Come funziona il Bayern Campus, l’academy del club campione di Germania

Inaugurato nel 2017, è un centro di formazione con requisiti particolari e una missione: far crescere il talento calcistico in Baviera.

Nella storia del Bayern, molti calciatori nati e cresciuti in Baviera sono diventati delle vere e proprie icone del club: basti pensare, per citare i casi più recenti, a Philipp Lahm, Bastian Schweinsteiger e Thomas Müller. Proprio una foto di quest’ultimo si trova all’ingresso del Bayern Campus, centro inaugurato nel 2017 e costato 70 milioni di euro. Una fabbrica di talento, in cui tutto è studiato e analizzato nei minimi dettagli.

Come racconta Marca in un suo articolo, il campus è diretto dall’ex centrocampista del Bayern Monaco Hamit Altintop, chiamato a gestire nove squadre e 180 giocatori. L’ex giocatore turco è affiancato da un gruppo di otto osservatori, che a tempo pieno svolgono un costante lavoro di scouting, occupandosi di selezionare i giovani talenti. Il processo di scelta avviene secondo criteri molto precisi. In primo luogo vengono presi in considerazione solo bambini dai 10 anni in poi, perché «prima pensiamo che sia meglio che crescano nei loro club locali e pratichino altri sport, non solo il calcio», racconta Drik Hauser, media manager del centro. Un altro requisito importante per far parte del Bayern Campus è la provenienza geografica: gli osservatori selezionano giocatori solo della Baviera, residenti in un raggio massimo di 100 chilometri intorno a Monaco. L’obiettivo del centro, infatti, è quello di sviluppare il talento locale, di crescere dei calciatori che siano fortemente legati alla Baviera. Tra questi ci sono quelli della perseveranza e della grande fiducia in sé stessi, presenti nel motto del Bayern Monaco Mia san Mia inciso sulla foto di Thomas Müller all’ingesso del campusla frase vuole spronare i ragazzi a fare di tutto per voler vincere a tutti i costi, continuando a provarci anche dopo le sconfitte o i momenti più difficili. Tra i parametri nella selezione viene valutata anche la disciplina, la capacità di gestione della pressione e la motivazione personale, tramite alcuni test psicologici e comportamentali.

I ragazzi selezionati nel centro, poi, entrano in una struttura dotata di otto campi riscaldati, una palestra, un ristorante e una residenza con camere e una splendida vista sull’Allianz Arena: «Abbiamo deciso di costruire l’academy nei pressi dello stadio, così che la sua visione durante gli allenamenti possa essere motivante per i ragazzi. Giocare in quello stadio deve essere l’obiettivo per chi arriva al Bayern Campus», prosegue Hauser. Tutti loro, poi, vengono seguiti da allenatori e preparatori fisici di primissimo livello. «Durante le sessioni d’allenamento a seconda dell’età si punta sull’apprendimento di diversi concetti calcistici. In generale dopo l’approdo di Guardiola e per effetto della sua filosofia di gioco, in tutta la Germania c’era un eccesso di centrocampisti e una mancanza di attaccanti. Così da qualche anno abbiamo deciso di ritornare alle nostre radici: avere il possesso, recuperare velocemente, far valere la nostra prestanza fisica». Grande importanza, poi, viene data anche alla formazione extracalcistica dei ragazzi. Tutti loro sono seguiti costantemente da insegnati, educatori e psicologi, che curano la loro crescita al di fuori del campo da gioco.

L’obiettivo finale del percorso presso il centro, naturalmente, è quello di portare il più possibile giocatori nella prima squadra del Bayern Monaco e come racconta Hauser negli ultimi anni i risultati sono stati ottimi: «Giocatori come Musiala, Ibrahimovic, Buchmann sono arrivati in prima squadra passando dall’academy. Nell’ultimo periodo almeno 8 giocatori sono entrati a far parte della rosa bavarese. Ora l’obiettivo é che ottengano più minuti e presenze in campo, ma non è semplice a 18 anni sopportare la pressione che comporta giocare per il Bayern». Proprio per questo motivo il club tedesco sta cercando di aumentare la propria rete di collaborazione con alcune società tedesche, austriache o svizzere, per mandare in prestito i propri talenti e fargli accumulare un po’ di esperienza a livello professionistico.