Parliamo di complessità, parliamo del gol di Pulisic

Lo stop, la corsa, l'intuizione del pallonetto – e naturalmente l'assist di Maignan. C'è molto, di bello, nel 2-0 del Milan.

Quando Christian Pulisic mette giù il rinvio di Maignan che ha attraversato in volo tre quarti di campo con un singolo tocco del piede destro, San Siro non urla di stupore. Forse perché il numero undici è circondato da tre giocatori del Frosinone, e Pulisic non ha il primo passo di Leão, e quindi sì, stop fantastico, ma vedrai che adesso la perde. Invece l’americano il pallone l’ha addomesticato e orientato in modo perfetto, il tocco ricorda quello di Roberto Baggio lanciato da Pirlo che non un solo gesto salta Van der Sar in uscita in un vecchio Brescia-Juventus passato alla storia, e i difensori non lo raggiungono, lui non si fa trattenere, scappa via a tutti e poi c’è un’altra parte difficile, quella per cui tutto quello sforzo potrebbe diventare una cosa sì bella, ma destinata a essere dimenticata: il tiro. Anche questo era difficilissimo: perché Okoli gli sta attaccato e lo disturba, perché lui è sbilanciato verso l’esterno, perché il pallone prende un rimbalzo strano e lui deve rallentare, aspettare il pallone che si è attardato ma far sì che Okoli non intervenga e che Turati non esca sulla porta.

Cosa può fare, da lì, vertice dell’area piccola destra, in piena velocità, un giocatore di piede destro? Tirare un mezzo esterno potentissimo, con il rischio di svirgolare il pallone in curva. Incrociare? Non se ne parla, traiettoria impossibile. Fermarsi e aspettare il rimorchio di Jovic? Sì, ma anche qui con il rischio di essere recuperato. Pulisic fa la cosa più difficile: un tocco sotto che gli permette di unire la precisione alla sicurezza. Imparabile per Turati, imprendibile per i difensori che provano disperati a intercettarla.

Poi c’è il lancio di Maignan, certo: lavorando con i paragoni, ricorda un altro assist del portiere francese. È il febbraio 2022, siamo sempre a San Siro, è sempre lo stesso lancio. Teso, lungo ma preciso, più laterale questa volta, con Leão che non la mette giù di prima ma attende un rimbalzo, e poi con l’esterno, di controbalzo, si avventa nello spazio lasciato dal povero Bereszynski come un falco su un topolino, e fa 1-0 al minuto 7 del primo tempo.

E voi come avreste tirato?

Pulisic è uno degli acquisti più sottovalutati, forse, del Milan 2023/24. Una squadra che non ha ancora trovato la sua quadra, è vero, che vive di strappi, emozioni e però anche amnesie e depressioni – vedi Inter e Dortmund. Pulisic ha fatto 5 gol in 12 partite, numericamente è una delle migliori stagioni della sua carriera, eppure c’è chi dice che segna solo contro le piccole. Ma non è forse questo un merito, saper aprire le partite che, fino all’anno scorso, erano proprio il tallone d’Achille di questo Milan? L’ha dimostrato in altri gol: Pulisic ha l’intuizione spietata, nell’atto del gol, del calciatore che sa prendere la decisione giusta al momento giusto, che è esattamente ciò che manca in questi rossoneri che sono la squadra che colleziona più Expected Goals e ne butta pochissimi in fondo alla rete. Per dominare contro le big non basta un uomo da solo, come il Milan ha dimostrato nella primavera 2023 contro il Napoli e il Tottenham. Serve una squadra che si muove e pensa come un unico cervello, muscolo e motore. E su questo c’è ancora da lavorare.