E quindi il presidente della Spal difenderà Donald Trump in un processo storico

Joe Tacopina dovrebbe difendere l'ex presidente degli Usa dalle accuse legate al caso in cui è coinvolta anche la pornostar Stormy Daniels

Joe Tacopina è il presidente della Spal. Joe Tacopina è l’avvocato che dovrà difendere Donald Trump in un processo storico. Sembra incredibile, una storia da film, ma non lo è: giovedì pomeriggio, infatti, Trump è stato incriminato dalla giuria della procura distrettuale di Manhattan. I motivi dell’incriminazione non sono stati resi ancora noti, ma secondo i media americani tutto ruoterebbe attorno a una relazione avuta con la pornostar Stormy Daniels. Trump, infatti, avrebbe utilizzato fondi della campagna elettorale del 2016 per pagare segretamente la donna: azione che va contro le leggi statunitensi sui finanziamenti elettorali. Secondo quanto scrive la CBS, quindi, Trump dovrà presentarsi martedì in tribunale, per difendersi dalle accuse che gli sono state rivolte. Secondo la CNN, invece, ci sarebbero ben 34 capi di imputazione contro di lui.

Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, quindi, un ex presidente dovrà difendersi da un incriminazione. E a difenderlo sarà proprio Joe Tacopina. Il presidente della SPAL, infatti, non è solo un dirigente calcistico con diverse esperienze in Italia, avendo avuto ruoli attivi alla Roma, al Bologna, al Venezia e ora al Bologna, ma anche un avvocato di grande fama negli Stati Uniti: inserito dall’Hollywood Repoter nella lista dei 35 migliori legali degli USA, Tacopina ha iniziato la sua carriera da avvocato nel 1991, dopo il conseguimento della laurea in legge all’università di Bridgeport, nel Connecticut. Per tre anni ha lavorato al District Attorney’s Officea New York, e nel 1994 ha aperto il suo primo studio legale: il Tacopina Law, con sede a Manhattan. Negli anni successivi si occupa della difesa di personaggi importanti come l’ex commissario del dipartimento di polizia di New York, Bernie Kerik, accusato di aver accettato favori da alcuni mafiosi: Tacopina riuscì a far pagare solo due multe al suo cliente, evitando sanzioni più pesanti. Poi ha difeso molte celebrità, per esempio l’attore Lillo Brancato: nel 2008, Brancato  fu accusato di favoreggiamento in un omicidio e fu scagionato grazie alla difesa di Tacopina. Nel 2017, invece, Meek Mill violò la liberta condizionata per un reato di dieci anni prima: dopo quattro mesi di carcere, fu rilasciato.

Siamo ormai al presente. Poche settimane fa, a gennaio 2023, Tacopina riceve una chiamata e un incarico piuttosto prestigiosi: Donald Trump lo vuole come nuovo difensore. Si reca in Florida, alla residenza dell’ex presidente, e da qui hanno inizio i loro rapporti. Del resto Trump aveva e ha intenzione di ricandidarsi per il term 2024, e quindi ha bisogno di più avvocati che lo possano difendere: per via della candidatura, infatti, la visibilità mediatica e i rischi di nuove accuse legali per Trump sono destinate ad aumentare moltissimo. Il primo caso in ordine di tempo è quello relativo alla presunta violenza sessuale su E. Jean Carroll: la donna sostiene di esser stata violentata da Trump in un camerino di Bergdorf Goodman negli anni Novanta; Carroll, inoltre, accusava Trump anche di diffamazione nei suoi confronti, visto che ha negato l’abuso per tutti questi anni. Tacopina e i suoi assistenti sono riusciti ad allungare i tempi del procedimento, che però non è ancora terminato. Ora è la volta delle accuse del Grand Jury di Manhattan nel caso relativo a Stormy Daniels. Nonostante la gravità della situazione, Tacopina dichiara di esser pronto per difendere Donald Trump: «Ho vinto 39 cause su 40 negli anni al dipartimento di polizia di New York: casi come questi non mi spaventano». Solo che stavolta alla sbarra c’è l’ex presidente degli Stati Uniti, non proprio una situazione comoda.