Enough is enough: la lotta al razzismo secondo Roc Nation

Intervista a Michael Yormark, presidente di Roc Nation Sports International, dopo il caso Lukaku.

Dopo Juventus-Inter di Coppa Italia, non si è parlato di calcio. È una di quelle cose che il razzismo, così come la violenza o l’odio negli stadi, ha il potere di fare: rovinare il gioco di cui siamo innamorati. La colata di odio razziale che è stata riversata su Romelu Lukaku, già prima del rigore del pareggio, ha esattamente prodotto questo effetto. Ci siamo scordati dei novanta minuti, siamo finiti a parlare di altro, di cose che non vorremmo succedessero più. Il tutto, poi, è stato amplificato da quello che è seguito al rigore: la seconda ammonizione per il belga e l’espulsione. Lukaku ha lasciato il campo. Chi lo ha insultato nel modo peggiore possibile, ha assistito al match fino alla fine.

Roc Nation, l’agenzia che cura gli interessi commerciali dell’attaccante dell’Inter, si è immediatamente schierata con Lukaku, a pochi minuti dal termine della partita. Lo ha fatto con un post su Instagram, scritto dal presidente di Roc Nation Sports International, Michael Yormark. «Gli insulti razzisti nei confronti di Lukaku sono un atto più che spregevole. Le autorità italiane hanno un’occasione per perseguire chi ha commesso gli abusi, piuttosto che punire chi li ha subiti. Sono certo che l’intero mondo del calcio condivida gli stessi sentimenti». Qualche giorno dopo, la stessa Roc Nation ha voluto mandare un messaggio diretto all’Italia, una lettera aperta per promuovere un cambiamento significativo: «In un gioco che unisce la gente in tutto il mondo, non dovrebbe esserci spazio per tollerare il razzismo. L’Italia è meglio di così, tutti noi siamo meglio di così. È tempo di lavorare insieme per cacciare il razzismo fuori dal calcio, per sempre».

Un messaggio che è incorniciato da una frase forte: Enough is enough. Lo ha ripetuto più volte Michael Yormark, numero uno di Roc Nations Sports International, parlando a Undici. «Amo l’Italia, la gente, la passione. Quella per il calcio è unica: ho assistito a match in tutto il mondo, ma posso dire che i tifosi italiani non sono secondi a nessuno. Ma il calcio italiano ha un problema, e il problema è che alcuni dei vostri tifosi sono razzisti. Portano odio, razzismo, ignoranza all’interno negli stadi. Nel 2023 è inaccettabile, è qualcosa che dobbiamo cambiare. Il cambiamento richiede tempo, ma deve iniziare subito: enough is enough. Questi comportamenti razzisti accadono di fronte alla prossima generazione di tifosi, di fronte a bambini, a bambine. Che tipo di esempio stiamo dando loro? Come si può giudicare una persona dal colore della pelle?».

Yormark ha seguito in prima persona la vicenda e ha voluto che il messaggio di “Enough is enough” risuonasse così forte. «Ho parlato con la Juventus», dice, «e si sono scusati con Romelu. E mi hanno chiesto: Michael, cosa ci suggerisci di fare? E io sono stato molto chiaro: nella vostra prossima partita in casa, dovreste diffondere un video e un annuncio che rendano chiari che qualunque tifoso responsabile di un comportamento razzista non è più benvenuto in uno stadio. I club di calcio devono mantenere una posizione forte contro il razzismo, e devono far sì che i tifosi capiscano che ci dev’essere zero tolleranza in merito. Quei tifosi che hanno urlato quelle cose a Lukaku non solo devono essere bannati dallo stadio della Juventus, ma da qualsiasi stadio italiano, a vita. La Juventus è d’accordo con me: loro sono contro il razzismo, non è qualcosa in cui credono. Erano molto imbarazzati per quello che è successo». Nel frattempo, il club bianconero ha individuato due dei responsabili degli insulti razzisti durante il match, decidendo di bandirli dallo Stadium.

E poi c’è Lukaku, che Roc Nation segue da molto tempo (dal 2018) e che con Yormark ha un rapporto molto stretto. «L’ho sentito, era molto deluso», dice Yormark. «Non arrabbiato: deluso e triste. Siamo nel 2023 e la gente si comporta ancora in questa maniera. E non è stata la prima volta in cui Romelu è stato vittima di razzismo. Al tempo stesso, è stato molto grato per quello che Roc Nation sta facendo. Questa è una delle cose che ci distingue dalle altre agenzie: dopo quello che è successo a Torino, abbiamo subito preso posizione. Siamo stati i primi a intervenire, ancora prima della Serie A, dei club, del Ministero dello Sport e di qualsiasi organizzazione calcistica. La maggior parte delle agenzie non avrebbe preso posizione, non avrebbe difeso i propri assistiti, sarebbe stata più preoccupata di quello che gli altri avrebbero pensato di loro. Questo non è mai stato un nostro pensiero. L’unica nostra priorità è supportare i nostri atleti, in campo e fuori dal campo. Vogliamo essere un fattore di cambiamento. E Romelu è molto orgoglioso di questo».