Sembrava che gli stadi, dopo il Covid, potessero diventare un feticcio del passato, con spettatori virtuali e tutti i tifosi davanti alla televisione o al computer. Invece no, anzi, è successa la cosa opposta: gli stadi si stanno riempiendo come non succedeva da anni, e questo è quindi un bene, sia per lo spettacolo che per lo sport e le squadre. Gli schermi, nel frattempo, stanno evolvendosi per rendere sempre più simile all’esperienza “dal vivo” anche quella casalinga. Ci stanno riuscendo? Risposta breve: in certi casi, certamente.
Risposta lunga: martedì 21 febbraio siamo stati invitati da Sky per guardare Eintracht-Napoli, l’andata degli ottavi di finale di Champions League, e l’abbiamo fatto in un salotto davanti a una Sky Glass. Era il modello più grande, quello da 65 pollici, ma ci sono anche altre versioni. Il suono colpisce subito: sotto lo schermo c’è una sounbar integrata con sei speaker subwoofer, che spingono l’audio sia verso l’alto che frontalmente, riempiendo la stanza con un effetto Dolby ATMOS a 360 gradi.
L’altro modo di essere “dentro” lo schermo è la visione. Qui ci pensa lo schermo 4K HDR: con la tecnologia Intelligent Zonal è capace di adattare ogni immagine al giusto equilibrio tra luce e contrasto, e poi la nitidezza è pazzesca grazie allo schermo da 8,3 milioni di pixel. L’effetto è straordinario: ce ne siamo accorti quando siamo scattati in piedi, come se fossimo al primo anello, al primo gol di Osimhen, servito perfettamente da Lozano in un contropiede devastante. E dire che eravamo lì in veste di professionisti, che si sarebbero dovuti contenere. Il colore non è né troppo grigino – quell’effetto pre-Muro di Berlino che troppo spesso viene restituito da certi campi di Serie A – né troppo fluo, come certe telecamere che scimmiottano i videogiochi puntando tutto sulla saturazione. Naturale è la parola giusta: non infastidisce, non annoia, non abbaglia. Sembra che non ci sia uno schermo, quindi.
Che a Sky ci sappiano fare con gli schermi è evidente: da qualche tempo tutti gli studi per le dirette – anche quello che abbiamo visitato, per fare una chiacchierata con la nostra firma storica Paolo Condò – sono interamente fatti di ledwall, in modo da potersi trasformare senza mobili e falegnami ma soltanto grazie alle immagini che passano dentro ai pixel. Poi c’è tutta la parte di controllo: ovvero, una home page divisa in sezioni che si compone in modo personalizzato ed è dinamica, nel senso che aggiorna tutte le playlist in base ai gusti di chi interagisce con il sistema. Un’altra funzione innovativa è l’utilizzo della voce: come si fa sempre più spesso in casa, Sky Glass si può controllare senza usare le mani. Basta dire “Ciao Sky”, e lei/lui si accende, pronta ad ascoltare. «Metti la Champions», abbiamo detto ieri. Ed ecco la Champions. Se perdi il telecomando, è capace di ritrovarlo facendolo suonare a distanza, tipo antifurto (ma molto meno rumoroso).
Infine, una nota più tecnica e funzionale: grazie al sistema operativo Entertainment OS, Sky Glass si aggiorna in automatico periodicamente, senza che l’utente debba avviare o programmare alcun download; e una di sotenibilità: è la prima TV al mondo certificata CarbonNeutral® da Climate Impact Partners. Permette, infatti, di risparmiare energia incorporando tre dispositivi in uno (TV, Soundbar e decoder), va in standby automaticamente se non utilizzata e ottimizza la luminosità dello schermo in base alla luce della stanza. Quando la apri, troverai un imballaggio privo di plastica monouso e interamente riciclabile.