Com’è andata Italia-Argentina 1-0, l’esordio delle Azzurre ai Mondiali femminili

La rivoluzione di Bertolini, il gol e l'esultanza di Girelli, l'ottimismo per la qualificazione.
di Redazione Undici
24 Luglio 2023

In Italia-Argentina 1-0 c’è stata l’epica, c’è stato il gioco, c’è stata la vittoria finale – che è sempre la cosa più importante. Insomma, quella tra le Azzurre e la Selección è stata una partita vera, bella, ricca di tensione; non facile, come si conviene per la fase finale di un Mondiale, e ovviamente questa sensazione risulta acuita dal fatto che il gol decisivo sia arrivato solo a cinque minuti dal 90esimo, con un bel colpo di testa di Girelli su cross di Boattin. Girelli, poi, era entrata in campo da pochi minuti al posto di Giulia Dragoni, e anche questo ha un significato importante: Dragoni, infatti, era ed è la giocatrice più giovane tra quelle convocate dal ct Bertolini, non ha ancora compiuto 17 anni, gioca nel Barcellona, e contro l’Argentina è diventata la più giovane calciatrice della storia azzurra ad aver preso parte a una partita dei Mondiali. Prime di lei, il primato apparteneva a Rita Guarino, poco più che ventenne ai tempi dei Mondiali 1991. In realtà si tratta di un record assoluto anche se teniamo conto della rappresentativa maschile: fino a qualche ora fa, infatti, Beppe Bergomi (18enne ai tempi di Spagna 82) era l’Azzurro più giovane mai impiegato in una gara della fase finale.

Ma andiamo con ordine, perché quella relativa a Dragoni non è stata l’unica scelta a sorpresa di Bertolini. Il commissario tecnico, infatti, ha deciso di dare un impulso forte alla rivoluzione avviata con le convocazioni, lanciando da titolari – oltre a Dragoni – il portiere Durante e soprattutto Chiara Beccari, 18enne del Sassuolo in prestito dalla Juventus. Al netto dell’età, a fare rumore sono state anche le esclusioni: le nuove arrivate, infatti, hanno inevitabilmente confinato in panchina Laura Giuliani e Cristiana Girelli, giocatrici considerate dei pilastri nella Nazionale. Il coraggio del ct, a riguardare bene la partita e la sintesi, si può dire che sia stato in parte premiato: l’Italia ha giocato abbastanza bene, soprattutto nel primo tempo ha gestito i ritmi della gara e ha creato più occasioni rispetto all’Argentina, due gol sono stati annullati (giustamente) per fuorigioco mentre le giocatrici della Selección hanno faticato a mettere in difficoltà la difesa azzurra, guidata in maniera autorevole da Linari..

Nella ripresa la partita ha avuto un andamento più aperto e confuso, le Azzurre – soprattutto le più giovani – hanno accusato un piccolo calo fisico ed emotivo e l’Argentina è diventata più intraprendente, anche se alla fine i pericoli veri per la porta di Durante sono stati pochi, anzi pochissimi, e comunque relativi. Poi è arrivata l’intuizione di Bertolini: il cambio Girelli-Dragoni ha dato nuova linfa alla manovra delle Azzurre, Boattin – una delle giocatrici più continue, oltre che di maggior qualità – ha insistito nelle sue avanzate sulla fascia sinistra e proprio da questo asse consolidato è nato il gol del vantaggio, quello decisivo. Il cross morbido del terzino della Juventus ha trovato Girelli (anche lei juventina) in area di rigore, l’attaccante è stata bravissima a vincere il duello aereo con Stabile e a indirizzare il colpo di testa nell’angolo alla destra di Correa. La palla ha superato il portiere argentino con una dolce traiettoria a palombella, nel frattempo l’esultanza di Girelli è stata tutt’altro che dolce: fortissima, genuina, rabbiosa ma non polemica, in un attimo l’attaccante azzurra è stata sommersa dall’abbraccio di tutte le compagne, quelle che erano in campo e quelle che erano in panchina. Girelli, grazie a questo gol che vedete sotto, è diventata la prima calciatrice italiana a realizzare un gol in due edizioni diverse dei Mndiali.

Dopo questo gol l’Italia ha difeso il vantaggio con relativa tranquillità: l’unico brivido vero è stata una punizione di Bonsegundo respinta bene da Durante. Poi è scoppiata la gioia, perché quella contro l’Argentina era la partita probabilmente decisiva della prima fase: per la qualificazione, infatti, all’Italia basterà vincere una delle due partite rimaste, non importa che sia la seconda contro la Svezia o la terza contro il Sudafrica, anche perché l’altra gara del girone G è finita 2-1 per le svedesi. L’appuntamento per la prossima sfida è fissato tra cinque giorni, un tempo giusto per rimettere insieme le forze fisiche e mentali.

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