Il Fenerbahce è una delle squadre più belle d’Europa, in questa stagione

Nonostante la rivoluzione estiva, ha messo insieme 18 partite e 18 vittorie. E ha tantissimi giocatori di culto.

Come si rende esaltante una squadra di calcio? In casi come quello del Fenerbahce, basterebbe leggere i nomi dei giocatori che compongono la rosa. Anzi: basterebbe leggere solo alcuni nomi, per esempio quelli di Dusan Tadic, Edin Dzeko, Fred, Cengiz Under, Michy Batshuayi, Rodrigo Becão. Sì, certo: in questo elenco non c’è nessun talento dalle grandi prospettive, sono tutti calciatori che hanno già dato il meglio o che (come Under, per esempio) promettevano tanto e ora cercano di rilanciarsi. Il punto, però, è che il Fenerbahce ha fatto proprie e ha interpretato al meglio le tendenze del calciomercato turco – i club di Süper Lig hanno ricominciato a investire dopo la crisi legata alla pandemia, ma hanno concentrato i loro sforzi su nomi attempati e un po’ in disarmo, o comunque già noti al grande pubblico. E non è tutto: la squadra della parte asiatica di Istanbul sta mettendo insieme dei risultati incredibili, sia in campionato che in Europa. Dopo il 3-1 contro il Ludogorets nella terza gara dei gironi di Conference League, il Fener è arrivato a 18 vittorie su 18 partite disputate in questa stagione. Anche lo score dei gol è spaventoso: sono 53, di cui 24 in Süper Lïg e 29 in Conference League.

Ora è il momento di fare dei distinguo. Di pesare i numeri. Intanto, va detto che il Fenerbahce ha iniziato la Conference League dal primissimo turno preliminare, addirittura a fine luglio, e quindi è già a quota nove partite disputate nella terza competizione europea. In virtù di tutto questo, gli avversari incrociati finora sono stati tutt’altro che trascendentali: nelle tre sfide estive andata e ritorno, la squadra turca ha battuto Zimbru Chisinau (5-0 a Istanbul e 0-4 in Moldavia), Maribor (3-1 in casa e 0-3 in Slovenia) e il Twente (5-1 a Istanbul e 0-1 a Enschede); ai gironi, invece, Dzeko e compagni hanno vinto contro Nordsjaelland, Spartak Trnava e il già citato Ludogorets. Se guardiamo alle partite di campionato, invece, il Fenerbahce non ha ancora incontrato nessuna rivale diretta: i derby infuocati contro Galatasaray e Besiktas, ma anche gli incroci con Adana Demirspor (terza in classifica) e Trabzonspor (quinto), arriveranno nei prossimi mesi.

Al netto della consistenza degli avversari, le partite vanno sempre e comunque vinte. E non è una cosa scontata, soprattutto se stiamo parlando di una squadra reduce da una vera e propria rivoluzione di mercato. Difficile usare altri termini, per descrivere l’ultima estate del Fener: i soldi arrivati per le cessioni di Guler (20 milioni dal Real Madrid), Szalai (12 milioni dall’Hoffenheim), Bruma (6,5 milioni dal Braga) e Diego Rossi (cinque milioni dal Columbus) sono stati reinvestiti in parte sui cartellini (il Fener ha speso poco più di 40 milioni per prendere Under, Szymanski, Fred, Becão, Livakovic e Muldur) e in parte per gli stipendi dei giocatori arrivati a parametro zero, ovvero Dzeko, Tadic, Djiku e Kent. Il tecnico Kartal, uomo-simbolo del club, ha costruito la squadra intorno a Kadioglu e Yuksek, 24enni talentuosi che non sono stati sacrificati sul mercato, e sta alternando in modo intelligente tutti i nuovi acquisti, soprattutto in avanti. Tra tutti spicca Edin Dzeko, autore di nove gol, capocanoniere della squadra e secondo miglior marcatore della Süper Lïg, ma anche Szymanski (anche lui autore di nove reti, di cui tre nei preliminari di Conference) e Tadic (sei gol) stanno facendo benissimo. Contro il Ludogorets, poi, sono arrivate le prime marcature stagionali di un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano, l’ex Empoli Miha Zajc.

Dal punto di vista tattico, Kartan sta lavorando nell’unico modo possibile, quando si ha a disposizione un reparto offensivo così vasto e così vario: il Fener difende con una linea a quattro, quasi sempre composta da Osayi-Samuel, Becão, Djiku e Kadioglu, e poi sguinzaglia i suoi talenti dal centrocampo in su, alternando il doble pivote e il triangolo rovesciato. In avanti ci sono sempre tre attaccanti di ruolo, a volte anche quattro: Szymanski gioca da sottopunta, Tadic agisce soprattutto come esterno di fantasia, mentre il minutaggio di Dzeko viene gestito in maniera accorta, oculata, in modo che possa giocare il più possibile ma senza esagerare; non a caso, viene da dire, il centravanti bosniaco ha messo insieme 12 gare da titolare ma ne ha giocata solo una per intero, e il suo minutaggio complessivo è di 966 minuti in 13 partite, meno di 75 minuti per match. Certo, come detto gli avversari affrontati finora non hanno rappresentato un stress test davvero impegnativo per il Fener, sia in Turchia che in Europa. Ma la strada sembra essere quella giusta: a volte le squadre esaltanti, e persino quelle di culto, riescono anche a diventare vincenti.