L’Olympique Marsiglia potrebbe diventare la tua prossima squadra di culto

Un mercato interessantissimo, un nuovo allenatore, un rinnovato entusiasmo tra i tifosi: dove può arrivare l'OM?

Era da tanto tempo che non si percepiva così tanto entusiasmo, intorno all’Olympique Marsiglia. Non che i tifosi del Vélodrome abbiano mai fatto mancare il loro supporto, il loro calore, ma le centinaia di persone accorse all’aeroporto per salutare l’arrivo dell’ultimo colpo di calciomercato, Iliman Ndiaye, sono un segnale chiaro, in questo senso. Anzi, si può dire: sono una conseguenza del lavoro fatto dalla società, dal presidente Pablo Longoria e dal direttore sportivo Javier Ribalta, di una campagna trasferimenti scoppiettante. Lo dicono i numeri e i nomi: nella sessione in corso, l’OM ha già investito 67 milioni di euro per il già citato Ndiaye, preso dallo Sheffield United, per Geoffrey Kondogbia e Renan Lodi dell’Atlético Madrid, per il riscatto di Ruslan Malinovskyi dall’Atalanta, per Ismaila Sarr del Watford, per Rubén Blanco del Celta Vigo e Amine Harit dello Schalke 04. A questi soldi, vanno aggiunti anche quelli che saranno versati in busta paga a Pierre-Emerick Aubameyang, svincolatosi dal Chelsea. E poi in rosa ci sono già Pau López, Guendouzi, Veretout, Ounahi, Ünder, Vitinha.

Insomma, il Marsiglia è una candidata autorevole nella corsa per diventare squadra più interessante da seguire in Ligue 1. Anche perché siamo già al secondo anno di grandi investimenti – tra l’estate 2022 e l’inverno 2023 l’OM ha speso altri 115 milioni sul mercato in entrata – e perché l’eventuale qualificazione in Champions League potrebbe dare un ulteriore boost alla strategia di Longoria. Il giorno da cerchiare in rosso sul calendario, in questo senso, è il 9 agosto: l’OM scenderà in campo ad Atene, contro il Panathinaikos, per cercare di superare il terzo turno di qualificazione alla fase finale. Nel caso superasse il turno, affronterebbe (probabilmente) un avversario ancora più forte ma comunque alla sua portata, il Braga, il PSV o i Rangers. Insomma, puntare a giocare la fase a gironi per la seconda stagione consecutiva non è un pensiero così ardito. E sarebbe anche un buon riconoscimento per il lavoro svolto negli ultimi anni, da Longoria e dal suo team ma anche da Igor Tudor.

Tudor, però, non ci sarà. Al suo posto, come a voler dar seguito al suo ambizioso progetto, il presidente Longoria ha chiamato un altro allenatore di comprovata riconoscibilità internazionale: Marcelino García Toral, reduce da un anno e mezzo positivo – con tanto di successo in Supercoppa – alla guida dell’Athletic Bilbao. Marcelino non è stato scelto a caso: ha già lavorato con Longoria ai tempi del Recreativo Huelva e del Valencia, quando l’attuale presidente dell’OM era capo-osservatore e direttore sportivo. Il tecnico spagnolo, inoltre, è specializzato nel gestire squadre di blasone un po’ smarrite: abbiamo già detto del’Athletic, ma va ricordato anche il suo passaggio a Valencia, l’unico periodo positivo vissuto dal club negli ultimi dieci o quindici anni.

L’arrivo di Marcelino e un mercato di buon livello hanno acceso la tifoseria hanno fatto dimenticare anche l’addio di Payet dopo sei stagioni, Ma ora la domanda è inevitabile: visto e considerato che il PSG resta e resterà inavvicinabile per molto tempo, dove vuole arrivare l’OM? Proprio questa condizione di subalternità rispetto al club parigino condanna l’Olympique – ma il discorso vale per qualsiasi altro club francese – a porsi degli obiettivi a breve termine. Nella mente di Longoria, tutto dovrà partire e passare dall’accesso al tabellone Champions League: giocare la fase a gironi vuol dire incassare una cifra che permetterà al club di sostenere meglio gli investimenti fatti sul mercato e per raggiungere il pareggio di bilancio, il grande obiettivo posto dalla proprietà americana – che fa capo all’imprenditore e filantropo Frank McCourt – entro il prossimo anno. Per raggiungerlo, il presidente ha scelto di scommettere sul campo, cioè su risultati da raggiungere tramite il potenziamento della squadra e l’arrivo di un allenatore importante. Solo il tempo sarà dire se avrà avuto ragione, ma nel frattempo ha riacceso l’entusiasmo della tifoseria. Non è poco.