a insistere: approdato al Lierse, ha affiancato il lavoro di analista a quello di assistente tecnico, continuando a studiare per conseguire i patentini necessari a diventare un allenatore

Proprio un disguido relativo ai patentini non gli ha permesso di portare avanti il suo primo incarico da allenatore in prima, proprio al Lierse: nel 2017, dopo un periodo come traghettatore, è stato costretto a lasciare la panchina della prima squadra dopo aver conquistato 21 punti in nove gare di campionato. Dopo un altro periodo come assistente al Lierse, si è trasferito al Beerschot: in tre stagioni, ha supportato il tecnico Losada nell’annata della promozione in Jupiler Pro League, ha ereditato la sua panchina e ha condotto la squadra al nono posto finale in classifica. A questo punto, Still è stato considerato – giustamente – un enfant prodige della panchina, anche oltre i confini del Belgio: tra le tante offerte ricevute ha accettato quella dello Stade Reims, come assistente del tecnico Óscar García, ma il fatto che dovesse continuare a studiare in patria – la sua licenza da allenatore era omologata per il Belgio –  lo ha convinto ad accettare una nuova offerta dello Standard Liegi, sempre come assistente. Siamo ormai ai giorni nostri, a pochi mesi fa: in state Still è tornato allo Stade Reims nello staff di García, che però ha lasciato l’incarico a ottobre per via di vari problemi – il rendimento non proprio brillante della squadra, ma anche un grave problema familiare. Al suo posto, la società ha deciso di promuovere proprio Still, che così è diventato il manager più giovane nella storia della Ligue 1.

Il suo incarico è ancora formalmente a interim, e basterebbe solo questo a rendere straordinaria questa storia. Se non fosse che Still sta facendo davvero benissimo: da quando si è insediato sulla panchina del Reims, sono arrivate tre vittorie e quattro pareggi in sette gare di Ligue 1, con otto gol fatti e solamente quattro subiti. Con questi risultati, lo Stade è risalito fino al decimo posto in classifica, otto punti più su rispetto alla zona retrocessione, mostrando per altro un calcio decisamente più offensivo e godibile rispetto alla prima fase del campionato. Questo cambiamento ha giovato molto ai talenti d’attacco, tra cui l’ex Genk – Still in squadra ha a disposizione tre giocatori belgi e un altro paio di elementi provenienti dalla Jupiler Pro League, giusto per non tagliare i ponti col passato – Junya Ito e soprattutto Folarin Balogun, 21enne centravanti preso in prestito dall’Arsenal e autore di dieci gol in campionato. Ma la vera stella è lui, Will Still, al punto che il Guardian gli ha dedicato un articolo-ritratto ricco di elogi, forse anche perché in fondo è inglese e potrebbe diventare un grande manager, una combinazione che manca da anni nel Regno Unito.