La storia della foto con Materazzi e Rui Costa e dell’ultimo derby di Milano in Champions League

Da dove nasce uno degli scatti più iconici di quest'era calcistica?

Diciotto anni dopo Milan e Inter si troveranno nuovamente di fronte in Champions League, per giocarsi l’accesso alla finale di Istanbul del prossimo 10 giugno. Sarà la terza volta che il derby di Milano si disputerà nel torneo europeo più importante. Tutti ricordano il primo incrocio, quello della stagione 2002/03, una doppia sfida che valse il pass per la finale di Manchester poi vinta dal Milan. Il secondo derby di Champions, due anni dopo, è entrato nella storia dalla parte sbagliata: nei quarti dell’edizione 2004/05, la gara di ritorno tra Milan e Inter fu sospesa nel secondo tempo per lanci di petardi e fumogeni in campo; uno dei razzi colpì il portiere del Milan, Nelson Dida, e lo obbligò a uscire dal campo, costringendo di fatto l’Uefa ad assegnare il 3-0 a tavolino alla squadra rossonera. Durante quei momenti, fu scattata una delle foto calcistiche più iconiche della nostra era: Manuel Rui Costa e Marco Materazzi che guardano ciò che succede in campo e sugli spalti. Ecco la storia di quella notte. Di quello scatto.

Prima della sfida europea del 12 aprile, Milan e Inter stanno vivendo un momento opposto. La squadra di Carlo Ancelotti, campione d’Italia in carica, viene da un mese di marzo e da un inizio aprile praticamente perfetti, con una sola sconfitta in sette partite tra Serie A, Champions League e Coppa Italia; tra le vittorie c’è anche quella nel derby d’andata contro l’Inter (2-0, gol di Stam e Shevchenko). I nerazzurri, allenati da Roberto Mancini, hanno ripreso a marciare a ritmo sostenuto dopo un inizio stagione balbettante, con due vittorie e undici pareggi nelle prime 13 gare in Serie A, ma la distanza dalla vetta della classifica è ormai impossibile da colmare. Il risultato dell’andata ha ulteriormente avvelenato la tifoseria interista, e infatti intorno alla squadra di Adriano, Recoba e Vieri, tra gli altri, il clima è piuttosto teso.

La sera del 12 aprile 2005 lo stadio di San Siro è ovviamente tutto esaurito. Le due curve esibiscono coreografie spettacolari: la Nord ricrea una scritta “Inter” gialla su sfondo neroazzurro nel primo anello e una cartina dell’Europa nella parte superiore del settore, con uno striscione al centro che recita «Distruggere le armate rossonere e conquistare l’Europa». La Sud, invece, è colorata da tantissime bandiere rossonere e mostra lo stemma del comune di Milano, circondato da due teschi, e uno striscione tra primo e secondo anello con la scritta «Lotta con la Curva». La partita sembra cominciare bene per l’Inter, ma il Milan riesce a contenere la sfuriata iniziale degli avversari. C’è molto nervosismo in campo, come dimostrano le tre ammonizioni dell’arbitro Merk nei primissimi minuti di gioco. Alla mezz’ora il Milan passa in vantaggio: Shevchenko, appena fuori area, scocca un tiro angolatissimo che Toldo non riesce a sventare. È un gol dal peso enorme: secondo la Uefa il Milan gioca in trasferta, e quindi ora all’Inter servono quattro gol per passare il turno.

Nella ripresa succede pochissimo. Fino al 73esimo minuto, quando Cambiasso segna di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. L’arbitro Merk, però, annulla il gol per un fallo di Crúz sul portiere Dida. Allora Cambiasso inizia a protestare con il direttore di gara, mandandolo anche con un gesto a quel paese; l’arbitro lo ammonisce e cerca di placare gli animi, anche perché altri giocatori interisti lo hanno circondato per protestare. Dalla Curva Nord iniziano a piovere in campo bottigliette, fumogeni, bengala e razzi che riempiono l’area di rigore del Milan. Dida prova a pulire un po’ lo spazio intorno a sé, ma un razzo lo colpisce e lo fa cadere, dolorante e ferito, sul prato verde di San Siro. L’arbitro a questo punto è costretto a interrompere la partita, mentre tutti gli altri giocatori osservano da lontano quanto sta accadendo. È in questo momento che un fotografo immortala Materazzi appoggiato alla spalla di Rui Costa, entrambi guardano l’ambientazione quasi bellica che si è creata in campo.

Le squadre rientrano negli spogliatoi e ci rimangono per circa 25 minuti, perché in realtà l’arbitro Merk vorrebbe far riprendere la partita. Nel Milan entra in campo Abbiati, che prende il posto di Dida in porta. Passano alcuni minuti, ma la protesta dei tifosi interisti non si placa: vengono lanciati altri fumogeni in campo, e quindi l’arbitro Merk prende il pallone tra le mani e interrompe definitivamente la gara. I giocatori del Milan e Carlo Ancelotti vanno comunque sotto la propria curva a ringraziare i tifosi e a festeggiare con loro la qualificazione alla semifinale. I calciatori dell’Inter, invece, si rifugiano velocemente negli spogliatoi, delusi per il risultato e per le scene viste in campo.

La sintesi degli ultimi due derby di Milano in Champions League

La Gazzetta dello Sport scrisse che la protesta e la sospensione della partita erano da considerare «una vergogna, una pagina da dimenticare». Ma le immagini di quanto successo nella notte di San Siro fecero il giro del mondo, come era inevitabile che fosse: secondo Le Monde, l’arbitro fu costretto a interrompere una partita che «si presentava come una festa milanese, ma era solo una festa presunta»; per la BBC, i fatti di Milano furono «scioccanti, anche per molti tifosi inglesi»; due giorni dopo, ancora la BBC pubblicò un editoriale in cui si chiedeva di chi fosse la colpa per quello che era successo a San Siro, aggiungendo una domanda inquietante: «Chi può fermare la violenza negli stadi italiani?»; lo Spiegel, infine, scrisse una ricostruzione della partita e degli scontri e scelse un titolo abbastanza significativo: “Inferno und Stornierung”, vale a dire «Inferno e cancellazione». In effetti non c’era da aggiungere molto altro.