Tra Gattuso e il Valencia è finita molto male

Il tecnico italiano, dopo una sola vittoria nelle ultime dieci partite di campionato, ha lasciato il club, scontento della gestione dirigenziale.

Le strade di Gennaro Gattuso e del Valencia si sono separate pochi giorni fa, alla luce delle difficoltà della squadra. Il club, in questo momento, è quattordicesimo in classifica, con appena venti punti conquistati nelle prime 19 giornate: ha una sola lunghezza di vantaggio sulla zona retrocessione, in una bassa classifica che ha un nutrito gruppo di squadre – dall’undicesimo posto al penultimo posto ci sono appena cinque punti. Tolta la vittoria contro lo Sporting a metà gennaio in Coppa del Re, il Valencia non vince addirittura da prima della pausa per il Mondiale (era il 10 novembre, e aveva battuto per 3-0 il Betis). In generale, nelle sue ultime dieci panchine di campionato, Gattuso ha vinto una sola volta.

Il tecnico italiano ha così presentato le sue dimissioni, sia per la difficoltà nel risollevare la squadra sia perché il club sul mercato è rimasto completamente immobile: Gattuso riteneva che la squadra andasse potenziata, soprattutto a centrocampo, nel reparto numericamente più scarno. La società, di proprietà di Peter Lim, molto inviso ai tifosi per la cattiva gestione sportiva ed economica del club, non ha però dato segnali incoraggianti in questo senso. Del resto, proprio la difficoltà di comunicazione con l’azionista di maggioranza – Gattuso ha detto di averci parlato di persona solo due volte, quando si è recato a Singapore – è stato uno dei motivi che hanno spinto l’italiano a congedarsi dal club.

Gattuso voleva rinforzi importanti – si sono fatti i nomi di Naithan Nández e Saúl Ñíguez – ma il club aveva grosse difficoltà nel rientrare nei parametri finanziari imposti dalla Liga. A quel punto, la dirigenza è andata su profili low-cost, su piani B che però non hanno convinto Gattuso. In una conferenza stampa, l’ex allenatore del Napoli ha detto di aver parlato di «50 o 100 giocatori». Alla fine, il Valencia è rimasta l’unica squadra del campionato, tra le ultime dieci di classifica, a non essersi rinforzata. Per il tecnico italiano, questa mancanza di supporto è stata determinante nel chiudere in anticipo questa esperienza.

Anche gli acquisti estivi non hanno avuto l’impatto sperato. Il colpo più importante è stato Cavani, che dopo essere partito molto bene – quattro gol nelle prime sei di campionato – sta avendo difficoltà a incidere: tolta la doppietta in Coppa contro lo Sporting, da fine ottobre a oggi ha segnato appena un gol, nella sconfitta contro il Villarreal. Dietro l’uruguaiano, i gol stentano ad arrivare. Justin Kluivert, in prestito dalla Roma, ha segnato solo tre reti in campionato, e nell’ultima partita Gattuso lo ha escluso dai titolari. Un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano, Samu Castillejo, è stato impiegato tantissimo, pur fornendo prestazioni altalenanti. Uno dei giocatori più attesi, il centrocampista 21enne Nico González, in prestito dal Barcellona, si è infortunato lasciando Gattuso in piena emergenza.

Al posto dell’italiano, ora, c’è Voro, che come confermato dalla società rimarrà in panchina fino a fine anno. Voro è dal 2008 nello staff della prima squadra del Valencia, e molte volte è stato scelto come tecnico a interim. Questa volta, però, sembra che la scelta fino a fine stagione sia più obbligata, che altro: è difficile trovare un sostituto che accetti di imbarcarsi in un’avventura così complicata. Layhoon Chan, la numero uno del club, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ammesso la difficoltà del club di intervenire in sede di mercato: «Abbiamo considerato vari acquisti, ma visti i nostri limiti con il fair play finanziario, e data l’impossibilità di arrivare a profili che innalzassero il livello della squadra, abbiamo deciso di non tesserare nessun nuovo giocatore. Al tempo stesso confidiamo nella rosa a disposizione, e in quanto società non abbiamo nessuna volontà di cedere il club». Nel primo match con Voro in panchina, il Valencia ha perso per 2-0 contro il Real Madrid.