Guarda Alexander Isak che serve un assist delizioso dopo aver attraversato i corpi di tre difensori

Slalom speciale in uno spazio strettissimo e pallonetto per servire Murphy.

Difficile trovare una squadra più in forma del Newcastle United: dal 12 marzo a oggi, i Magpies hanno perso soltanto una volta – contro l’Aston Villa, un’altra squadra in condizioni smaglianti – a fronte di sette vittorie con 23 gol realizzati. Questi risultati hanno allargato il vantaggio in classifica sul quinto posto, ormai manca pochissimo perché il Newcastle possa certificare il suo ritorno in Champions League a vent’anni esatti dall’ultima volta. Il grande protagonista di questo strappo decisivo è sicuramente Alexander Isak, e sono i numeri a dirlo: sempre considerando le partite disputate dal 12 marzo a oggi, il 23enne attaccante svedese ha messo insieme sette gol e un assist decisivo, quello servito a Murphy durante la grande vittoria (1-4) ottenuta a Goodison Park, la casa dell’Everton.

Proprio l’assist regalato a Murphy, molto più che tutte le altre grandi giocate, racconta il grande momento di forma di Isak e le sue doti quasi soprannaturali nel dribbling, nel gioco in spazi stretti. L’azione personale di Isak inizia pochi centimetri dopo la linea della metà campo, a pochi centimetri dalla linea laterale: il primo calciatore dell’Everton che gli si para davanti, il terzino destro Godfrey, non riesce a contenerlo e decide di non affondare il tackle, così Isak può tenere palla e correre sulla fascia fino a invadere la trequarti avversaria; a quel punto la sovrapposizione di Willock l’aiuta un po’, ma in ogni caso Isak si ritrova con tre difendenti nel raggio di pochi decimetri quadri, visto che Keane e Gueye hanno accorciato su di lui, sicuri di potergli rubare il pallone. Poveri illusi, viene da dire.

Quello che succede subito dopo avrebbe del paranormale, ma solo per chi non conosce la tecnica e la velocità di Isak: una doppia finta di corpo evita il contatto con Gueye e apre lo spazio alla destra di Keane, Isak però rientra all’interno per puntare di nuovo il centrale avversario, e con due sterzate lo supera in modo netto, definitivo, inappellabile. A quel punto l’attaccante svedese, che continua a controllare il pallone sempre col piede destro, può infilarsi e si infila in area di rigore dal lato corto, su di lui è tornato Godfrey, che però non riesce – di nuovo – a contenerlo e si lascia attraversare come se il corpo di Isak fosse inconsistente, come quello di un fantasma. A questo punto l’unico che può fermare Isak è  Pickford, visto che siamo davvero a pochi metri dalla porta dell’Everton: il numero uno della Nazionale inglese prova a chiudergli lo spazio uscendogli sui piedi, ma Isak lo beffa con un delicatissimo tocco sotto. La palla attraversa l’area piccola e finisce a Murphy, solo davanti alla porta vuota. Gol, esultanza collettiva e poi la dedica a chi ha servito l’assist decisivo. In certi casi, alla fine di certe azioni, è inevitabile.

Il bello – o il brutto, da un altro punto di vista – è che la Premier League non ha assegnato e non assegnerà questo assist decisivo a Isak. Per un motivo beffardo, anche ingiusto se vogliamo: la traiettoria del pallonetto di Isak è stata leggermente sporcata da una deviazione di un altro giocatore dell’Everton accorso per provare a fermarlo, vale a dire Tarkowski, e quindi il suo non è un passaggio riuscito, almeno secondo le statistiche ufficiali. È un dettaglio piccolo, un peccato insignificante: ciò che resta negli occhi è l’azione fatta prima dell’assist, un concentrato di qualità pura in grado di manifestarsi in un corridoio strettissimo e pure affollato. Isak è sempre stato considerato una grande promessa, da tempo aspettavamo la sua rivelazione definitiva ai massimi livelli e ora quel momento sembra arrivato. Magari la conferma definitiva arriverà durante la prossima Champions League, che affronterà con la maglia del Newcastle. Non sarebbe male.