Sporting-Arsenal è stata una delle gare più belle del giovedì di Europa League: al di là del risultato finale di per sé pirotecnico, 2-2, si sono affrontate due squadre dal gioco ricercato, mai speculativo, quindi divertente. E poi c’era molto talento in campo, da una parte e dall’altra: i giovani campioni o aspiranti tali dell’Arsenal – Nelson, Martinelli, Saliba, Saka, Fabio Vieira e pure Kiwior, l’ex difensore dello Spezia – li conosciamo, e poi nello Sporting c’erano Edwards, Trincão, Pedro Gonçalves e il 21enne Gonçalo Inácio, autore del primo gol dei portoghesi. Insomma, è stato difficile annoiarsi. Uno dei momenti più significativi, in questo senso, ha visto coinvolti Gabriel Martinelli, l’intera difesa dello Sporting – compreso il portiere Adán – e infine Jerry St. Juste, 26enne centrale di nazionalità olandese che il club di Lisbona ha acquistato qualche mese fa dal Magonza.
Siamo al minuto 59′, lo Sporting è acanti 2-1 eppure tiene palla e porta molti uomini a ridosso dell’area di rigore dell’Arsenal. Un passaggio orizzontale pigro e prevedibile spalanca a Martinelli le porte del contropiede. O meglio: l’attaccante brasiliano dei Gunners parte palla al piede e le porte spalancate per il contropiede le vede solo lui, visto che ci sono due difendenti dello Sporting che stanno arrivando a chiudere più un terzo in posizione di ultimo uomo. Il punto, però, è che Martinelli sa di avere/essere un motorino. E allora si accende, sgasa, scatta, brucia letteralmente il campo a velocità supersonica, senza mai perdere contatto con la palla. Morita e Gonçalo Inácio – che si stringono a sandwich su di lui, o quantomeno ci provano – vengono superati con una facilità imbarazzante; poi è la volta di Coates, che fa quasi tenerezza per il modo goffo con cui prova a contenere Martinelli ma non riesce proprio a vederlo, né a toccarlo, così il difensore dello Sporting viene evitato e un attimo dopo cade sulle mani, come se fosse un bambino.
A questo punto Martinelli è davvero lanciato solo verso la porta. Morita prova a riprendergli qualche metro e a gettarsi in scivolata, ma anche questo tentativo disperato si rivela inutile, visto che Martinelli evita la sua scivolata con un altro scatto e un tocco di pura intelligenza. Nel frattempo, però, Jerry St. Juste ha seguito tutto da lontano, dieci o quindici metri di distanza. Era tutto spostato sulla sinistra a supporto dell’azione precedente, non può pensare di recuperare quella distanza, nessuno può credere che lui, proprio lui, possa avvicinarsi a Martinelli. Figuriamoci se può provare a fermarlo. E invece: dopo che l’attaccante dell’Arsenal si è sbarazzato di Coates e ha evitato la scivolata di Morita, St. Juste accende il suo motorino e riesce a riprendere qualche metro a Martinelli, suo malgrado rallentato – si fa per dire – dalla necessità di dover condurre anche la palla. A quel punto, il miracolo si compie: Martinelli decide di voler esagerare, di voler superare anche Adán, in fondo cosa c’è di male a voler segnare uno dei gol dei più belli di sempre? Nel dribblare il portiere dello Sporting, però, l’attaccante dell’Arsenal si sposta sul destro e poi si allunga leggermente la palla. È un attimo: Jerry St. Juste è arrivato, è lì, e sceglie il tempo perfetto del tackle – anche se corre a una velocità assurda. Intervento pulito, palla deviata che finisce in corner. Lo stadio esplode.
Definizione visuale di: intervento che vale un gol
Anche St. Juste e i suoi compagni esplodono. Giustamente, viene da dire: l’intervento del difensore olandese è innanzitutto decisivo, ma è anche miracoloso, esteticamente ed emotivamente appagante, perché frutto di un vero e proprio prodigio atletico, di uno scatto perentorio eppure armonico. I giocatori che arrivano dalle parti di St. Juste si complimentano con lui battendogli letteralmente le mani addosso, spingendolo via, mentre lui guarda il pubblico urlando e si prende un applauso e un boato meritatissimi. Come detto alla fine l’Arsenal è riuscito a pareggiare, tre minuti dopo quest’azione è arrivato Morita ha realizzato un autogol, ma ci scommettiamo: nella mente di Martinelli quest’azione resterà impressa per sempre, stava per realizzare un gol immortale e invece nel tabellino e negli highlights ci sono finiti Jerry St. Juste e la sua scivolata mostruosa, arrivata dopo uno scatto altrettanto mostruoso.