Christian Pulisic, che bel biglietto da visita

Il suo gol contro il Bologna è il nostro momento preferito della prima giornata di Serie A.

Siamo in quel periodo dell’estate e del campionato in cui le società di calcio devono vincere due tipi diversi di partite: quelle sul campo e quella del mercato. Non basta, cioè, che una squadra X batta le sue avversarie e faccia punti: fino a quando la sessione trasferimenti non sarà chiusa e dimenticata, i nuovi acquisti devono essere ufficializzati il prima possibile, innanzitutto, poi devono essere schierati, devono giocare bene e non possono farsi male, pena attacchi durissimi ai club da parte dei loro stessi tifosi, ma anche da chi segue le altre squadre. Ecco, chi guarda il calcio in questo modo non avrà niente da ridire sul Milan. O meglio: non avrà niente da ridire su alcune operazioni fatte dai rossoneri, prima tra tutte quella relativa all’acquisto di Christian Pulisic. A Bologna, infatti, l’esterno americano ha esibito un bellissimo biglietto da visita: ovviamente stiamo parlando del suo gol, una piccola gemma di velocità, destrezza, fantasia e pura tecnica di tiro, tutte doti ovviamente coadiuvate da una sponda intelligentissima, viene da dire chirurgica, di Olivier Giroud.

Ma andiamo con ordine, perché nel gol di Pulisic  c’è tanto da raccontare: intanto lo spunto partendo praticamente da fermo, da una zona di campo dove di solito non accade niente di rilevante, eppure Pulisic riesce a tagliare fuori due giocatori del Bologna e a creare uno spazio da attaccare, da prendersi con la sua velocità. Ecco, questo spunto non sarà ricordato dai puristi del dribbling, non è stato accompagnato da nessun trick innovativa e da nessuna finta ammaliante, però ha creato superiorità numerica, ha aperto un varco nel sistema difensivo del Bologna, ha dato un senso alla presenza di quattro calciatori del Milan oltre la linea della palla. E poi, tornando al biglietto da visita: Pulisic è stato comprato dal Milan proprio per queste sue accelerazioni, per questa sua capacità di saltare l’uomo, per dare uno sfogo offensivo in più al gioco di Pioli. Si può dire, anche se ovviamente vale quel che vale dopo una partita ufficiale, che questa idea si è già concretizzata nella realtà.

Dopo lo spunto e la creazione dello spazio, Pulisic porta palla e trova Giroud tra le linee, nel frattempo si muove già per ricevere l’eventuale passaggio di ritorno del centravanti francese. Il passaggio arriva ed è perfettamente dosato, a questo punto Pulisic ha un po’ di spazio da prendersi e se lo prende, per farlo tocca due volte il pallone e così lo allarga verso destra. È un’ottima intuizione, anche perché viene eseguita rapidamente: i difensori del Bologna ci mettono un tempo e mezzo per chiudere lo specchio della porta, a Pulisic ne basta solo uno per caricare il destro e impattare perfettamente la palla. Il diagonale che ne viene fuori è potente e preciso, a Skorupski servirebbe essere alto due metri e mezzo per arrivarci, e non è detto che ci sarebbe arrivato.

Un gol costruito in pochi secondi, all’improvviso

Le esultanze chiudono il cerchio: quella di Pulisic sembra fatta di rabbia più che di gioia, le braccia al cielo di Leão – il portoghese si vede nel montaggio in basso – sono un chiaro segno di quell’incredulità iniziale che poi diventa apprezzamento. E poi c’è il replay con la camera dal basso: dopo il tocco di Giroud, Pulisic sembra non guardare mai la porta di Skorupski, eppure la vede – o meglio la sente – comunque, poi inarca perfettamente il corpo e infine colpisce con l’interno collo destro, traiettoria a uscire, il portiere avversario si tuffa ma non può farci nulla.

Chissà come ricorderemo l’avventura di Christian Pulisic al Milan, tra un anno o tra un decennio. Solo il tempo e le partite diranno tutta la verità su di lui e sulla sua esperienza in rossonero. Quel che è certo, e basta anche solo questa azione a dimostrarlo, è che le grosse aspettative intorno al suo arrivo erano e restano giustificate. Almeno in parte. Ora, oggi, sappiamo che il Milan ha preso un esterno d’attacco – o comunque un uomo offensivo, perché può giocare anche da sottopunta – in grado di accendere le partite in un istante, con il suo dribbling e con una qualità di tiro superiore alla media. Era quello che cercava, era quello che serviva a Pioli e alla sua squadra. Ora dovrà solo continuare così: non è scontato, non sarà facile, ma le premesse e le promesse sono davvero interessanti. Lo dice il suo biglietto da visita.