Il Palmeiras è la grande officina del talento brasiliano

Endrick è l'ultimo crack emerso nella squadra di San Paolo, che nella progettualità del vivaio ha trovato un modello vincente sotto tutti gli aspetti.

Lo scorso 15 dicembre, dopo una trattativa con il Palmeiras durata qualche settimana, il Real Madrid ha annunciato l’acquisto del sedicenne Endrick, che però sarà parcheggiato in Brasile fino all’estate del 2024. Un’operazione nel pieno ossequio della nuova policy di mercato dei Blancos, che prevede di intercettare i futuri crack del calcio mondiale quando sono ancora minorenni per anticipare sostanzialmente la concorrenza del PSG e della Premier League, sulla falsariga di quelle che negli anni passati hanno portato al Bernabeu talenti come Rodrygo e Vinicius Jr, costata oltre 70 milioni di euro, bonus compresi. Endrick, considerato da molti addetti ai lavori come il wonderkid del 2006 più promettente al mondo, non è però l’unico giovanissimo del Verdão sulla quale le Merengues – e non solo loro – hanno messo gli occhi. Sui taccuini degli scout di mezza Europa ci sono già i nomi di Luis Guilherme Lira dos Santos (altro 2006), protagonista sotto età del Sudamericano U-20 che si sta giocando in Colombia nonostante sia tra i più giovani del torneo, e di Estêvão Willian Almeida de Oliveira Gonçalves, un esterno tutto ginga e fantasia nato nel 2007, prelevato nel 2021 dal Cruzeiro e considerato abbastanza unanimemente il prossimo craque del futebol brasiliano.

Tutto ciò non è un caso. Quello del Palmeiras è attualmente il settore giovanile più florido del Brasile, e forse di tutto il Sudamerica, alla pari forse dell’Independiente del Valle in Ecuador. Negli ultimi anni, infatti, l’Academia del Verdão ha sfornato diamanti grezzi in serie, rappresentando uno dei serbatoi d’elezione per tutte le selezioni verdeoro. Nel 2018, ad esempio, il Palmeiras ha “prestato” alle nazionali brasiliane qualcosa come 31 giocatori, ovviamente un record per un club verdeoro. A testimoniare la bontà del lavoro del club paulista, poi, sono arrivati anche i risultati del campo. Oltre ad essere uno dei team più vincenti dell’ultimo periodo in Sudamerica a livello di prima squadra – con 2 Copa Libertadores, 1 Recopa, 2 campionati brasiliani, 2 tornei paulisti e 1 Coppa del Brasile conquistati negli ultimi 5 anni – il Palmeiras è una locomotiva anche a livello giovanile, tanto da meritarsi l’appellativo di Maquina Verde.

Per intenderci, nell’anno appena trascorso, i ragazzi del Palmeiras hanno conquistato il Brasileirão nelle categorie U20, U17, U15 e U13. La U17 ha addirittura fatto tripletta, conquistando anche la Copa do Brasil (vinta anche dalla U20) e il Paulistão di categoria, mentre la U14 si è presa la corona continentale, superando in finale di Libertadores i pari età paraguagi dell’Olimpia di Asunción. A giugno, inoltre, il club paulista ha festeggiato un traguardo storico, raggiungendo quota 150 trofei giovanili messi in bacheca. Il 2022 è stata la ciliegina su una torta costruita negli ultimi 5 anni: tra il 2017 e il 2021, per dire, il Palmeiras ha portato a casa 92 titoli juniores distribuiti tra tutte le categorie, dall’U20  fino alla U10. Anche il 2023 è cominciato all’insegna dei trionfi per la base palmeirista: pochi giorni fa, battendo nella finalissima i belohorizontini dell’America Mineiro, la selezione U20 del Periquito Verde ha sollevato la Copinha, il più prestigioso trofeo del calcio giovanile verdeoro, bissando il successo dell’anno scorso, quando Endrick era stato eletto miglior giocatore del torneo.

Un saggio delle qualità di Endrick

Il segreto, come sempre, risiede nel lavoro e nelle idee. Il Palmeiras sta raccogliendo adesso i frutti di un lavoro di organizzazione e programmazione, crescita e sviluppo, iniziato diversi anni fa e sul quale il club ha investito parecchio. Anche in termini economici: dal 2016 al 2022, secondo uno studio condotto da Itaú BBA, una nota banca brasiliana, il Verdão ha speso per il settore giovanile una cifra vicina ai 120 milioni di reais, l’equivalente di circa 21 milioni di euro. «Questi sono i risultati della professionalizzazione portata avanti nelle ultime amministrazioni. Il settore giovanile è uno dei reparti sul quale abbiamo lavorato di più. Il nostro club non era un riferimento nella formazione di giovani atleti, mentre oggi siamo una delle eccellenze in Brasile», ha dichiarato, senza nascondere una punta d’orgoglio, João Paulo Sampaio, il responsabile tecnico del settore giovanile palmeirista, a Gazeta Esportiva. «In primo luogo, abbiamo consolidato il lavoro e siamo diventati un riferimento per il calcio giovanile. Poi ci siamo dedicati alla prima squadra, cercando di renderla sempre più competitiva», ha aggiunto. «Oggi, rispetto al passato, i giovani che vengono formati dal nostro vivaio sono più pronti a fare il salto nel calcio dei grandi», ha spiegato. L’importanza del nuovo approccio è stata sottolineata anche da Marcelo Dedeschi, il direttore del settore giovanile del club, in un’intervista al portale UOL: «Abbiamo cambiato tutto: la filosofia, il personale tecnico e la metodologia».

Uno dei principali artefice dei successi del Palmeiras è senza dubbio João Paulo Sampaio. Approdato al Verdão nel 2015, l’attuale responsabile tecnico delle giovanili ha continuato il programma di rafforzamento della categorie di base avviato insieme al collega Alexandre Mattos. «È stato un processo. Abbiamo cominciato nel 2015, dando le priorità alle categorie U15 e U17», ha raccontato Mattos, oggi all’Atletico Paranaense, non a caso una fucina di talenti in forte espansione, da dove proviene anche Vitor Roque, l’artilheiro classe 2005 della nazionale brasiliana U20 che ha già  giocato da titolare una finale di Copa Libertadores, finendo per attirare l’interesse del Barcellona. «Per risolvere delle situazioni, o addirittura lasciare un’eredità positiva, ci vogliono molti anni. Ma in Brasile purtroppo funziona così: molto difficilmente un dirigente si lega ad una squadra per tanto tempo», ha concluso, rispondendo ai cronisti che nel 2019 gli chiedevano spiegazioni per lo scarso impiego dei giocatori cresciuti nel vivaio.

Bastava solo avere pazienza. Un anno più tardi il progetto di Sampaio e Mattos, pensato per fare del Palmeiras una centrale del talento e ridurne al contempo la dipendenza dal mercato in entrata, ha iniziato a pagare i suoi dividendi, anche con gli interessi.  Nel 2020, giocatori usciti dal vivaio come Danilo, Patrick, Gabriel Menino e Gabriel Veron, sono stati tra i pilastri della trionfale cavalcata in Libertadores della squadra di Vanderlei Luxemburgo prima e Abel Ferreira poi, culminata con il successo per 1-0 nella finale tutta brasiliana con il Santos. Ma il clou è arrivato due anni più tardi, con il Verdão capace di imporsi in tutti i campionati giovanili targati CBF, una primizia assoluta per il calcio brasiliano. «C’è poco da dire. È stato un anno da record, sotto tutti i punti di vista. Non solo perché abbiamo vinto per la prima volta trofei che non avevamo mai conquistato come Copinha e Brasileirão U17, ma anche perché abbiamo fatto esordire il più giovane giocatore della nostra storia, che poi è diventato anche il più giovane marcatore del Verdão. Parlo naturalmente di Endrick», ha commentato entusiasta Sampaio, interrogato dai cronisti di Portal GE sulla portata eccezionale dell’annata appena conclusa.

Il Palmeiras è uno dei club di maggior successo se si considerano gli ultimi cinque anni, un periodo nel quale ha vinto 2 Copa Libertadores, 1 Recopa, 2 campionati brasiliani, 2 tornei paulisti e 1 Coppa del Brasile (Alexandre Schneider/Getty Images)

Non è un caso che Sampaio abbia diffusamente parlato di Endrick. Il prodigio di Taguatinga incarna esattamente la mission del club, oltre ad essere stato l’uomo-copertina dell’anno super vissuto dalle giovanili palmeiristas, partecipando praticamente a tutti i trionfi del Verdão. Dopo essere stato premiato come miglior giocatore della Copinha 2022, in cui ha realizzato 6 reti in 7 partite, ha vinto la Copa do Brasil U17 e il Brasilerão U20, segnando in tutte e tre le finali disputate. Lo scorso 6 ottobre, poi, l’allenatore Abel Ferreira gli ha regalato l’esordio da professionista nel Brasilerão, mandandolo in campo per una manciata di minuti nel finale della gara vinta per 4-0 con il Coritiba. Tre settimane più tardi ha firmato anche i suoi primi gol da pro, una doppietta all’Atletico Paranaense, diventando il secondo marcatore più giovane di sempre del Brasilerão, preceduto dal solo Toninho de Matos. «Da quando faccio questo mestiere, è la prima volta che penso di poter dire di avere a che fare con un potenziale futuro Pallone d’Oro. Non solo Endrick, ma anche Luis Guilherme e Estevão hanno le qualità per riuscire a vincerlo in futuro», ha assicurato Sampaio.

Oltre ai successi in campo, naturalmente, la linea verde del Palmeiras ha portato anche tanti soldi alle casse della società: oltre al trasferimento record di Endrick, prenotato a suon di milioni dal Real Madrid, nelle ultime sessioni di mercato l’ex Palestra Italia ha incassato oltre 200 milioni di reais, circa 37 milioni di euro, per i cartellini di Danilo (Nottingham Forest), Gabriel Veron (Porto) e Patrick (50%, Botafogo). Un circolo virtuoso, insomma, che il Palmeiras non ha alcuna intenzione di interrompere. Anzi, semmai l’intento è quello di rilanciarlo ancora, come dimostra anche la scelta della società di promuovere in pianta stabile tra i professionisti giocatori come Fabinho, Giovani, Gustavo Garcia, Jhon Jhon, Naves, Vanderlan e ovviamente Endrick. Particolarmente indicative sono le parole dell’allenatore Abel Ferreira, uno che in due anni ha conquistato 7 titoli: «Su internet leggo spesso che dovremmo fare acquisti, ma non ha senso. I nostri ragazzi sono il futuro del club». Quello che si ritrovano tra le mani al Palmeiras, del resto, è un patrimonio umano e sportivo di valore assoluto. Non sfruttarlo sarebbe un delitto. Lo sa bene Paulo Sampaio: «Non è una generazione quella che è venuta fuori. Sarebbe riduttivo pensarlo. Questa è un’eredità per i prossimi dieci anni».