I dieci minuti più pazzi del calcio europeo che hanno deciso il campionato belga

Toby Alderweireld ha regalato il titolo all'Anversa, il primo dopo 66 anni, con un grande gol al 94esimo. Nel frattempo, l'Union Saint-Gilloise si è fatto rimontare in casa dal Brugge nei minuti di recupero.

Il Royal Antwerp, d’ora in poi semplicemente Anversa, si era presentata a inizio stagione come una delle squadre più interessanti d’Europa. Certe etichette a volte sono eccessive, ma in questo caso c’erano tutti gli ingredienti: un progetto ad ampio respiro guidato da personaggi riconoscibili come l’allenatore Mark van Bommel, il diesse Marc Overmars, calciatori come Radja Nainggolan (anche se poi le cose non sono andate benissimo), Viktor Fischer, Vincent Janssen, Toby Alderweireld. Proprio Alderweireld, nato e cresciuto in città, è diventato l’uomo-simbolo di questa squadra. Lo era già prima, in virtù delle sue origini e della sua appartenenza, ma ora lo sarà ancora di più. Lo sarà per sempre. Perché è stato un suo gol a consegnare il titolo all’Anversa, il primo trofeo dopo 66 anni di digiuno assoluto. Come se non bastasse, si è trattato di un gol non banale arrivato al 94esimo minuto della gara decisiva della stagione, quando la sua squadra era a un passo dal perdere tutto.

La gara decisiva in questione si giocava a Genk, con i padroni di casa in corsa per il titolo insieme all’Anversa e all’Union Saint-Gilloise, impegnato in casa contro il Brugge. Le tre squadre erano tutte in due punti: Anversa 46 e Union a 46, Genk a 45. L’Union, dopo essere stata in vantaggio per tutta la ripresa, ha subito un’incredibile rimonta tra il minuto 89′ e il minuto 100′, e così ha perso tutte le speranze di vincere il campionato. A Genk, nel frattempo, l’Anversa era andata sotto non una ma due volte, e il risultato era di 2-1 durante il minuto 94′. Fino a quando, come anticipato, Toby Alderweireld ha cambiato la storia. Nel modo più spettacolare possibile: lui, difensore centrale da sempre, si trovava in avanti come attaccante aggiunto; dopo l’ennesimo cross ribattuto dalla difesa, la palla è arrivata sui piedi di Jelle Bataille, bravissimo ad aspettare il momento giusto per servire il suo compagno appostato fuori area. Finta, tocco all’indietro e conclusione di prima dell’ex difensore di Ajax, Tottenham e Atlético Madrid: la palla ha una traiettoria velocissima, sale verso l’alto, si infila esattamente all’incrocio dei pali. Spesso anche l’etichetta del tiro imprendibile viene usata in maniera eccessiva, ma questa volta non ci sono dubbi: si tratta di un tiro imprendibile.

Il miglior modo possibile per vincere un campionato, il peggiore possibile per perderlo

L’esultanza è – giustamente, inevitabilmente – incontenibile. In campo calano, proprio come se fossero dei guerrieri unni, tutti i componenti della panchina dell’Anversa. Alderweireld sembra in preda a un raptus, corre con lo sguardo stranito e nessuno riesce a fermarlo, neanche a stargli dietro. Sugli spalti i tifosi vestiti e pitturati di rosso saltano increduli, anche perché non avevano mai neanche accarezzato un trionfo del genere, visto quanto tempo era passato dall’ultima volta. La partita non è finita, infatti ci sarà ancora tempo per l’espulsione di Balikwisha, ma è evidente fin da subito che si tratta di un momento destinato a fare la storia del calcio belga. Qualcuno, anche in Italia, ha anche sottolineato come il formato playoff – la Jupiler Pro League ha una regular season tutti contro tutti e poi un’appendice in cui le prime quattro si sfidano tra loro per conquistare il titolo – abbia contribuito a determinare un finale così folle, ma anche in campionati giocato in modo “normale” si sono viste delle cose del genere. È il calcio che a volte, non sempre, riesce a regalare emozioni così forti. Da qualche ora Toby Alderweireld, i suoi compagni e i tifosi dell’Anversa lo sanno bene, per loro fortuna.