Il ritorno di Frank Lampard al Chelsea è stato un disastro inimmaginabile

Da quando è tornato a Stamford Bridge ha vissuto un percorso netto, ma al contrario.

La seconda esperienza da allenatore del Chelsea di Frank Lampard si sta rivelando un incubo: dal suo ritorno lo scorso otto aprile, infatti, il tecnico inglese ha messo insieme sei sconfitte in sei partite, quattro in Premier League e due nelle gare dei quarti di finale di Champions League contro il Real Madrid. Una striscia di risultati negativi che al Chelsea non vedevano dal 1993, e che ha portato la squadra londinese al dodicesimo posto in Premier League. Il Chelsea ha 39 punti, la zona Europa è ormai irraggiungibile, mentre quella retrocessione non è poi così lontana: Leicester, Leeds e Nottingham Forest sono appaiate al terzultimo posto con 30 punti, solo nove in meno rispetto ai Blues. Il fatto che manchino solo quattro gare alla fine del campionato rende eccessivo parlare di pericolo retrocessione, però la distanza non così ampia dalla bassa classifica fa capire quanto sia delicata la situazione dei Blues.

Lampard era arrivato per provare a dare un nuovo impulso a un Chelsea in difficoltà e in confusione, scottato dalla precedente gestione fallimentare di Graham Potter. La proprietà americana aveva deciso di nominare l’ex capitano dei Blues come caretaker, letteralmente traghettatore, fino a fine stagione, puntando sulla sua grande conoscenza dell’ambiente di Stamford Bridge e sul suo grande attaccamento nei confronti del club. Il tecnico aveva accettato proprio per il suo amore incondizionato verso il Chelsea, dichiarando al suo arrivo: «Con nessun altra squadra avrei accettato un ruolo da allenatore per un periodo così breve, ma quando a chiamarmi è stato il Chelsea non ho potuto dire di no. Quando la squadra che ami chiama, bisogna aiutarla in tutti i modi». L’effetto sperato, però, non c’è stato. Anzi, la situazione del Chelsea è addirittura peggiorata partita dopo partita.

Oggi i Blues sono una squadra senza identità, che fatica a segnare e subisce tantissimi gol: in tutto il mese di aprile hanno incassato 12 reti, realizzandone solo uno – per altro ininfluente, visto che la gara interna col Brighton è finita 1-2. I giocatori in campo non riescono ad imporre le proprie qualità e più di una volta hanno mostrato malumori. Le recenti dichiarazioni di Havertz, che ha parlato dopo l’ultima sconfitta subita contro l’Arsenal, sono piuttosto significative in questo senso: «C’è una confusione totale qui al Chelsea. Tutto quello che poteva andare storto, è andato storto. La stagione era iniziata in modo relativamente regolare: c’è stato un passaggio di proprietà, che è stato un grande cambiamento per l’intero club. Poi Thomas Tuchel è stato esonerato e questo ovviamente fa la differenza in una squadra come questa. Un allenatore che ha vinto è stato licenziato senza motivo, dal nulla».

Anche dal punto di vista tattico Lampard non è riuscito a trovare la giusta quadra, cambiando modulo praticamente a ogni partita. Il tecnico inglese è partito con il 4-3-3 nel suo esordio contro il Wolverhampton, per poi schierare il 3-5-2 nell’andata contro il Real Madrid; successivamente si è affidato al 4-2-3-1 contro il Brighton, nella sfida di ritorno con il Real Madrid e contro il Brentford, per poi tornare nuovamente al 4-3-3 nell’ultimo match contro l’Arsenal. Certo, sul suo lavoro pesa l’enorme caos che regna da tempo negli uffici di Stamford Bridge, ma anche lui ci sta mettendo del suo. Basta pensare che, considerando anche l’ultima parte dell’esperienza sulla panchina dell’Everton, il suo score nelle ultime 20 partite è di una vittoria, due pareggi e 17 sconfitte. Forse non era l’uomo giusto per risollevare una squadra in crisi profonda.