Highlights — Arkadiusz Milik ha il mirino incorporato

Il gol del centravanti bianconero contro l'Atalanta è il nostro momento preferito della giornata numero 19 in Serie A.

A Torino è una di quelle serate elettriche. Non una qualsiasi, verrebbe da dire: sulla testa dei giocatori bianconeri pesa tantissimo il -15 in classifica che la Corte Federale ha disposto nelle ore precedenti. Come in un gioco dell’oca, la Juventus ha fatto parecchie caselle all’indietro, con la zona Champions, vitale per gli obiettivi sportivi ed economici del club, sempre più lontana. Non bastasse, contro c’è l’Atalanta, una di quelle squadre capaci di imbrigliare il piano tattico di qualsiasi avversario, in netta ripresa da inizio anno. Pronti via, Lookman buca Szczesny. Allegri, a fine partita, suggerirà che l’errore del portiere polacco, in qualche modo, sia stato figlio del trambusto degli ultimi giorni.

Nella bellezza della partita, oltre agli stravolgimenti costanti di punteggio, con un 3-3 in buona parte giusto, rientra ovviamente lo spirito con cui la Juventus affronta la partita. Il modo in cui ci rimane aggrappata è da un lato il segnale che Allegri si aspettava, dall’altro la miccia che fa esplodere definitivamente il tutto. La rimonta bianconera, nel primo tempo, ha il trademark di Angel Di Maria. Il suo è un controllo tecnico ed emotivo di quello che succede in campo, con il calcio di rigore dell’1-1 che è semplicemente un dettaglio. Il peso dell’argentino – che poco più di un mese fa era stato davvero il MVP dei primi quarantacinque minuti della finale mondiale – si estende a tutto, azione del 2-1 compresa.

La rete di Milik nasce con una manovra sulla fascia destra, con Di Maria che fa scivolare il pallone di tacco in direzione di Fagioli. Il giovane bianconero mette un cross interessante nel mezzo, con forza e direzione giuste, un cross goloso per l’istinto predatorio di Milik, che taglia l’area di rigore per andarci incontro e, di prima intenzione, buca con un gran destro Musso.

Per apprezzare il gesto tecnico dell’attaccante juventino, il replay alle spalle della porta è quello più indicato. Milik colpisce il pallone di controbalzo, come fosse un tennista che deve mettere la racchetta per terra, in demi-volée, per non farsi superare. Milik utilizza il suo piede destro come una leva, su cui far rimbalzare il pallone e indirizzarlo verso l’angolo giusto: solo che il tutto avviene a velocità altissime, con il giocatore in movimento che necessariamente deve coordinarsi e impattare il pallone nello spazio di pochissimi centesimi di secondo.

Nel gol di Milik c’è molto, se non tutto, di quello che si chiede a un centravanti: la capacità di muoversi dentro l’area di rigore avversaria, il senso dell’anticipo, la qualità tecnica, la finalizzazione. Il tutto, con il polacco, è davvero esaltato alla massima potenza: è come se Milik avesse un mirino incorporato, un telecomando in grado di indirizzare il pallone a piacimento, anche con una soluzione tecnica tutt’altro che banale e semplice.