Highlights — Patrick Ciurria, un lampo di qualità

Il primo gol del Monza contro l'Inter, arrivato dopo una bellissima combinazione con Pessina, è il nostro momento preferito della 17esima giornata di Serie A.

Chi ha seguito con attenzione Monza-Inter 2-2 deve aver apprezzato il coraggio della squadra di Palladino: pur nell’ambito di una partita in cui erano nettamente sfavoriti, perché inferiori dal punto di vista fisico e anche tecnico, i giocatori del Monza non hanno mai rinunciato a proporre azioni ricercate, sofisticate, mai casuali, mai improvvisate. Certo, serve una certa dose di qualità per capitalizzare questo approccio, per trasformarlo in gol, in punti. Ed è esattamente quello che è successo pochi istanti dopo il gol del vantaggio dell’Inter segnato da Darmian, quando il Monza ha ricominciato subito a tessere la sua tela e ha fatto penetrare il pallone nell’area di rigore avversaria con una manovra suadente, ben costruita, rifinita e finalizzata alla grande. Per merito di Matteo Pessina e Patrick Ciurria.

Pessina si sovrappone internamente al laterale a tutta fascia, detta il passaggio, controlla il pallone e non ha alcuna paura nel fronteggiare uno, due, tre difensori dell’Inter; il capitano del Monza non perde mai il controllo del pallone, lo tiene sempre attaccato al piede, lo sposta con molti tocchi ma non temporeggia: aspetta, che è un’altra cosa. Si tratta di una differenza importante, perché Pessina sembra non avere spazio e invece lo spazio lo crea proprio con questa attesa, con questa pausa. Ed è a questo punto che entra in scena Patrick Ciurria, un 27enne che in teoria sarebbe un attaccante ma in realtà può e sa fare tutto, il centrocampista, il trequartista, l’esterno a tutta fascia, un giocatore che ha vissuto la sua intera carriera nelle divisioni inferiori ed è arrivato da pochissimo in Serie A, solo che la sua duttilità lo ha reso praticamente insostituibile, Palladino non rinuncia mai a lui. E fa bene, perché l’intuitività e il lampo di qualità con cui Ciurria capitalizza l’azione di Pessina sono davvero accecanti.

Succede tutto in pochissimi istanti: con la sua conduzione nello stretto, Pessina attrae tre difensori su di sé, poi imbuca il pallone con un tocco rapidissimo in mezzo a Dimarco e Bastoni, proprio mentre Ciurria è sfilato alle spalle di Mkhitaryan. A fare la differenza è il primo controllo di Ciurria, che è una specie di auto-assist per la conclusione: il pallone viene stoppato ma anche posizionato in modo perfetto per la conclusione immediata, la sfera si distanzia dal piede di Ciurria ma solo di quel tanto che basta per permettere al calciatore del Monza di coordinarsi, di caricare il tiro di sinistro. È tutto troppo veloce, Acerbi prova a uscire ma è già troppo tardi, il pallone passa e allora dipende tutto dalla traiettoria del tiro. Che, purtroppo per l’Inter, è direttamente proporzionale alla qualità dell’intera azione: la palla gira verso il secondo palo, allarga e poi restringe la sua parabola al momento giusto, Onana si tuffa ma non può mai arrivarci, e infatti la sfera tocca la rete nel lato corto della porta, qualche centimetro al di qua del palo.

Tutta l’azione del Monza

Non sappiamo – e quindi non possiamo dire – con precisione se il pareggio finale del Monza sia da considerare un risultato meritato, alla luce della partita disputata dalla squadra di Palladino, dalla prestazione di quella di Inzaghi. Quello che sappiamo, però, è che il Monza ha cercato sempre di costruire azioni come questa che vedete sopra e di cui abbiamo parlato finora, ha costantemente stimolato i suoi uomini di talento – Pessina e Ciurria, ma anche Dany Mota, Machín, Carlos Augusto – a tentare giocate ambiziose, complesse, belle a vedersi. A volte funziona, come nel caso della combinazione tra Pessina e Ciurria, e allora non si può far altro che apprezzare, che applaudire: se il Monza sta vivendo una stagione piuttosto tranquilla, se la squadra di Palladino dovesse continuare così e raggiungere la salvezza, il merito sarebbe tutto da attribuire a questo tipo di approccio. A una qualità di fondo che è mezzo e fine, allo stesso tempo.