Non lo direste, ma è il terzo evento sportivo più seguito al mondo, dopo le più scontate Olimpiadi e gli ovvi Mondiali di calcio. La Ryder Cup è torneo dal fascino antico e unico, un aggettivo usato non a sproposito, almeno per questa volta. È perché l’Europa, in questo contesto, gareggia come una sola squadra, un solo continente: il sogno bipartisan di un’Unione di popoli almeno sportiva, almeno sul green. A partire dal 25 settembre 2023 si giocherà a Roma, al Marco Simone Golf & Country Club: è la prima volta in Italia dall’istituzione della manifestazione, nel 1927. Ma il 2023 sarà anche un anniversario importante in tema europeo: il Trattato di Maastricht, firmato nel 1992, entrò in vigore proprio il 1 novembre del ’93, rendendo questa Ryder Cup una specie di celebrazione del continente (e del mercato unico, datato 1 gennaio 1993).
Insomma, lo sport come metafora di qualcosa di più grande, ora e sempre. Soprattutto adesso, viene da dire, in modo non troppo pesante né serioso, ma con un occhio ai nuovi equilibri internazionali in costruzione che vogliono un’Europa di nuovo forte, protagonista e indipendente. È soltanto la terza volta che si gioca sul Continente e non su un’isola britannica, anche perché fino al 1979 la Ryder era soltanto Usa contro UK, roba da Mayflower, che però vedeva vincere soltanto gli americani.
Da quando è arrivata l’Europa in soccorso al Regno Unito, gli equilibri sono cambiati:e allora si sono registrate vittorie europee nel 1985, nel 1987, nel 1989, poi ancora nel 1995 e nel 1997, e gli anni Zero e Dieci sono stati un dominio dell’Unione. A Guidonia Monticello ci sarà però da riportare a casa la coppa, che nel 2021 è stata vinta dagli Usa. Tutti insieme. C’è anche un po’ d’Italia? Certo: Edoardo Molinari da Torino, classe 1981, vicecapitano del Team Europa.