La squadra degli esclusi del PSG lotterebbe per qualificarsi all’Europa League, e non solo in Ligue 1

Tra gli indesiderati del club parigino spicca ovviamente Mbappé, ma ci sono molti altri giocatori di qualità.

Kylian Mbappé è uno dei giocatori più forti del mondo, e non è esagerato pensare che sia già tra i 50 migliori giocatori nella storia del calcio. Eppure in questo momento non può giocare. O meglio: è sotto contratto col Paris Saint-Germain, che però l’ha escluso dalle attività della prima squadra in seguito al mancato rinnovo del contratto in scadenza tra un anno. Ora nessuno sta attaccando la strategia del club francese, che ha pieno diritto di gestire come crede i suoi dipendenti, ma l’assurdità della situazione è chiara ed evidente. Il problema del PSG, però, va oltre il caso singolo di Mbappé: in questo momento, in quello che in Francia chiamano loft (un’espressione che indica un gruppo di giocatori sotto contratto ma epurati dalla prima squadra), ci sono infatti 15 giocatori.

È stato lo stesso Mbappé, con un post su Instagram, a mostrare gli allenamenti di questo PSG degli indesiderati. Di cui fanno parte due giocatori campioni del mondo proprio come lui, ovvero il tedesco Draxler e l’argentino Paredes, e poi anche Wijnaldum, Diallo, Dagba e poi alcuni giovani un po’ meno famosi – Neemia Fernandez-Veliz, Djeidi Gassama, Moutanabi Bodiang, Mathyas Randriamamy, Kenny Nagera, Timothee Pembélé, Édouard Michut, Vimoj Muntu, Wa Mungu e Arnau Tenas, che però si è aggregato al club dopo la partenza della prima squadra per la tournée in Asia.

Andando oltre Mbappé, c’è un bel po’ di qualità: Draxler e Paredes sono stati centrali per diverse stagioni del club parigino, Wijnaldum ha vinto la Champions League e la Premier League – per restare ai trofei più importanti – con il Liverpool, Diallo ha giocato per anni in Champions col Borussia Dortmund, con lo stesso PSG e un anno fa è andato in prestito al Lipsia, Dagba non è mai stato davvero titolare ma ha sempre avuto un discreto minutaggio. Anche nel gruppetto dei giovani ci sono profili di buona prospettiva: Édouard Michut gioca nella Nazionale francese Under 20 ed è reduce da un anno al Sunderland, Timothee Pembélé ha giocato un anno nel Bordeaux e ha accumulato cinque presenze col PSG nell’ultima stagione. Insomma, non possono essere al livello di Mbappé, Paredes e Draxler, questo no, ma non è esagerato che questa squadra di scarti potrebbe lottare tranquillamente per un posto in Europa League, se partecipasse al campionato francese. E forse lo stesso discorso varrebbe per tutti i campionati top in Europa, esclusa la Premier League.

Mbappé e gli altri giocatori epurati si stanno allenando regolarmente in Francia mentre i loro compagni – quelli che al momento fanno parte del progetto tecnico del PSG – stanno disputando le prime amichevoli sotto la guida del nuovo allenatore, Luis Enrique. La scelta di creare questa sorta di squadra riserve è totalmente legale, cioè rispetta i regolamenti: secondo un accordo firmato al sindacato dei giocatori, dalla Federcalcio, dalla Lega francese e da tutte le altre istituzioni legate al calcio locale, i club di Ligue 1 possono creare un gruppo – composto da almeno dieci calciatori – che lavora senza stare a contatto con la prima squadra, a patto che ci siano dei validi motivi legati allo sport e che la struttura in cui sono accolti garantisca le stesse attrezzature, gli stessi comfort, la stessa assistenza medica e tecnica. Questa opportunità, però, ha una scadenza: il 2 settembre 2023. Dopo quella data, cioè alla fine del mercato, chi non sarà stato ceduto – che sia in prestito o a titolo definitivo – dovrà essere reintegrato in prima squadra. E quindi Mbappé potrà allenarsi da separato in casa per un altro mese, poi il PSG sarà costretto a metterlo a disposizione di Luis Enrique. A meno che non si trovi una soluzione per il suo contratto, il rischio è che la società costringa il tecnico spagnolo a godersi il talento di Mbappé solo in allenamento, senza la possibilità di metterlo in campo.