Sono vent’anni che Davide Ballardini non inizia e finisce una stagione sulla stessa panchina

A Cremona è andato in scena il grande classico della sua carriera: arrivo a stagione in corso, esonero in quella successiva.

Dopo soli sei punti in cinque partite, frutto di una vittoria, un pareggio e tre sconfitte, la Cremonese ha deciso di esonerare Davide Ballardini. Tutto come al solito, viene da dire: come fa notare Giuseppe Pastore sul proprio profilo Twitter, infatti, sono quasi vent’anni che Ballardini non inizia e finisce un intero campionato alla guida di un club. L’ultima volta, e finora l’unica, in cui Ballardini è riuscito a guidare una propria squadra dall’inizio alla fine di un campionato risale al 2005: allora Ballardini esordiva nel ruolo di allenatore di un club professionistico, sedendo sulla panchina della Sanbenedettese, chiudendo il campionato di Serie C1 al quarto posto e perdendo (contro il Napoli, per altro) la semifinale playoff. Dopo l’esperienza a San Benedetto del Tronto, incredibile ma vero, la carriera da allenatore di Ballardini è stata sempre spezzettata: in poco meno di vent’anni, è stato chiamato e/o esonerato in 14 campionati diversi, senza iniziarne e completarne nemmeno uno.

Dopo quella a San Benedetto del Tronro, la prima esperienza di Ballardini è a Cagliari: dopo sole nove partite di Serie A, con quattro punti conquistati, il club sardo decide di esonerarlo. Nell’estate del 2006 arriva la chiamata del Pescara in Serie B: anche in questo caso l’esperienza non va meglio e termina dopo solo otto partite di campionato, con uno score di una vittoria, due pareggi e cinque sconfitte. Ma ecco di nuovo il Cagliari, a partire da dicembre 2007: l’incredibile salvezza raggiunta qualche mese dopo viene ancora oggi ricordata come una grande impresa del club rossoblu e di Ballardini, che però non viene confermato da Cellino. Poco male: a settembre 2008 arriva una chiamata importante da Palermo, Zamparini ha cacciato Colantuono dopo una sola giornata di campionato e sceglie Ballardini: a fine stagione, i rosanero finiscono ottavi con 57 punti.

Anche in questa circostanza, però, Ballardini non rimane in panchina per la stagione successiva, perché su di lui piomba la Lazio. Sembra essere l’occasione giusta per trovare finalmente continuità e rimanere sulla panchina di un club per più di un anno, se non fosse per i risultai: la Lazio di Ballardini vince la Supercoppa Italiana 2009 ma poi in Serie A viaggia a una media poco superiore a un punto a partita. L’esonero di Lotito è inevitabile, Ballardini è di nuovo libero. Ancora per pochi mesi: a novembre 2010, il Genoa decide di affidargli la guida tecnica della squadra e Ballardini accetta, torna in corsa e chiude il campionato di Serie A 2010/11 al decimo posto. Non basta per la conferma, ma c’è sempre una squadra pronta ad affidarsi a Balla durante la stagione: nel 2011/12 tocca di nuovo al Cagliari, ma la nuova esperienza dura solo 20 partite e si conclude con l’esonero.

Temporalmente siamo a dieci anni fa, all’inizio di quella che potremmo definire l’era genoana: Ballardini, infatti, è stato chiamato e poi sollevato dall’incarico per tre volte dal club rossoblu: 17 partite tra gennaio e giugno 2013, 33 partite in due campionati diversi tra novembre 2017 e ottobre 2018, altre 37 tra dicembre 2020 e novembre 2021 – inutile aggiungere che in tutte e tre le occasioni è arrivata prima la salvezza, poi l’esonero. In mezzo, un passaggio con retrocessione a Bologna (gennaio –> giugno 2014) e un ritorno con salvezza e dimissioni a Palermo (2015 –> 2016). Infine, la Cremonese: cinque partite, cinque pareggi e dieci sconfitte (più semifinale di Coppa Italia) nell’ultimo campionato di Serie A, la conferma dopo la retrocessione e l’esonero di cui abbiamo già parlato. Tutto come al solito.