Sono già passati dieci anni da uno dei gol di squadra più belli di sempre

L'azione iniziata e conclusa da Jack Wilshere è entrata nella leggenda.

L’Arsenal 2013/14 è rimasto nella memoria collettiva come l’ultima edizione davvero godibile dei Gunners con Wenger in panchina. A dirlo sono i risultati: a fine anno arrivarono la FA Cup e una comoda qualificazione in Champions, a soli sette punti dal City campione d’Inghilterra. Soprattutto la primissima parte di stagione fu accecante: dopo la sconfitta all’esordio contro l’Aston Villa, Özil – appena arrivato dal Real Madrid – e compagni misero insieme otto vittorie e un pareggio in campionato, più altri due successi in Champions League. Nel corso di quel magico aviio, i Gunners affrontarono il Norwich in casa: la gara finì 4-1, e venne aperta da un meraviglioso gol segnato da Jack Wilshere, allora centrocampista 21enne già titolare da tre anni, una sorta di fuoriclasse già definito, una promessa destinata a segnare un’epoca del calcio inglese. Sappiamo che per lui non è andata così, ma quel gol è rimasto nella storia. E oggi festeggia i dieci anni esatti: Arsenal-Norwich, infatti, si giocò il 19 ottobre 2013.

Cos’ha di speciale questo gol? Semplice: arriva al termine di un’azione splendida, avviata dallo stesso Wilshere nella trequarti avversaria e poi chiusa dopo cinque passaggi di prima ad altissimo coefficiente di difficoltà. Il primo tocco tra le linee è verso Santi Cazorla, che smista subito in avanti verso Giroud, in posizione da pivot; l’attaccante francese fa rimbalzare la palla sul suo tacco, in modo da assecondare l’inserimento a rimorchio di Wilshere; il passaggio di Giroud è leggermente lungo, e allora Wilshere non può fare altro che alzare il piede sinistro all’indietro per cercare di non perdere il possesso, e alla fine quel tocco direziona di nuovo la sfera verso Giroud; l’attuale centravanti del Milan vede – o forse lo sa senza bisogno di vederlo davvero – che Wilshere ha continuato ad andare avanti, a infilarsi dentro la linea difensiva del Norwich, e allora fa uno scavetto col sinistro in modo da poterlo servire sulla corsa. È un assist perfettamente dosato, Wilshere si ritrova solo davanti al portiere e può chiudere l’azione-capolavoro con un’ultima giocata di fino, un piatto al volo che toglie il tempo a Ruddy, estremo difensore del City, e manda la palla all’angolo opposto.

L’avrete già visto migliaia di volte, e allora perché non rivederlo ancora?

Wilshere esulta infilandosi il dito in bocca e poi facendosi scivolare sul prato dell’Emirates. In basso, dopo essersi goduto l’azione, c’è Bacary Sagna che si gira verso il guardalinee sperando che non alzi la bandierina – il Var e il fuorigioco semiautomatico sarebbero arrivati solo alcuni anni dopo. In effetti l’azione è talmente veloce che il sospetto c’è, è inevitabile, ma in realtà Wilshere parte decisamente dietro all’ultimo difensore del Norwich. Il guardalinee forse se ne è accorto, forse no, ma la cosa importante è che non alza la bandierina. Così il gol viene convalidato, per fortuna – in certi casi si può dire. Anche l’Arsenal ha celebrato i dieci anni da quel giorno con un articolo pubblicato sul suo sito: Wilshere ricorda bene che «certe azioni le facevamo spesso durante gli allenamenti, Wenger voleva che provassimo a fare cose del genere, voleva che giocassimo così». E meno male, aggiungiamo noi.