La Süper Lïg turca assomiglia sempre di più a un cimitero degli elefanti

I grandi club di Istanbul, e non solo, stanno puntando su calciatori più che stagionati.

Il Galatasaray che ha vinto l’ultimo titolo nazionale e che è tornato ai gironi di Champions League deve aver mostrato la strada a tutti gli altri club turchi. Vale a dire: già un anno fa, e poi durante il mercato estivo 2023, la dirigenza della squadra che fu di Hagi e di Terim ha deciso di puntare su calciatori non proprio giovanissimi, certamente d’esperienza, molti con un passato abbastanza illustre nel campionato di Serie A. Per chi non volesse approfondire, ecco una lista di nomi incompleta ma comunque significativa: Icardi, Ziyech, Mertens, Sérgio Oliveira, Torreira, Bakambu, il veterano Muslera. Come detto, questa politica di reclutamento ha fatto scuola: nell’estate che sta per finire, infatti, diverse altre squadre della Süper Lïg, non solo le big, hanno applicato lo stesso identico modello. Raggiungendo delle vette di mercato cult finora inesplorate.

Per amor di verità, cominciamo dicendo che la tendenza del calcio turco è questa da sempre, più o meno: piuttosto che investire su giovani di talento, da quelle parti preferiscono andare sull’usato sicuro. Prima abbiamo fatto il nome di Hagi, che infatti si trasferì a Istanbul nel 1996, a 31 anni, dopo aver dato il meglio di sé con le maglie del Real Madrid, del Barcellona, del Brescia; se guardiamo soltanto agli ultimi tre anni, e andando oltre i colpi del Galatasaray, in Turchia sono sbarcati pure Marc Bartra, João Pedro, Omar Colley, Marek Hamsik, Bruno Peres, Gervinho, Benatia, José Sosa e tanti altri nomi che non possiamo inserire per una mera questione di spazio. Quest’estate, però, abbiamo raggiunto dei nuovi apici: sempre al netto del Galatasaray, la Süper Lïg ha accolto Cengiz Ünder (Fenerbahce), Fred (Fenerbahce), Rodrigo Becão (Fenerbahce), Edin Dzeko (Fenerbahce), Dusan Tadic (Fenerbahce), Ante Rebic (Besiktas), Alex Oxlade-Chamberlain (Besiktas), Mbaye Niang (Adana Demirspor), Nani (Adana Demirspor).

E se pensate che questa politica di mercato riguardi solo le grandi squadre, quelle che partecipano alle coppe europee e quindi possono esercitare un certo appeal su giocatori al crepuscolo della carriera, vi sbagliate profondamente: anche i club più piccoli si stanno rivolgendo a questo tipo di profili. Basti pensare che il Fatih Karagumruk, l’ex squadra di Pirlo, ha preso tutti insieme Veseli (dal Benevento), Sturaro (dal Genoa), Rohden (dal Frosinone), Lasagna e Ceccherini (entrambi dal Verona). Oppure si può andare in casa del Konyaspor, che ha acquistato Nzonzi e Schnederlin. L’Antalyaspor, poi, è andata a ripescare addirittura il 34enne Naldo, che solo i più intrepidi ricorderanno con le maglie di Bologna e Udinese. Insomma, è sempre più chiaro che la Süper Lïg somigli – voglia somigliare – a un cimitero degli elefanti. A una sorta di torneo intersociale per atleti che un tempo frequentavano il grande calcio e soprattutto la Serie A, ma che poi hanno raggiunto il limite d’età. Evidentemente in Turchia questo limite è posto sensibilmente più alto.