La punizione con cui Messi ha salvato la panchina di Galtier, al 95esimo minuto di PSG-Lille

Un finale incredibile per una partita a dir poco rocambolesca.

Chi ha deciso di passare il lunch time della domenica per seguire PSG-Lille, al Parco dei Principi o davanti alla tv, non è rimasto deluso: sette gol, di cui almeno tre bellissimi, una rimonta da 2-0 a 2-3 e poi una contro-rimonta fino al 4-3 suggellata solo al quinto minuto di recupero della ripresa. In mezzo e intorno a tutto questo, un bel po’ di scene sfortunate e isteriche e surreali: l’infortunio a Neymar, che con tutta probabilità lo costringerà a saltare il return match di Champions League contro il Bayern Monaco; Luis Campos, direttore sportivo della squadra parigina, che lascia il suo posto in tribuna e va ad affiancarsi a Cristophe Galtier, l’allenatore, per dare indicazioni dirette alla squadra; il Paris che gioca e attacca senza alcun tipo di schema tattico o anche semplicemente logico, con Mbappé e Messi lasciati soli in avanti nella speranza che la palla possa arrivargli, e che possa succedere qualcosa.

Il punto è che Mbappé e Messi bastano, bastano eccome, per cambiare le sorti di una partita in pochi secondi: il primo ha trovato il gol del pareggio al minuto 87′, con una conclusione forte e a fil di palo dall’interno dell’area di rigore. Ma non era sufficiente: il PSG, reduce da tre sconfitte consecutive tra Ligue 1, Coupe de France e Champions League, doveva vincere per scacciare molti tipi di fantasmi, quello di una classifica sempre più corta al vertice della Ligue 1, quello del fallimento del progetto-Galtier, persino quello di Zinédine Zidane, che poche ore prima della partita contro il Lille si era detto disponibile a tornare in panchina anche adesso, anche subito.

È qui, in questo contesto di tensione ai massimi livelli, che si è manifestato Leo Messi. Anzi, se possibile il gol decisivo che ha segnato è arrivato al termine di una sequenza e con una modalità che ha alimentato ancora di più la carica emotiva del momento: siamo al minuto 95′, e l’arbitro fischia un calcio di punizione in posizione centrale, pochi metri al di qua della lunetta dell’area di rigore. Sulla palla ci va Messi, e chi altro sennò? Non c’è nemmeno il solito teatrino con un altro giocatore accanto a lui, magari un destro, per orchestrare una finta che non avrebbe alcun senso: tutti ma davvero tutti i presenti al Parco dei Principi – e anche gli spettatori comodamente seduti davanti alle televisioni di tutto il mondo – sanno chi sarà a calciare quella punizione.

Un’altra cosa che molti credono di sapere, in quei secondi infiniti e carichissimi di attesa, di pura adrenalina, è che Leo Messi tirerà sopra la barriera. Che il numero 30 del PSG proverà a scavalcarla, oppure ad aggirarla, per mettere la palla alla destra del portiere del Lille. In effetti, riguardando bene la posizione del pallone. sarebbe una soluzione anche comoda. Dopo il fischio dell’arbitro, come se tutta la tensione accumulata fino a quel momento non fosse bastata, Messi si prende qualche altro secondo di stasi. Per lui, è evidente, è un modo per trovare ancora più concentrazione. Forse, chissà, è anche una strategia per mettere ulteriore pressione al portiere avversario: dover rispondere a una punizione di Messi al minuto numero 95′ deve essere un incubo per chiunque, figuriamoci per Lucas Chevalier, un ragazzo di 21 anni alla sua prima vera stagione nel calcio che conta. L’incubo si è trasformato in realtà:

La definizione di “giocata-controintuitiva”

Nel calcio, ciò che distingue i fuoriclasse dai non-fuoriclasse è il modo in cui vivono certi momenti. Oppure, diciamola meglio: la naturalezza con cui compiono giocate di grande qualità pure in situazioni one shot, senza via d’uscita. L’esito di certe giocate, infine, segna la differenza definitiva. E ieri Messi ha dimostrato cosa vuol dire essere Messi, per l’ennesima volta: ha deciso di tirare la punizione in modo esattamente inverso a quello che pensavano tutti, ha calciato forte ma basso, alla sinistra della barriera, incrociando la traiettoria più che poteva, così da far rimbalzare il pallone un attimo prima che colpisca il palo interno. Siamo certi che queste erano le sue intenzioni perché è andata esattamente così: la palla si è alzata pochissimo dal terreno di gioco, è rimbalzata sull’erba e poi ha baciato la faccia interna del palo. Un attimo dopo, tutti i giocatori del PSG avevano le braccia al cielo. E il Parco dei Principi era impazzito.

Messi ha esultato forte, ma neanche così tanto. Tutti i compagni, quelli in campo e quelli in panchina con le pettorine e le tute, gli sono saltati addosso per abbracciarlo. Nel video non si vede, ma sul gruppone si è gettato anche Cristophe Galtier, un professionista che in pratica era già stato licenziato e che grazie a quella punizione ha mantenuto il suo posto di lavoro. Anche Luis Campos ha esultato, e nel farlo sembrava che stesse mandando qualcuno a quel paese. Ci sta anche questo, in fondo: anche lui era e resta in discussione, perché il PSG – l’ha dimostrato in Champions contro il Bayern, in realtà lo dimostra da inizio anno – è una squadra ancora disunita, che va in campo e sembra davvero priva di una visione, di un progetto tattico anche solo abbozzato. Però in attacco ci sono Kylian Mbappé e Lionel Messi. In certi casi, può bastare.