Il Lens è una delle più grandi sorprese del calcio europeo

Genesi e racconto di un secondo posto inatteso, sì, ma non casuale.

Era il 16 maggio 2015 e il Lens perdeva per 2-1 all’Allianz Riviera di Nizza contro i padroni di casa, chiudendo il campionato all’ultimo posto in classifica e retrocedendo in Ligue 2. L’era dorata vissuta alla fine anni degli anni Novanta – il Lens diventò campione di Francia nella stagione 1997/98, vinse la Coppa di Lega francese un anno dopo e arrivò in semifinale di Coppa Uefa edizione 1999/2000 – sembrava finita, e destinata a non ripetersi mai più. E invece bisognava solo aspettare: oggi, otto anni dopo, la situazione si è di nuovo capovolta dalla parte giusta, per la squadra dell’Alta Francia. Che, a quattro giornate dalla fine della Ligue 1, è seconda in classifica a sei punti dall’irraggiungibile PSG, ed è davvero a un passo dal ritorno in Champions League, quantomeno ai preliminari – il Marsiglia terzo è due punti sotto, il Monaco quarto è a -8 e in Francia il pass per la fase a gironi va alle prime due squadre in classifica. Ma come e da dove è partita questa rinascita?

Il progetto che sta fiorendo in questi mesi è iniziato nella stagione 2019/20 ed è fondato soprattutto sull’allenatore Franck Haise. In realtà non era stata una prima scelta, anzi: a febbraio, pochi giorni prima della sospensione della Ligue 2 per la pandemia, Haise era subentrato a Philippe Montanier pur non avendo mai allenato una prima squadra, e infatti in precedenza lavorato solo nel settore giovanile del club. Alla fine i campionati francesi sono stati sospesi in via definitiva, e così il Lens – secondo in classifica al momento dello stop – si è ritrovato promosso in Ligue 1. Nei mesi successivi ha legittimato questo traguardo raggiunto in modo poco convenzionale, così come Haise ha legittimato la scelta della società di investire su di lui: la stagione 2020/21 si è conclusa con un buonissimo settimo posto in classifica, esattamente come la stagione 2021/22, e nel frattempo il Lens ha lanciato diversi giocatori molto interessanti. Per esempio Loïc Badé, Jonathan Claus, Cheick Doucouré e Christopher Wooh, tutti ceduti nel corso delle ultime sessioni di mercato a fronte di offerte irrinunciabili, per un club come il Lens.

Proprio in virtù di questa rivoluzione obbligata, non è che ci si aspettasse molto dalla nuova versione della squadra di Haise. E invece il Lens sta vivendo il suo capolavoro: grazie a un 3-4-2-1 facilmente convertibile in 3-4-3 a seconda dell’avversario, il Lens riesce a rimanere sempre compatto, a concedere pochissimi spazi e quindi pochissimi gol agli avversari. Non a caso i Sang et Or (nickname della squadra, letteralmente Sangue e Oro) hanno la miglior difesa della Ligue 1, con con 26 reti incassate in 34 partite. I leader difensivi sono Medina, Gradit e Danso, il più qualitativo dei tre, il giocatore a cui spetta, inevitabilmente, il compito di impostare la manovra dal basso. Grande sostegno alla difesa, poi, arriva dal centrocampista Abdul Samed, che spesso si inserisce tra i centrali e aiuta i difensori a far partire le azioni. Al suo fianco gioca benissimo, ormai da tre anni, l’ex Udinese Seko Fofana, capitano della squadra e raccordo fondamentale tra fase difensiva e fase offensiva. A completare la linea mediana, in posizione alta e larga sulle fasce, ci sono Costa e Frankowski, che spesso si alternano anche con Machado e Haidara: loro lavoro permette di avere tantissimi cross al centro dell’area di rigore o libera diversi spazi centrali per gli inserimenti degli attaccanti, i veri diamanti grezzi della squadra di Haisa.

Si tratta di Sotoca e soprattutto di Openda, che fino ad ora hanno messo a segno 26 dei 57 gol realizzati dal Lens: 19 gol per Openda, capocannoniere della squadra, e sette per Sotoca. Questi numeri dicono tanto sulle caratteristiche dei due attaccanti del Lens: Opensa è un finalizzatore puro, mentre Sotoca è un giocatore non solo bravo in zona gol, ma anche a servire passaggi vincenti ai compagni – non a caso, con nove assist decisivi, è terzo nella graduatoria specifica della Ligue 1. Openda e Sotoca, però, sono solo gli estremi di una squadra che funziona a meraviglia, che si muove come un corpo unico, che attacca e difende sempre insieme e con continuità. La forza e la compattezza del gruppo sono le virtù principale del Lens, come dimostrano le sole quattro sconfitte in 34 partite di campionato. Due in meno del PSG. Magari alla fine il titolo non arriverà, ma questa stagione resterà negli occhi e nella memoria di tutti, nel Nord della Francia.