C’è una candidatura che vuole sfidare l’Arabia Saudita per i Mondiali 2034, e c’entra Erick Thohir

Le Federazioni di Australia, Indonesia, Malesia e Singapore sono pronte a presentare la loro offerta.

Le scelte della Fifa per la fase finale dei Mondiali del 2030, come dire, hanno spalancato le porte all’Arabia Saudita per l’elezione del 2034. È una questione di tempo e di geografia politica: le tre confederazioni (Sudamerica per Argentina-Uruguay-Paraguay, Europa per Spagna-Portogallo, Africa per il Marocco) che organizzeranno i Mondiali del centenario saranno escluse per regolamento dalle due successive, e lo stesso discorso vale per quella Nord-Americana, impegnata con Canada-Messico-Stati Uniti per ospitare l’edizione 2026. Insomma, praticamente restano solo Asia e Oceania. E non è tutto: l’Arabia Saudita è già ufficialmente candidata, e il tempo per presentare altri dossier è stato accorciato fino al 31 ottobre 2023. Insomma, sembra già tutto deciso. Se non fosse per l’Australia, affiancata da alcune nazioni che starebbero pensando di manifestare il proprio interesse per manifestare il torneo: Indonesia, Singapore, Malesia.

La notizia arriva da una fonte che più ufficiale non si può: Erick Thohir, ex proprietario dell’Inter non propriamente rimpianto dai tifosi nerazzurri, è infatti diventato presidente della Federcalcio indonesiana, nonché ministro delle imprese statali del 41º governo indonesiano. E ha rilasciato un’intervista, raccolta dal quotidiano Sydney Morning Herald, in cui ha raccontato di questo grande progetto condiviso tra Australia e Sud-Est asiatico: «Siamo in trattativa con il governo e le istituzioni sportive dell’Australia, e avevamo già raccolto l’adesione di Malesia e Singapore. Tutti abbiamo interesse a ospitare la Coppa del Mondo». Il quotidiano australiano, a corredo di queste parole, scrive che le autorità «erano riluttanti a presentare un’offerta che non fosse congiunta: l’ultimo tentativo risaliva all’edizione 2022, e la sconfitta contro il Qatar costò 46 milioni di dollari ai contribuenti australiani. Un’eventuale candidatura insieme ad altri Paesi potrebbe limitare i danni, in questo senso, anche in caso di mancata assegnazione».

Thohir ha spiegato che «l’accordo trasversale per questa candidatura potrebbe essere firmato il prossimo 31 ottobre», cioè nell’ultimo giorno utile per la presentazione alla Fifa del primo dossier. Quella relativa al poco tempo a disposizione non è l’unica complicazione che Australia, Indonesia, Malesia e Singapore dovranno risolvere: nell’esatto momento in cui l’Arabia Saudita ha presentato la sua candidatura, il presidente AFC (la confederazione calcistica dell’Asia) Shaikh Salman bin Ebrahim Al Khalifa ha garantito «il sostegno di tutta la grande famiglia del calcio asiatico» al progetto di Riyad. Visto Australia, Indonesia, Malesia e Singapore sono membri AFC, esattamente come l’Arabia Saudita, in pratica dovranno combattere – a livello di voti e di sostegno politico – anche con il “fuoco amico”. Un’altra difficoltà di un eventuale Mondiale potrebbe essere legata all’enorme distanza tra i Paesi coinvolti da Thohir, che tra l’altro non hanno mai conseguito grandi risultati calcistici, Australia a parte. Di contro, però, va segnalato che la Fifa segue con attenzione la crescita della passione per il gioco – quindi del mercato – in quell’area del pianeta: non a caso, viene da dire, l’Indonesia ospiterà i prossimi Mondiali Under 17, in programma tra novembre e dicembre. Basterà per togliere un Mondiale che sembra già assegnato?