Si è parlato tanto, giustamente, dell’accordo rivoluzionario tra il PSG e Jordan, delle possibili commistioni che si sarebbero potute innescare – e che si sono effettivamente innescate – con l’ingresso di un brand così importante, anche se non calcistico, nel mondo del calcio. In virtù di tutto questo, fa un po’ sorridere – e un po’ riflettere – pensare che ESPN abbia paragonato Kylian Mbappé a un giocatore, anzi a una star NBA, per come sta gestendo il suo rapporto lavorativo con il club parigino. È una suggestione, ovviamente, ma ha una sua forza. È abbastanza fondata nella realtà. Basta mettere insieme i pezzi: intanto va evidenziata la meticolosa copertura mediatica del fatto, in pieno stile americano, non a caso il fuoriclasse del PSG ha raccontato attraverso diversi media – un’intervista a AFP, i suoi profili social – la scelta relativa al suo futuro professionale, ovvero quella di non attivare la clausola di rinnovo del contratto con il PSG, di voler rimanere a Parigi e, quindi, di diventare free agent il 20 giugno 2024, alla scadenza del suo contratto; e poi c’è l’essenza stessa di questa scelta, non a caso ESPN ha scritto che «la strategia di Mbappé è incomprensibile solo se la guardiamo attraverso la lente storica del calciomercato europeo, quella per cui i cartellini dei calciatori hanno un prezzo che è legato alla durata del contratto tra l’atleta e la società che lo detiene».
Insomma, per dirla in modo semplice e anche brutale: Kylian Mbappé sta riscrivendo il calciomercato per come lo conosciamo, utilizzando metodi e strategie che caratterizzano altri universi sportivi. Primo tra tutti, appunto, quello della NBA contemporanea, una lega immersa in un’era che ESPN definisce di «player empowerment», con i giocatori al centro di tutto. Il sito americano cita esempi storici come quelli di LeBron James, che tra il 2015 e il 2017 ha firmato tre contratti sempre più ricchi con i Cleveland Cavaliers dopo essere diventato free agent, la stessa cosa fatta da Kevin Durant con Golden State nel 2017 e nel 2018, per poi lasciare la California e unirsi ai Brooklyn Nets nel 2019. Per quanto riguarda la narrazione mediatica di queste trattative, basta andare con la mente a The Decision, per capire di cosa stiamo parlando.
Secondo ESPN, è come se Mbappé avesse importato questo modus operandi anche nel calcio. Sono i numeri, i fatti e le date a dirlo: «Dopo il primo contratto quinquennale firmato nel 2017, Mbappé è arrivato a scadenza e non ha fatto quello che si aspettavano tutti, cioè unirsi al Real Madrid a costo zero: ha approfittato di questa condizione per strappare un accordo biennale e multimilionario – un LeBron/Durant – al club in cui giocava, con la possibilità di estenderlo fino al 2025, trasformandolo in un triennale. Ha raddoppiato il suo stipendio e ha incassato una cifra enorme alla firma, ma si è riservato comunque la possibilità di decidere in autonomia il suo futuro. Una mossa intelligente: nello sport business contemporaneo, le società/franchigie continuano ad arricchirsi di anno in anno. Il prezzo di ieri non è mai il prezzo di oggi. Per una superstar, dunque, firmare un contratto lungo termine significa che in futuro guadagnerai meno di quanto varresti in un mercato aperto, o comunque regolato da accordi più brevi».
Ora sono tutti di fronte a un bivio: il PSG potrebbe proporre un ulteriore rinnovo – con inevitabile ritocco dell’ingaggio verso l’alto – al suo calciatore; Mbappé, come detto, ha già chiarito che vuole restare a Parigi fino al 2024, per poi decidere il suo futuro in base alle opportunità che gli si presenteranno. Quindi potrebbe anche decidere di trasferirsi a costo zero in un’altra società, un’eventualità che il PSG può scongiurare solo attraverso il mercato tradizionale, con una cessione nella finestra estiva che sta entrando nel vivo. Insomma, il club parigino si trova con le spalle al muro, anche perché Mbappé ha firmato – si potrebbe dire che abbia inventato – un contratto con delle scappatoie tipiche di altri sport, un contratto che potrebbe fare scuola, che potrebbe essere uno spunto anche per i suoi colleghi. Nel 2017, l’avvocato sportivo Jake Cohen spiegò che «gli accordi del futuro tra calciatori e club saranno a lungo termine, ma con delle clausole in stile-NBA che permettano al calciatori di liberarsi e di mettersi sul mercato, guadagnando in base al loro reale valore e non a una quota da cui va sottratta la quota necessaria per acquisire il suo cartellino». Ecco, Mbappé ci sta trascinando di peso in questa nuova era.