Wayne Rooney sta andando piuttosto bene sulla panchina del DC United

Dopo un inizio difficile, ha ritrovato Benteke e intorno a lui ha costruito una squadra giovane, vivace, efficace.

Wayne Rooney si è ritirato nel gennaio del 2021, e pochi giorni dopo era già sulla panchina del Derby County. Anzi, diciamola meglio: a gennaio 2021, Wayne Rooney era player-manager dei Rams e ha deciso, ovviamente dopo aver ricevuto un’offerta dalla società, di interrompere la carriera da calciatore per dedicarsi completamente a quella da allenatore. Tutto questo per dire che, evidentemente, l’ex capitano della Nazionale inglese voleva proprio diventare un manager, da tempo coltivava questa ambizione e ha provato a realizzarla appena ne ha avuto la possibilità concreta. I risultati sono stati altalenanti, non solo per colpa sua: nella prima stagione è riuscito a salvare il Derby dalla retrocessione in terza divisione, ma poi la crisi economica ha travolto il club, è arrivata una penalizzazione complessiva di 21 punti, e a quel punto la retrocessione è stata inevitabile. Lo dice la classifica: senza quei 21 punti in meno, il Derby si sarebbe salvato tranquillamente.

Insomma, per Rooney al Derby le cose sono andate abbastanza bene. Eppure la sua tappa successiva è stata non convenzionale, a dir poco sorprendente: ha accettato l’offerta del DC United, la squadra MLS con cui ha giocato (tra il 2018 e il 2019) dopo aver lasciato l’Everton. Anche a Washington i risultati hanno avuto un andamento tutt’altro che lineare: dopo il suo arrivo Rooney non è riuscito a risollevare una squadra che si trovava nella zona bassa della classifica, e così il DC United ha chiuso la regular season all’ultimo posto non solo della Eastern Conference ma anche della classifica generale – quella che riguarda tutte le squadre e assegna il Supporters’ Shield. La nuova edizione della lega è ripartita da tre mesi, e ora il DC United è in piena corsa per qualificarsi ai playoff: 19 punti conquistati in 15 partite e ottavo posto nella classifica di Conference.

I numeri non sono strabilianti, ma assumono una dimensione diversa se pensiamo ai tanti cambiamenti fatti da Rooney e dalla dirigenza dei DC United negli ultimi mesi, cambiamenti dovuti anche ad alcune difficoltà economiche – sembra una costante, nella nuova carriera di Rooney. A inizio stagione, quindi, sono andati via diversi giocatori-chiave e Rooney ha portato avanti una vera e propria rifondazione del suo undici titolare: per prima cosa l’allenatore inglese ha deciso di puntare sui giovani, valorizzando alcuni dei talenti del settore giovanile del DC United – di recente ha detto che «avere un settore giovanile serve proprio a questo: devi usarla per rinforzare la rosa della prima squadra». Tra questi ci sono i teenager Kristian Flechter e Matai Akinmboni, il ventenne Jason Greene e il ventunenne Theodore Ku-Dipietro. A queste promesse ha affiancato alcuni giocatori di grande esperienza, come il trentenne portiere Tyler Miller e il centravanti belga Christian Benteke. Soprattutto quest’ultima scelta sembra essere davvero azzeccata: con sette gol in 14 partite, l’ex attaccante di Aston Villa e Liverpool è il capocannoniere della squadra.

Dal punto di vista tattico, Rooney sta costruendo una squadra poco orientata al possesso palla, che fa del pragmatismo e del gioco verticale i suoi concetti di riferimento. Il DC United, infatti, è tra le squadre che mantiene meno il pallone e completa meno passaggi in Mls, ma i miglioramenti in fase offensiva sono evidenti, soprattutto se pensiamo che la squadra della Capitale manca l’accesso ai playoff dall’edizione 2019. Quando il capocannoniere della squadra era proprio Wayne Rooney. Un altro aspetto, sottolineato anche dal Guardian in questo articolo, riguarda l’ambiente e i rapporti creati da Rooney all’interno del club: «Ha un’empatia naturale nei confronti dei suoi calciatori, forse perché era uno di loro fino a pochissimo tempo fa». Il percorso di crescita di Rooney è stato e sarà coronato anche dalla scelta di affidargli la conduzione tecnica dell’MLS All-Star XI, ovvero la top 11 della lega che affronterà l’Arsenal a luglio in amichevole. Un altro passo verso l’affermazione definitiva, verso il raggiungimento del suo obiettivo dichiarato: diventare un manager di Premier League. Ma questo si era capito fin dai primi giorni in panchina al Derby County.