Anche un gol sbagliato può essere meraviglioso

Uno stop a seguire e un tiro al volo di Dybala sono il nostro momento preferito dell'11esima giornata di Serie A.

I gol belli che non vengono segnati, nel calcio di oggi, sono molto sottovalutati. Forse è perché appartengono soltanto ai tifosi veri, cioè a chi segue tutte le partite, tutte intere, di una determinata squadra. Non è colpa di nessuno, in fondo siamo nell’epoca della fruizione veloce: i video in cui ci sono i gol e nient’altro stanno fagocitando le vecchie sintesi complete e corpose, poi ci sono troppe partite di troppi campionati da seguire, non c’è tempo per celebrare qualcosa che non sia stato decisivo. Inoltre, c’è da tener conto di un altro aspetto: il paradosso è che i gol sbagliati in modo clamoroso, a causa di un grave errore tecnico, hanno una risonanza maggiore rispetto a una rete bella fallita di poco, per qualche centimetro. È un meccanismo perverso, a pensarci bene: i registi e i montatori tv preferiscono – perché lo preferiamo noi, ovviamente – focalizzarsi su un calciatore professionista che sbuccia un tiro oppure manca una deviazione da zero metri, piuttosto che una grande giocata che però non viene trasformata in un gol. Forse doveva andare così, era inevitabile, ma che tristezza.

Nel corso di Roma-Lecce 2-1, una partita a dir poco perversa, Paulo Dybala ha fatto una giocata – prima di fallire un gol – che è passata inosservata. O meglio: che è stata oscurata da quello che è successo nei minuti di recupero, dal rigore sbagliato di Lukaku, dalla paura dell’Olimpico per una sconfitta che sembrava inevitabile e poi è diventata gioia per una vittoria di quelle belle, di quelle che n0n si dimenticano. Il punto, però, è che anche la giocata di Dybala non avremmo dovuto dimenticarla. Perché è stata davvero splendida, nonostante non si sia tradotta in gol.

Succede tutto più o meno alla mezz’ora, all’apice di un’azione insistita della Roma: Dybala tira una prima volta grazie a una bellissima coordinazione al volo, però il suo tiro viene ribattuto da Lukaku; il pallone continua a danzare dentro e fuori l’area del Lecce, Bove prova un’altra conclusione ma il pallone viene respinto; la sfera arriva a Karsdorp, che crossa basso al centro e trova ancora Dybala. Ed è qui che il fantasista argentino si inventa una giocata da Fifa Street, da video su X/Twitter girato nei tornei delle favelas brasiliane, da Nikefootball dei primi anni Duemila: mette il corpo e il piede – il sinistro, ovviamente – in modo che il pallone ci sbatta sopra, solo che ovviamente è un modo per controllarlo e fargli fare quello che vuole, ovvero per poterselo alzare e farlo continuare a scorrere; davanti a Dybala c’è Kaba, una specie di armadio in maglia e calzoncini che si fa anticipare – e fin qui ci sta, vista anche la differenza di stazza – ma poi non riesce a reagire all’idea geniale di Dybala: la palla lo scavalca e lui ne è totalmente sorpreso, resta fermo per un istante e poi fa un saltello per riposizionarsi e tentare il tackle, è quasi tenero nel suo tentativo di recuperare dopo essersi fatto bruciare, anche perché non è colpa sua. È merito di Dybala, che è velocissimo e ha una sensibilità tecnica estrema, nel suo piede sinistro: lo stop a seguire gli mette il pallone nella posizione perfetta per tentare un’altra meravigliosa coordinazione al volo, lui inarca il corpo in modo perfetto, impatta la palla in modo perfetto, la scivolata di Kaba arriva in ritardo, la palla passa, la traiettoria è a uscire verso il secondo palo e anche quella sembra perfetta. Non lo è, per questione di micron. Falcone si inginocchia, non tenta davvero il tuffo: non ci sarebbe arrivato mai, in fondo. La palla accarezza il palo esterno e finisce fuori. Lukaku ed El Shaarawy si disperano con gesti infantili. Hanno perfettamente ragione a farlo.

Anche il telecronista ci è rimasto male

È brutto pensare che una giocata del genere sia destinata all’oblio. Ed è brutto pensare che, in fondo, nessuno potrà fare niente per cambiare questa cosa. Nel nostro piccolo, questo articolo serve proprio a cercare di mantenere viva la memoria di un gol che sarebbe potuto essere e non è stato, che molto probabilmente l’anno prossimo avremmo potuto scegliere come Gol dell’Anno e invece resterà solo un evento bello ma effimero, un rimpianto di Dybala – per altro piccolo e sbiadito da una vittoria arrivata nei minuti finali. Magari anche qualche tifoso romanista apprezzerà questo tentativo di non cancellare un momento che sarebbe rimasto sepolto in qualche highlights, perché in fondo i gol sbagliati sono molto più di quelli segnati, e anche quelli possono essere meravigliosi.