Guarda Mourinho che dice belle cose di Arteta e del suo Arsenal, nel 2020

«Mikel è molto bravo, se gli daranno fiducia l'Arsenal tornerà a essere l'Arsenal».

Nell’ultima gara di campionato, l’Arsenal ha battuto il Tottenham per 2-0. È stata una vittoria dal peso specifico enorme: i Gunners non hanno solo superato – pure con una certa autorità – i loro storici rivali nel North London Derby, ma hanno anche allargato il vantaggio in classifica sul Manchester City. Ora la squadra di Arteta ha otto punti di vantaggio su quella di Guardiola, un margine non definitivo – in fondo mancano ancora venti partite alla fine della Premier – ma sicuramente importante, a questo punto della stagione. E poi c’è da registrare l’effetto-sorpresa: da anni l’Arsenal stava cercando di risorgere dalle sue ceneri, l’ultima parte dell’era-Wenger e poi la parentesi di Unai Emery avevano in qualche modo cambiato lo status dei Gunners, che sembravano quasi condannati alla mediocrità, al caos, a un ruolo subalterno nel club esclusivo delle Big Six inglesi. Anche l’arrivo di Arteta, proprio in sostituzione di Emery, non aveva portato subito gli effetti sperati, e quindi questo primato in classifica così netto, così meritato, non se l’aspettava quasi nessuno. Tra quelli che l’avevano in qualche modo già visto nel futuro, però, c’era e c’è José Mourinho.

Tutto risale a un altro North London Derby, quello giocato a White Hart Lane nel dicembre 2020: a vincere fu il Tottenham guidato da Mourinho, il risultato finale (2-0 per gli Spurs) fu fissato dai gol di Son Heung-min e Harry Kane. A causa di quella sconfitta, culmine di un periodo a dir poco negativo, l’Arsenal si ritrovò al 15esimo posto in classifica. Eppure Mourinho, nelle interviste del postgara, fu prodigo di complimenti per i Gunners e per il loro allenatore: «Sono una squadra tatticamente valida, ci hanno messo in difficoltà: difendono a cinque, costruiscono a quattro, nella ripresa hanno saputo costruire molti triangoli di gioco e ci hanno posto dei problemi difficili da risolvere. Noi abbiamo meritato la vittoria perché abbiamo giocatori meravigliosi e siamo in un buon momento, ma l’Arsenal ha giocato davvero una buona partita».

Come detto, anche Arteta fece una buona impressione al manager portoghese: «È un buon allenatore e ha plasmato un’ottima squadra. Ora sono un po’ attardati in classifica, ma è evidente che ha grande fiducia nei giovani, che sa guidarli al meglio. Ora non è facile pensarlo o dirlo, ma sono certo che il suo è un progetto importante. Spero che abbia tempo di portarlo avanti, si merita quest’opportunità. Sono sicuro che, con un po’ di pazienza, Arteta porterà di nuovo l’Arsenal a essere l’Arsenal». Insomma, un’investitura in piena regola. Sopra, l’avrete notata, c’è anche la testimonianza video di quell’intervista, in cui si vede Mourinho parlare davanti ai microfoni con la solita espressione sicura. In realtà anche per lui si trattò di un ravvedimento: quando Arteta fu scelto come successore di Emery, infatti, il tecnico portoghese commentò con delle parole piuttosto sarcastiche la sua assunzione. Allora Mou era già manager del Tottenham, mentre Arteta era stato solo l’assistente di Guardiola, e non a caso il portoghese disse che «non vedo motivi per cui un club debba prendere certe decisioni: una volta gli allenatori venivano scelti per il numero di vittorie ottenute in carriera, chi ne aveva di più veniva assunto. Oggi invece si contano le sconfitte, ed evidentemente si preferisce chi ne ha zero». In questo modo, Mourinho aveva criticato il fatto che i Gunners avessero preso un manager senza esperienza. Pochi mesi dopo sarebbe arrivato lo scontro diretto che ha cambiato la sua opinione. Due anni dopo, o poco più, la seconda profezia – quella positiva, per l’Arsenal e per Arteta – è diventata realtà.