Al Real Madrid, Jude Bellingham è già diventato una macchina da soldi

Il suo arrivo è stata una fantastica operazione commerciale, e sta già dando i suoi frutti.

Jude Bellingham ha iniziato alla grande la sua avventura con il Real Madrid. Al punto che è già partiro il dibattito sulla sua inevitabile collocazione nell’olimpo del calcio, sul fatto che forse, finalmente, il Madrid ha trovato l’erede di Ronaldo prima ancora di arrivare a Kylian Mbappé. Ad alimentare questa suggestione ci sono le reti decisive e le giocate meravigliose accumulate nelle prime partite di Liga e di Champions, ma anche i dati sul suo impatto commerciale. Che è già enorme, anche perché è stato gestito benissimo da tutti coloro che fanno parte della galassia-Bellingham: il calciatore, la sua famiglia, il suo entourage, il suo sponsor tecnico (adidas, lo stesso del Real Madrid), i dirigenti del suo nuovo club. In questo lungo reportage, per dire, The Athletic racconta che «le vendite delle maglie con il nome di Bellingham sono superiori di dieci volte a quelle col nome di Vinícius». A dirlo è una fonte anonima legata al Real, che a sua volta cita dati non confermati ufficialmente dalla società o da adidas. Ma la dichiarazione resta. Ed è piuttosto significativa.

Per comprare Bellingham, il Real ha investito 103 milioni di euro. Più bonus. Come detto, il fatto che il giocatore e il club madrileno condividano lo stesso fornitore tecnico ha permesso di mettere a punto una strategia trasversale e coordinata: non appena il trasferimento è stato ufficializzato, è stata lanciata subito una campagna in cui Jude indossa la maglia blanca, e sotto di lui compare lo slogan “Made in Birmingham. Real at 100%”. Il legame fortissimo con Birmingham, dove Bellingham è nato e cresciuto, è stato sfruttato a fondo dai pubblicitari adidas: a pochi giorni dall’annuncio del suo passaggio al Madrid, Jude è apparso in un temporary store allestito in città e ha regalato diverse maglie del Real ai bambini del posto.

Un altro aspetto importante nell’operazione-Bellingham riguarda la sua età: è nato nel 2003, quindi ha una perfetta conoscenza dei social, di come si vive su internet. Gareth Balch, amministratore delegato e co-fondatore di Two Circles, un’agenzia di marketing sportivo, ha detto a The Athletic che «un sacco di calciatori nati nel decennio precedente non hanno affrontato bene l’impatto della rete nelle loro vite. Bellingham appartiene a una nuova generazione ed è una star da quando aveva 16 anni. Così ha scelto le professionalità giuste per gestire la sua immagine, viene consigliato in modo giusto e sa fare le scelte migliori». Non a caso, viene da dire, uno dei primi passi fatti sui social da giocatore del Real è stato connettersi con Vinícius Júnior e Eduardo Camavinga, due tra i giocatori più cool nella rosa di Ancelotti. E poi Jude ha creato una sinergia anche con Carlos Alcaraz, che non sarà un suo compagno di squadra ma di certo è uno dei tifosi più “instagrammabili” in assoluto, e non solo dentro la fanbase del Madrid.

Per quanto riguarda il contratto tra Bellingham e il Real, pare l’accordo preveda una ripartizione 50-50 dei proventi legati all’immagine del calciatore. Il club di Florentino Pérez prova a seguire sempre questa politica, e infatti in passato ci sono stati dei problemi al momento delle trattative con Cristiano Ronaldo o con lo stesso Mbappé. D’altra parte, però, stiamo parlando del club-brand più prestigioso al mondo. In virtù di questo, il Real si arroga anche il diritto di porre dei veti su certe sponsorizzazioni dei suoi tesserati, in particolare quelle che riguardano il mondo delle criptovalute. Secondo Balch, si tratta di un compromesso conveniente per tutti: «Il club ha bisogno di una grande stella, ma anche una stella ha bisogno di un grande club. Il Real Madrid ha capito questo passaggio e cerca di sfruttarlo il più possibile». In questo senso, è chiaro che anche Bellingham abbia beneficiato della sua nuova avventura: i suoi follower di Instagram sono praticamente raddoppiati – da 10 milioni a 19 milioni – grazie alla popolarità globale del Madrid. Insomma, Bellingham è già diventato una macchina da soldi. Per sé e per il club che ha deciso di investire su di lui. E che gli ha pure affidato una maglia diventata iconica, nell’ambiente del Bernabéu: quella con il numero 5, scelta e indossata da Zidane dopo il suo trasferimento dalla Juventus. Visto come stanno andando le cose, in campo e fuori, si tratta di una scelta a dir poco indovinata.