Leo Messi ha meritato il Pallone d’Oro 2023, molto più di altre volte

Il problema non è l'assegnazione di quest'anno, ma ciò che è successo in alcune edizioni del passato.

Il Pallone d’Oro è un premio storicamente controverso. Da sempre, in pratica, si discute sulla sua stessa natura, sul fatto che sia opportuno dare importanza a un premio individuale nell’ambito di un gioco di squadra, sui criteri con cui vengono scelti e poi votati i candidati, anche su quando consegnarlo – fine stagione o fine anno solare? Al momento è a fine stagione. Non tutti ricorderete le faide alla fine degli anni Novanta o all’inizio dei Duemila, quando a ricevere il premio di France Football furono Figo e non Zidane, Ronaldo e non Roberto Carlos, Sammer e non qualsiasi altro calciatore. Nulla di tanto diverso rispetto a quanto succede nella nostra era, solo che da quindici anni a questa parte ci sono Messi e Ronaldo: il loro è stato – è ancora, visto com’è andata poche ore fa – un duopolio illuminato e incontrovertibile ma anche alimentato ad arte, con Palloni d’Oro consegnati in modo un po’ eccessivo, un po’ forzato, come se potessero/dovessero vincerlo solo loro e nessun altro fosse ammesso alla festa. Se volete, qui trovate un resoconto esaustivo su come sarebbe stato il Pallone d’Oro senza di loro.

Attenzione: questo non vuol dire che Messi e Ronaldo non abbiano mai meritato di vincere il premio. È l’esatto contrario: avrebbero dovuto essere premiati, anche più volte a testa, ma non in modo così esclusivo. Così si toglie credibilità all’essenza del premio. In alcune occasioni la giuria di France Football e quella della Fifa – tra il 2010 e il 2015 il premio è stato organizzato dalla Federazione internazionale – hanno esagerato, hanno scelto loro nonostante avessero potuto (dovuto) andare in altre direzioni. Ed è proprio questo il senso dell’articolo che state leggendo: il Pallone d’Oro del 2023 è stato assegnato in modo giusto, Messi l’ha ricevuto con pieno merito. A differenza di altre volte.

Messi ha vinto il Pallone d’Oro perché ha vinto il Mondiale. E poi perché il Mondiale che ha vinto lo ha giocato in modo strepitoso. Per numero di gol (sette, di cui due in finale), per la qualità delle prestazioni, per la leadership mostrata nei momenti belli e in quelli difficili. In questo senso non va dimenticato che la bellissima Argentina di Scaloni aveva perso la prima partita contro l’Arabia Saudita e poi si è qualificata con relativa tranquillità, che la Selección aveva dominato la finale per 80 minuti e poi la Francia ha recuperato due gol, che poi nei supplementari Messi aveva segnato di nuovo e poi Mbappé aveva pareggiato ancora. Ecco, appunto: Kylian Mbappé. Se fosse stata la Francia a vincere il Mondiale, per altro con una tripletta di Mbappé in finale, il premio sarebbe andato all’attaccante del Paris Saint-Germain. O meglio: se fosse andato comunque a Messi, si sarebbe consumata un’enorme ingiustizia.

Ora possiamo discutere per un anno intero, eppure non riusciremo a decidere se questo sia il criterio giusto per assegnare il Pallone d’Oro – è esattamente ciò che abbiamo raccontato all’inizio di questo articolo. Il problema vero, quindi, non riguarda l’edizione 2023, piuttosto l’ingiustizia che ha impregnato alcune assegnazioni precedenti. Pensiamo al 2010: l’Inter di Mourinho vince il Triplete dopo aver eliminato il Barcellona, l’Argentina viene spazzata via dalla Germania ai quarti di finale dei Mondiali, la Spagna vince il torneo con gol decisivo di Iniesta eppure il Pallone d’Oro viene assegnato a Messi; nel 2019 il Liverpool vince la Champions dopo aver eliminato il Barcellona, l’Argentina perde la semifinale di Coppa America contro il Brasile eppure il Pallone d’Oro finisce ancora a Messi; due anni dopo – in mezzo c’è stata la decisione incomprensibile di annullare il premio e quindi di non consegnarlo a Lewandowski – il Chelsea vince la Champions, l’Italia vince gli Europei e l’Argentina vince la Coppa America, eppure a fine anno il Pallone d’Oro è ancora nelle mani di Messi.

Secondo Pep Guardiola, il Pallone d’Oro dovrebbe essere doppio. Nel senso che Leo Messi dovrebbe riceverne uno ogni anno, poi gli altri, cioè gli umani, potrebbero giocarsi una versione alternativa del premio. Visto che non può essere così, allora è chiaro che qualcosa sia andato storto: Messi è arrivato a quota otto, ma probabilmente ne avrebbe meritati di meno. In questo conteggio, però, non può essere inserito il premio di quest’anno. A confermarlo, in fondo, è il podio di cui ha occupato il gradino più alto: di Mbappé, terzo, abbiamo già detto; al secondo posto è arrivato Erling Haaland, vincitore del Treble e autore di 52 gol nella sua prima stagione al City.

Ecco, torniamo ancora al discorso iniziale: alla fine di un’annata senza Mondiali, il Pallone d’Oro sarebbe dovuto andare a lui, se i giurati di France Football avessero voluto rendere giustizia al loro ruolo. Ma abbiamo visto l’Argentina vincere – con pieno merito, per altro – la Coppa del Mondo dopo 36 anni, abbiamo visto Messi vincere l’unico trofeo che mancava alla sua carriera perfetta. Piaccia o meno, tutto questo non poteva passare in secondo piano. Doveva essere celebrato con il Pallone d’Oro. Questo non cancella errori, le esagerazioni, le scelte evidentemente politiche e commerciali che sono state fatte negli ultimi quindici anni. Ma non è mai troppo tardi per fare giustizia.