Milan-Juventus 0-1 è stata una partita chiaramente indirizzata dai momenti, dai singoli episodi. Ognuno può scegliere il suo preferito, o quello che ritiene più importante: l’espulsione di Thiaw bruciato sullo scatto da Moise Kean, il tiro deviato di Locatelli che alla fine ha determinato il risultato, la parata di Szczesny al minuto 14′. Ecco, noi scegliamo Szczesny. Per un motivo molto semplice: il Milan di Pioli aveva approcciato benissimo la partita, fin dai primi secondi di gioco aveva schiacciato la Juve nella sua metà campo, aveva pressato con intensità, recuperato il pallone in zona avanzatissima, ribaltato velocemente l’azione. I rossoneri, si può dire, meritavano un vantaggio che sarebbe pure arrivato, se non fosse stato per Szczesny, appunto. Se non fosse stato per un intervento che, in qualche modo, ha sedato il Milan e quindi la partita, ha permesso alla Juve di uscire un po’ dall’apnea, ha cementato il piano-gara difensivo preparato da Allegri. Poi dopo sono arrivati gli altri momenti-episodi decisivi: l’espulsione di Thiaw, il gol di Locatelli. Il calcio e il mondo non si raccontano attraverso i periodi ipotetici, ma senza la parata di Szczesny tutto questo non sarebbe successo.
E quindi quella parata pesa tantissimo. Anche perché è bellissima, difficilissima, tutta da spiegare e da raccontare. Partendo magari dalla descrizione di un’azione splendida del Milan, un assolo di Leão sfruttato in modo perfetto da Giroud, qualsiasi portiere avrebbe potuto/dovuto subire gol e non ci sarebbero stati dubbi e accuse, nel senso che non avrebbe avuto colpe. Leão, infatti, incenerisce Gatti in velocità sulla sinistra e poi sposta la palla in modo elegante ed efficace, così si costruisce lo spazio per un cross teso, tagliato, dosato nel modo giusto. Giroud, che è un grande attaccante e anche un centravanti mancino, legge perfettamente le intenzioni del compagno e si fa trovare nella posizione giusta per battere a rete col suo piede forte: arpiona la palla e allo stesso tempo se la porta avanti, bruciando Rugani e aprendosi lo specchio per la conclusione in diagonale. Una conclusione velenosa e precisa, non forte, non serve metterci troppa potenza, Giroud lo sa e impatta la palla nel modo giusto.
Succede tutto velocemente, solo che Szczesny è ancora più veloce. Inoltre la sua parata si scompone in due, nel senso che il portiere della Juventus ha dovuto piegarsi verso il basso e allungarsi verso sinistra per intercettare la palla. Nonostante questo doppio movimento, il numero uno della Juventus riesce a deviare la sfera soltanto con la punta delle dita, con l’ultimissima parte dei guantoni, praticamente con le unghie: il tiro di Giroud del resto era veramente angolato, e quindi serviva un miracolo anche solo per pensare di sventarlo. Il miracolo avviene. Ed è impressionante vedere quanto specchio di porta risulta chiuso dalla figura di Szczesny subito dopo la parata, soprattutto se pensiamo che il portiere della Juve, al momento del tiro, si trovava accanto al primo palo, vale a dire nella posizione giusta per difendere una conclusione del genere. L’intervento di Szczesny, quindi, è un prodigio fisico e tecnico, allo stesso tempo: poche persone al mondo possono essere così esplosive in un doppio movimento così complesso; ancora meno persone possono metterci vicino un allungo così maestoso e pure in tuffo, con il braccio tutto proteso verso l’esterno.
Nessuno ci crede
Mentre vi riguardare per la 18esima volta il video, vi consigliamo di concentrarvi per un attimo sulle reazioni dei giocatori del Milan. Nell’inquadratura ce ne sono tre: Leão, che ha servito l’assist; Giroud, crollato a terra subito dopo la parata di Szczesny; Pulisic, che ha seguito l’azione e sperava di ribadire in rete la palla. Tutti e tre esplodono in un gesto di stizza e incredulità: Leão alza gli occhi al cielo e shakera entrambe le mani aperte accanto al volto; Pulisic le mani se le mette in testa, piegando i gomiti; Giroud infine se le porta agli occhi e alle tempie, poi le chiude a pugno e le sbatte sul terreno di gioco. Come se la colpa fosse sua, e invece non è così: lui ha fatto tutto quello che poteva e che doveva, però stavolta Szczesny è stato più bravo di lui. Ed è così che si indirizzano le partite, soprattutto quelle che risulteranno decise dagli episodi, sudai momenti. È così che si comportano i campioni: incidono sul risultato in modo pesantissimo, anche e soprattutto se sono portieri, anche se non sembra.