A poco a poco, Willy Gnonto si è preso il Leeds United

E ora è arrivato anche il primo gol in Premier League.

Il Leeds United non sta vivendo una stagione esaltante: dopo i due successi nelle prime tre gare di Premier League, contro Wolves e Chelsea, la squadra guidata da Jesse Marsch è riuscita a mettere insieme solo altre due vittorie, contro Liverpool – sembra quasi che i Peacocks siano specializzati nelle sfide ad alto tasso di difficoltà – e Bournemouth. Nelle ultime due partite, almeno, sono arrivati due pareggi piuttosto soddisfacenti: 0-0 in casa del Newcastle e poi 2-2 a Elland Road contro il West Ham, una diretta concorrente per la salvezza a fine anno. Una delle poche note liete in questo periodo così contraddittorio è la crescita evidente di Wilfried Gnonto, attaccante italiano classe 2003 – ha compiuto 19 anni lo scorso 5 novembre – che tutti, praticamente, ricordano per l’esordio molto promettente con la Nazionale di Mancini: il 4 giugno, a 18 anni e sette mesi, è subentrato nella gara di Nations League contro la Germania, e pochi istanti dopo il suo ingresso ha anche servito un assist decisivo a Lorenzo Pellegrini; pochi giorni dopo, sempre contro la Germania, ha segnato il suo primo gol con gli Azzurri, aggiornando un primato di precocità che resisteva da quasi 65 anni, dai tempi di Bruno Nicolè.

Da allora sono cambiate molte cose: come detto, Gnonto si è trasferito in Inghilterra dallo Zurigo – la squadra che aveva scelto per lanciarsi nel calcio professionistico dopo il percorso formativo nel vivaio dell’Inter – e inizialmente non sembrava una grande mossa, visto che fino a tutto il mese di ottobre l’attaccante italiano ha fatto la spola tra la squadra senior e quella Under 23, impegnata nella Premier League 2, il campionato giovanile più importante del Regno Unito. Col tempo, però, Gnonto è riuscito a convincere Marsch, si è ritagliato uno spazio sempre più importante e ora sta mostrando di avere qualità di buon livello anche in un contesto iper-competitivo come la Premier League. Lo dicono i numeri: nelle ultime quattro gare di campionato, il manager americano dello United lo ha schierato sempre da titolare; prima ancora era arrivato il primo assist della sua avventura inglese, tra l’altro a cinque minuti dalla fine dello scontro diretto contro il Bournemouth, quando ha servito a Crysencio Summerville il pallone del 4-3. E poi, giusto per completare il cerchio, è arrivato anche il primo gol. Contro il West Ham, al termine di un’azione iniziata e finalizzata con un’evidente qualità:

Tutto in pochi istanti

In questa sequenza, Gnonto mostra tutte le sue doti migliori: la capacità di muoversi in maniera veloce e imprevedibile, di sgusciare letteralmente dentro e dietro le linee avversarie; una buonissima capacità nel controllare e condurre il pallone nonostante le sue gambe si muovano sempre con grande rapidità; una certa immediatezza nell’esecuzione della giocata finale, nella fattispecie un tiro di sinistro scoccato un attimo dopo – ma veramente un attimo – che il pallone ha toccato il suo piede destro, un impatto gestito con grande padronanza, ma sempre senza che l’azione perdesse di velocità. Fabianski, non a caso viene da dire, non riesce nemmeno ad abbozzare un intervento: viene letteralmente fulminato dalla conclusione di Gnonto, da un pallone troppo veloce perché possa essere anche solo deviato, pure se in realtà la traiettoria non è così angolata.

Nelle ultime settimane, Marsch ha usato parole davvero impegnative per Gnonto: qualche giorno fa ha detto che «al Leeds siamo molto contenti di lui, gioca in modo coraggioso e con grande fiducia»; durante la pausa per i Mondiali, aveva preannunciato che «Willy, al rientro, potrebbe avere un ruolo da protagonista, visto che sta lavorando bene e si è messo sulla strada giusta». Insomma, anche il nuovo allenatore di Gnonto, dopo Roberto Mancini, si è accorto di avere a che fare con un giocatore dalle doti importanti, che può essere utile fin da subito e che quindi ha grandissime prospettive di crescita, di sviluppo. In questo senso, le dieci reti messe a segno nella sua prima stagione da professionista, anche se in una squadra dalle ambizioni non proprio altissime come lo Zurigo, erano state profetiche.

E la notizia è proprio questa: per qualche mese, Willi Gnonto aveva dato la sensazione di poter essere considerato una specie di incompiuto precocissimo, uno di quei talenti che si accendono da teenager ma poi si eclissano subito dopo, quando arriva il momento di confermarsi ad alti livelli dopo la prima rivelazione. E invece il Leeds United ha voluto aspettarlo, ha saputo coltivare il suo investimento, gli ha dato la possibilità di ambientarsi dopo un acquisto molto tardivo – prima di trasferirsi in Inghilterra alla chiusura del mercato aveva già giocato 12 gare ufficiali con lo Zurigo – e ora gli sta dando una certa fiducia. Ovvero, quello che ci vuole per poter dimostrare il proprio vero valore. Quello che gli occorrerebbe anche in Nazionale, e in fondo Mancini ha già iniziato a farlo. Per il suo bene, e forse per il bene anche dell’Italia calcistica, forse sarebbe bene continuare a insistere: le promesse e le premesse sono davvero interessanti, soprattutto ora che Gnonto, a poco a poco, si è preso il Leeds United e si sta affacciando in maniera convincente sulla Premier League.