Negli ultimi anni il Manchester United è diventato una ricca fonte di meme, tra sconfitte, figuracce ed esoneri. Dal ritiro di Alex Ferguson, nel 2013, i Red Devils sono caduti in una spirale di sfortunati eventi che si è grottescamente protratta per anni, con pochissimi momenti felici a dare sollievo ai tifosi di Old Trafford. Segno che forse non si può parlare soltanto di malasorte, quanto di cattiva programmazione. Il vortice negativo ha risucchiato l’intero ambiente, bruciando allenatori e giocatori. Dallo strapagato Maguire al figliol prodigo Cristiano Ronaldo – arrivato per salvare la situazione come un eroe di fumetti e poi andatosene come il peggior villain – passando per De Gea, che da giovane sembrava promettere di più di quanto poi lasciato vedere nei suoi dodici anni in Premier. Proprio quest’anno, nel nome dell’ennesimo rebuilding, lo United ha lasciato andare il portiere spagnolo per prendere André Onana. E neanche a lui sta andando benissimo.
Tutti abbiamo ancora negli occhi la sua papera con il Bayern Monaco, che ha consentito alla squadra tedesca di andare in vantaggio al 27esimo del primo tempo. Sané, su appoggio di Kane, lascia partire un tiro basso e teso sul quale un ben posizionato Onana si avventa come un fulmine. Ma pur deviando il pallone, il portiere camerunese non riesce né a respingerlo né a bloccarlo come vorrebbero i fondamentali del suo ruolo. La sfera lo attraversa incurante del disturbo che si è preso, consegnando ai posteri una fotografia del difficile momento che sta attraversando.
In copertina c’è Kane, ma il video è quello dell’errore di Onana
Ora, parliamoci chiaro: l’errore di Onana è un errore grave, ma che non dovrebbe bastare a ridimensionarne – e non ne ridimensiona – il valore tecnico complessivo. Eppure i suoi nuovi tifosi non hanno esitato un secondo a usare questa papera per etichettarlo come l’ennesimo bidone strapagato – per lui lo United ha investito quasi sessanta milioni di euro, tra cartellino e bonus. Forse Onana è addirittura il peggior pacco di sempre, hanno scritto i fan più inferociti. Commenti che ci ricordano quanto le tifoserie infelici possano essere impietose e drastiche nei giudizi, e quanto quello del portiere sia un ruolo la cui delicatezza finisca con l’essere esasperata non solo dalla maglia e dal contesto, ma anche da un fattore esclusivo: la solitudine. Onana, che specie nel precampionato si è reso protagonista di prestazioni condite da errori mediocri, dopo quello dell’altra sera appare ancora più solo. O meglio: tristemente già solo. E quando ci si sente sfiduciati, anche gli interventi più facili risultano difficili. Però fa un po’ strano pensare a un Onana in difficoltà sul versante psicologico. Voglio dire, stiamo parlando di un giocatore così sicuro dei propri mezzi e del proprio stile di gioco da scegliere di lasciare la propria Nazionale perché in disaccordo con il commissario tecnico sul modo in cui dovesse interpretare il ruolo – salvo tornare sui suoi passi poche settimane fa.
La questione, nello specifico, verteva sullo scontro ideologico tra vecchia e nuova scuola. Da un lato c’è la tradizione, dall’altro la filosofia degli sweeper keeper che Onana incarna con consapevolezza e orgoglio: con i piedi, lo sappiamo, il camerunese è molto bravo. Nell’Inter dell’anno scorso era l’arma in più di Inzaghi, una calamita per il pressing avversario capace di allungare le squadre e di infilare con precisi filtranti gli spazi che riusciva a creare. Ma tra i pali? Onana è un portiere in grado di incanalare la sua imponente struttura fisica in brillanti esplosioni di reattività – mi viene in mente questo doppio intervento contro la Fiorentina: Onana respinge corto il pallone, ma con una zampata pronta lo sottrae a Cabral, evitando il peggio. Fino a che punto, però, tali colpi possono sopperire alle carenze tecniche che ha mostrato finora?
A mio avviso, quando si tuffa per schermare i pali della porta, Onana offre sempre uno spettacolo interessante, perché è come osservare una valanga muoversi orizzontalmente. Per questo mi viene da dire che le sue parate godano di una particolare estetica. Non sono interventi belli nel senso di eleganti, ma riescono a essere armonici nella misura in cui esprimono la sua vena istintiva. Il modo di giocare di Onana, del resto, è un modo rischioso, che riflette la sicurezza che è chiamato a trasmettere alla difesa. All’Inter era riuscito a farlo con successo, fornendo ottime prestazioni soprattutto in Champions League. La versione vista a Manchester, invece, sembra racchiudere la gamma di tutte le incertezze possibili, per un portiere come lui. Incertezze di natura tecnica e psicologica. Estendibili, per proiezione, dalla sfera individuale a quella ambientale. E viceversa.
Lavorando un po’ di ermeneutica, queste sue difficoltà potrebbero essere legate anche ad aspetti extracampo. Come, per esempio, la scelta di carriera che ha fatto. Okay, la Premier League è il campionato più seguito al mondo, il Manchester United – nonostante, come detto, viva in una banter era perenne – resta una squadra blasonata e rappresenta un banco di prova importante, perché chiunque saprà riportarla ai vertici entrerà nella storia del club. E sì, forse l’Inter necessitava di vendere e ha ritenuto Onana il più sacrificabile per il rapporto tra ritorno economico e facilità di sostituzione sul mercato. Ciononostante, viene da chiedersi se Onana non si sia imbarcato in un’avventura più grossa di lui. Il veni, vidi, vici mancato per un soffio per via della finale persa contro il City avrebbe potuto completarlo quest’anno, dal momento che la squadra di Simone Inzaghi, visto l’organico, lo stato di forma e la solidità del gioco mostrata fin qui, è la favorita assoluta per la vittoria della Serie A. E forse dare continuità alla sua esperienza nerazzurra, adesso che sta entrando anagraficamente nel prime della sua carriera, lo avrebbe aiutato a consolidare il proprio status. Del resto, il credito accumulato nella passata stagione gli avrebbe consentito di lavorare con maggior serenità sui propri difetti. Tra questi, oltre alle carenze nel posizionamento e nel blocco del pallone, compensate in parte dalla sua esplosività, spicca una mancanza di coordinazione che a volta sfocia in episodi di goffaggine. Vedi l’uscita a clothesline contro il Wolverhampton, che era palesemente fallo. O il modo in cui s’impappina a tu per tu con Awoniyi, azione nella quale si mette a sedere da solo.
Ma per continuare a dirla con ampollosi latinismi, alea iacta est. Visto l’investimento, è certo che Onana continuerà a essere il portiere titolare del Manchester United per almeno tutta la stagione. Sarebbe anche giusto dargli questa possibilità: le statistiche, in fondo, dicono che Onana è un portiere non solo affidabile, ma capace di fare la differenza quando è in forma, specialmente grazie alla sua abilità di gestione del pallone con i piedi – aspetto nel quale ha le potenzialità per diventare il migliore al mondo. Per risollevarsi da questa brutta partenza, intanto deve cercare di non aprire internet per qualche settimana, vista la mole di meme e parodie che stanno producendo su di lui. C’è un video, non so se ho sognato o ho visto davvero, che è un remix della cover di “Havana” cantata da Donald Trump con Onana al posto di Havana e gli estratti video dei suoi più recenti svarioni montati a ritmo. Mentre scrivo lo sto cercando, ma non lo ritrovo. Forse è la mia mente ad averlo partorito. Non sarebbe poi così strano vista l’epoca in cui viviamo, dove a chiunque basta poco per essere ridotto alla peggior versione di sé stesso. Del resto, le torbide logiche delle piattaforme ci portano a semplificare sempre tutto, in nome della visibilità dei contenuti e dello humor.
En we kunnen beginnen met Andre Onana (what’s my name) #ajax #AJAJUV pic.twitter.com/bZ3ljUJuSf
— John Kropman (@JohnKropman) April 10, 2019
In mancanza del video “Havana Onana”, però, c’è questo reperto dei tempi di Amsterdam: André Onana crea delle belle sinergie musicali
La semplificazione, però, è anche una tattica comportamentale che un individuo può usare per superare un momento difficile. A Onana, per esempio, potrebbe servire scomporsi nelle cose che sa fare meglio e concentrarsi su di esse. Gli sarà utile nell’immediato per non affondare sotto il peso dei propri errori e bruciarsi questa nuova e importante esperienza su un palcoscenico prestigiosissimo. Anche se, osservando l’accanimento mediatico portato avanti dai tabloid nei suoi confronti, viene da domandarsi se non si sia già bruciato tutto – in un articolo di qualche giorno fa, dopo la notte di Monaco di Baviera, il Sun lo ha perculato per una foto dove lo si vede raccogliere le chiavi della macchina scivolategli dalle mani. E viene da domandarsi anche quanti, tra tifosi e stampa, in realtà sperano che fallisca. Perché, sebbene non sia esente da colpe, è lapalissiano che Onana sia stato individuato come (primo?) capro espiatorio per giustificare l’ennesimo momento negativo dello United. E a voler peccare di dietrologia, è facile ipotizzare il perché.
Non è tanto perché Onana non sia inglese o provenga da un campionato estero – oddio, può anche darsi, ma citando Bartebly preferirei di no, preferirei che non sia questo il motivo, benché sia risaputo quanto in materia di calcio i britannici siano autoreferenziali e diffidenti e amino cavalcare la retorica dell’essere i migliori per diritto divino. No, la ragione di questo gioco al massacro penso risieda nel fatto che Onana è arrivato a Manchester portandosi dietro il peccato originale di essere il sostituto di De Gea. Un peccato originale sviluppato a posteriori, segno di quanto le piazze siano umorali e irrazionali, ma pure estremamente condizionanti. Onana sta giocando male? I tifosi rivogliono De Gea, che tra l’altro sta meditando il ritiro. Quindi, che cosa pensare? Per il momento, sui social, Onana sta dimostrando di avere le spalle larghe con dichiarazioni dove si prende la colpa e chiede scusa ai tifosi per le pessime prestazioni. Sarà interessante capire se riuscirà ad avvalersi di tale tempra anche in campo. Di certo tornare ai livelli mostrati in Italia, dopo questo terribile avvio, sarebbe una bella rivincita.