Migliaia e migliaia di tifosi dell’Hajduk Spalato sono andati in Svizzera per la finale di Youth League

Alla fine ha vinto l'AZ Alkmaar, ma le scene viste a Ginevra resteranno nella storia del torneo.

L’edizione 2022/23 della Youth League ha riscritto la storia. Per il trionfo dell’AZ Alkmaar, prima squadra non proprio ricchissima a vincere il trofeo – finora c’erano riuscite Barcellona, Chelsea, Salisburgo, Benfica, Porto e Real Madrid. Ma anche perché la finale si è disputata contro l’Hajduk Spalato, ovvero un club dalle grandi tradizioni – soprattutto a livello di scoperta e formazione dei giocatori – che però da tempo non riusciva a ritagliarsi una vetrina così importante a livello internazionale. Insomma, l’ultima Youth League ha cambiato le prospettive, ha mostrato e aperto nuove strade, nuovi canali di mercato. E ha anche fatto vivere un’esperienza mai vista prima a livello di pubblico, di calore sugli spalti: il gran cammino dell’Hajduk ha infatti portato migliaia e migliaia di tifosi croati (circa 7mila, secondo le stime ufficiali) sugli spalti dello Stade de Genève, l’impianto di Ginevra che ha ospitato le fasi finali del torneo.

Partiamo dal campo: l’Hajduk ha iniziato la Youth League – seguendo il percorso dei campioni nazionali, al quale accedono le squadre reduci dal successo nel proprio campionato giovanile – battendo gli azeri del Qabala, poi ha eliminato gli albanesi dell’Apolonia; in seguito sono arrivate le vittorie con Shakhtar, Manchester City e Borussia Dortmund, ovvero tre squadre che hanno superato la fase a gironi a cui erano iscritte le squadre iscritte al tabellone principale di Champions League. Proprio in occasione del match contro il Borussia, giocato in Germania e vinto ai rigori, il calcio europeo ha iniziato a dover fare i conti con un seguito mai visto prima in Youth League: a Dortmund erano arrivati 5mila tifosi per sostenere l’Hajduk. Per la semifinale contro il Milan (vinta 3-1) e poi per la finale, come detto, il numero dei fan arrivati dalla Croazia è addirittura aumentato.

«Abbiamo battuto Manchester City, Borussia Dortmund e poi il Milan perché i giocatori avversari hanno paura di noi», ha spiegato una tifosa dell’Hajduk al magazine francese So Foot. Ovviamente si tratta di una lettura un po’ eccessiva, evidentemente di parte, ma è chiaro che certi numeri sono davvero enormi per il calcio giovanile. E raccontano la profonda identificazione tra il club e il suo territorio. Proprio questo punto assume un peso molto significativo, nel caso dell’Hajduk e di Spalato: la gran parte dei calciatori che hanno raggiunto la finale di Youth League provengono dalla Dalmazia, quindi sono cresciuti in simbiosi con l’Hajduk e i loro tifosi. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la difficoltà, per l’Hajduk e per tante altre piccole squadre dal passato importante, a fare strada nella Champions League senior: «Oggi è complicato che l’Hajduk giochi partite così importanti, e la colpa è dell’UEFA»  ha detto un altro tifoso del club di Spalato. Allo stesso modo, però, un giornalista del quotidiano 24sata ha spiegato che «i tifosi dell’Hajduk hanno sempre fatto pazzie per il club, sono incredibilmente appassionati. Farebbero questo tipo di viaggi per qualsiasi competizione».

La finale è andata piuttosto male: l’AZ Alkmaar ha vinto in modo netto e con un punteggio severo (5-0), ma questo non ha impedito al pubblico croato di cantare per tutta la gara; i giocatori dell’Hajduk, a fine partita, sono stati richiamati sotto il settore occupato dai tifosi e sono stati applauditi per il percorso che avevano fatto. I fan hanno manifestato sensazione di orgoglio e gratitudine che riguarda tutta la comunità: Slobodna Dalmacija, uno dei quotidiani più importanti di Spalato, ha scritto che «i giovani dell’Hajduk hanno rimesso il club sulla mappa del calcio europeo»; nonostante la sconfitta, i calciatori impegnati in Svizzera sono stati accolti da 10mila tifosi sulla Riva, la prestigiosa via alberata che incornicia il lungomare di Spalato.