La Premier League ha introdotto per la prima volta un “Ramandan break”

Gli arbitri e i giocatori si accordano su quando svolgere la pausa che permette ai giocatori di interrompere il digiuno.

É il 26esimo minuto della partita di Premier League tra Everton e Tottenham. L’arbitro David Coote ferma il gioco e permette a Gana Gueye, Abdoulaye Doucoure e Amadou Onana dell’Everton di avvicinarsi alla panchina per bere e mangiare. Sembra un normale break nel corso di una normale partita del campionato inglese, ma in realtà è un evento storico: per la prima volta, infatti, un arbitro di Premier League ha ordinato una pausa per permettere ai giocatori musulmani di osservare il Ramadan. Quest’anno i 30 giorni di digiuno dall’alba al tramonto previsti dalla dottrina della religione islamica cadono dal 22 marzo al 21 aprile, quindi sono ancora in corso. Per questo il PGMOL, l’organismo degli arbitri inglese, ha deciso di istituire una pausa durante tutte le partite di Premier League che si disputano in alcuni slot orari particolari: quelli in cui i calciatori musulmani possono riprendere a mangiare dopo aver osservato il digiuno.

Come detto, è la prima volta che questa pausa viene “istituzionalizzata” con un provvedimento ufficiale: due anni fa, infatti, arbitri e giocatori di Premier League e Championship erano soliti accordarsi informalmente per interrompere le partite e permettere ai giocatori musulmani di mangiare e bere. I dirigenti invitarono pertanto i capitani e il direttore di gara a confrontarsi prima delle gare. L’obiettivo del provvedimento è quello di consentire a tutti i giocatori musulmani di non pagare fisicamente gli effetti di un digiuno così lungo: in passato più di una volta ci sono stati casi di svenimenti o malori in campo proprio per le tante ore senza mangiare né bere che impone il Ramadan.  L’obiettivo della regola  in campo  di digiuno previste dal Ramadan. Prima delle partite, quindi, gli arbitri si accordano con i capitani delle squadre sul momento ideale in cui fare  pausa, se prima o durante la partita. Non sempre, infatti, si sceglie di interrompere il match con il pallone in gioco: in occasione della partita di Championship tra Burnely e Sunderland, per esempio, i giocatori e la squadra arbitrale hanno deciso di ritardare leggermente il calcio d’inizio, così da permettere ai giocatori musulmani di mangiare prima della gara.

La pausa durante Everton-Tottenham

Non tutti, però, xhanno la stessa idea della Premier League in merito ai giocatori musulmani che osservano il Ramadan. In Francia, per esempio, il difensore del Nantes, Jaouen Hadjam, è stato escluso dai convocati per la partita di Ligue 1 contro il Reims proprio perché osservava strettamente il digiuno imposto dalla sua religione. L’allenatore della squadra francese, Antoine Kombouare, ha poi giustificato la propria scelta così: «È una decisione del giocatore e la rispetto, ma il giorno della partita non si deve digiunare. Quando si gioca bisogna star bene, se no il rischio di infortuni diventa alto. La mia scelta di escludere chi digiuna il giorno della partita, quindi, non è punitiva, anzi lo faccio solo per proteggere la loro salute».