Highlights — Il tiro di Calhanoglu sembra arrivare da un videogioco

Il gol contro il Verona è il nostro momento preferito della 33esima giornata di Serie A.

Hakan Calhanoglu ha vissuto tante vite diverse, da quando è un calciatore professionista. Non solo perché è passato dal Milan all’Inter, anche se questa scelta potrebbe bastare a qualsiasi altro giocatore del mondo: per esempio è stato l’anima di una squadra che sembrava venire da un futuro lontanissimo e distopico, il Bayer Leverkusen di Roger Schmidt; poi è stato il trequartista laterale del Milan di Gattuso, che giocava in modo esattamente contrario. Oggi è la mezzala ma anche – soprattutto – il regista dell’Inter di Simone Inzaghi, una squadra capace di alternare diversi registri tattici e stilistici in fase d’attacco, che ama giocare in verticale ma prova sempre a essere dominante anche tenendo il possesso. In tutti questi anni e in tutte le sue versioni, Hakan Calhanoglu ha però preservato una sua caratteristica distintiva: la capacità di risolvere alcune partite con giocate improvvise e fulminanti, per esempio dei tiri imprendibili da fuori area. Come quello che ha illuminato la notte di Verona, una notte che per l’Inter si è rivelata dolcissima.

Il tiro da fuori è una soluzione che sorprende sempre. Prendiamo in esame questo caso specifico: come detto Calhanoglu è un calciatore che ci ha abituato a questo tipo di soluzioni, eppure tutti sono rimasti sorpresi, appunto, per la sua conclusione, per la traiettoria del pallone, per il fatto che alla fine abbia battuto l’incolpevole Montipò. Moltissimi account social interisti e italiani, ma non solo interisti e non solo italiani, hanno pubblicato le immagini delle reazioni al tiro che ha portato l’Inter sullo 0-2. Erano tutte reazioni sgomente, in senso positivo, perché il tiro di Calhanoglu sembra davvero arrivare da un videogioco. Intanto perché, prima di tutto, Calhanoglu calcia da molto lontano e praticamente da fermo: dopo aver ricevuto il pallone da Brozovic in posizione centrale e in situazione statica, il numero 20 dell’Inter lo sposta di qualche centimetro in avanti con l’esterno destro e poi si coordina senza aver la possibilità di prendere una vera rincorsa. È praticamente un calcio di punizione battuto con la palla in gioco, con la palla in movimento. Anzi, in realtà è ancora più difficile, visto che le punizioni da quel punto del campo, e anche in generale, si battono con una rincorsa più lunga. Piccola digressione storica prima di andare avanti: in una delle sue vite precedenti, Calhanoglu era anche un tiratore scelto sulle palle inattive, molto più di quanto non lo sia ora.

Il tiro – o meglio: l’idea di tirare – di Calhanoglu ha stupito veramente tutti, li ha colti impreparati, lo si capisce da quanto siano distanti da lui i giocatori del Verona. Avranno pensato, anche giustamente: che pericoli può creare una conclusione scoccata da una distanza così? E invece è andata diversamente. Perché la palla, colpita col collo interno, è partita subito velocissima ma ha anche preso un giro velenoso e perfetto, si è alzata e poi è scesa all’improvviso, proprio come se Calhanoglu avesse calciato una punizione. Montipò, a sua volta, è stato battuto proprio perché ha assunto la posizione giusta per provare a intervenire su un tiro da fuori normale e invece quello di Calhanoglu era tutt’altro che normale: il pallone, infatti, si è infilato a pochissimi centimetri dall’incrocio dei pali, ha toccato la traversa prima di immergersi nella rete. Dopo aver girato con una traiettoria a uscire sul palo lontano. A pensarci e a riguardarla bene, Montipò non l’avrebbe presa neanche se si fosse spostato tutto a destra:

Wow

L’esultanza di Calhanoglu  – le braccia aperte fermo sul posto, il volto evidentemente soddisfatto e pieno di sé prima degli inevitabili abbracci dei compagni – fa capire tante cose: forse lui sapeva di poter segnare un gol così, di avere le qualità necessarie per riuscirci, ma tra aspettativa e realtà c’è una distanza che non è sempre facile da colmare, soprattutto se si tratta di una giocata così difficile. Quando succede, quando realizzano un gol del genere, allora anche i calciatori finiscono per bearsi di se stessi, per concedersi un momento di autocelebrazione, La fattura e anche l’esecuzione di questo gol, entrambe straordinarie, giustificano ampiamente l’esultanza di Calhanoglu, le reazioni sgomente – ma in senso positivo – di chi ha assistito a questa manifestazione di talento. In fondo Calhanoglu è sempre stato un po’ intermittente, ma quando si accende è capace di fare cose davvero bellissime. Che sono sempre quelle che ti sorprendono di più.