La stupenda coreografia della Salernitana in omaggio ai Pink Floyd

La Curva Sud Siberiano ha citato The Wall, The Dark Side of the Moon e Shine on You Crazy Diamonds.

La partita tra Salernitana e Inter, finita 4-0 in favore dei nerazzurri, non sarà ricordata con grande trasporto dai tifosi dello stadio Arechi. Ovviamente a pesare sono il risultato, i quattro-gol-quattro realizzati da Lautaro Martínez, per altro subentrato dalla panchina, la situazione complicata della squadra di Paulo Sousa – tre punti in sette partite giocate finora, quatto sconfitte nelle ultime cinque gare di campionato. Prima della gara, però, gli ultras granata hanno dato vita a delle immagini che hanno fatto il giro del mondo. E che resteranno per un po’ nella memoria di chi ama le coreografie fatte dalle curve, quelle grandi, spettacolari, che si lasciano filmare e fotografare. Nel caso specifico, il lavoro dei gruppi organizzati della Curva Sud Siberiano ha fatto anche un po’ di divulgazione culturale: prima del match contro l’Inter, infatti, i tifosi più caldi dell’Arechi hanno omaggiato – in modo creativo e approfondito, ovviamente nei limiti imposti dal contesto-stadio – una delle band più importante nella storia del rock, vale a dire i Pink Floyd.

La coreografia della curva della Salernitana era divisa in tre parti (e mezza): nella prima, la Curva Sud Siberiano è stata ricoperta dal “muro”, vale a dire ha riprodotto l’immagine di copertina dell’album The Wall dei Pink Floyd, uscito nel 1979; accanto al “muro”, ai due lati, c’erano anche le due facce di profilo che compongono l’immagine di copertina di The Division Bell, album pubblicato dalla band inglese nel 1994; in seguito i “mattoni” sono stati calati, e al centro della gradinata è comparso un altro simbolo piuttosto conosciuto agli amanti del rock, specialmente quelli dei Pink Floyd: lo schema di un prisma triangolare con la dispersione della luce, utilizzato per la copertina del disco The Dark Side of the Moon, uscito il primo marzo 1973, poco più di cinquant’anni fa. Nel prisma dei tifosi granata, non a caso, c’era scritto «Ci troverete sempre dall’altro lato della luna», e naturalmente si tratta di un altro riferimento al disco della band britannica.

Infine, per chiudere la coreografia, ecco comparire un diamante con dentro i simboli storici della Salernitana, ovvero l’ippocampo e la data di fondazione della società, 1919. Anche quest’ultima parte, ovviamente, richiama i Pink Floyd, come chiarisce anche la scritta «Continua a brillare pazzo diamante»: nel 1975, infatti, la band ha pubblicato pubblicato il singolo “Shine On You Crazy Diamond“, tratto dall’album Wish You Were Here e dedicato a Syd Barrett, che che aveva lasciato il gruppo nel 1968. Sotto trovate il video dell’intera coreografia, durata in tutto sei minuti. C’è stata anche l’evidente complicità del deejay dello Stadio Arechi: mentre gli ultras della Curva Sud mostravano i frutti della propria creatività e del proprio lavoro, gli altoparlanti suonavano “Another Brick in the Wall, tratta dall’album The Wall.

Ma cosa c’entrano i Pink Floyd con la Salernitana? Per alcuni amanti della cultura ultras che hanno discusso della coreografia su internet, la Curva Sud Siberiano potrebbe essersi ispirata al live di Pompei del 1972, o a quello di David Gilmour del 2016, due momenti che hanno fatto la storia della musica. Solo che Pompei si trova a metà tra Napoli e Salerno, non è propriamente una città granata. E quindi non ci sarebbe una reale influenza geografica. Più attendibile la ricostruzione del sito calciosalernitana.it, che ha pubblicato un articolo in cui ci sono dei virgolettati, non attribuiti, che in qualche modo spiegherebbero il senso della gigantesca coreografia dei tifosi granata: «Si parte con un muro: “The Wall”. La separazione tra due parti che non sono in contratto tra loro. Due facce che di guardano senza parlarsi o comunque con un muro tra loro. Perché? Perché spesso si vede solo il lato oscuro degli ultras… E in molti non vogliono “scavare”, andare a vedere cosa c’è in profondità nell’anima e nell’essenza degli Ultras. […] Nell’iconografia del prisma c’è il messaggio più importante: guardate bene attraverso le cose, se saprete farlo, il mondo ultras vi si svelerà, a suo modo, certo, ma saprà raccontarvi il suo autentico vissuto e la sua mentalità. Il senso profondo, quindi, è che questo muro così imponente può essere abbattuto, per capire ciascuno le posizioni e le motivazioni dell’altro. Gli Ultras e chi li “giudica” senza approfondire».