L’incredibile rinascita di Borja Mayoral

Il miglior attaccante spagnolo della Liga è una vecchia conoscenza della Roma e del Real Madrid.

Se non fosse per lo strepitoso inizio di stagione di Jude Bellingham, sapete chi sarebbe il capocannoniere della Liga? Sì, esatto: proprio Borja Mayoral, ex attaccante di Real Madrid e Roma che un anno e mezzo fa è passato al Getafe. E che ora sta vivendo un rinascimento inatteso e inaspettato, quantomeno nelle proporzioni: siamo già a 12 gol stagionali in 18 partite, dieci in Liga e due in Copa del Rey. Certo, su certi numeri pesa sicuramente il rendimento di squadra, vale a dire la grande stagione del nuovo-vecchio Getafe di José Bordalás: due anni dopo il suo addio, l’allenatore valenciano è tornato “a casa” e ha ripreso esattamente laddove aveva finito, cioè sta portando il Getafe a ridosso – se non dentro – la zona Europa. La presenza di Bordalás ha avuto un effetto chiaramente balsamico anche su Mayoral: nella stagione scorsa, l’attaccante allevato alla Fábrica – la cantera del Real Madrid – aveva messo insieme nove gol in tutte le competizioni. Una quota appena sufficiente, mentre oggi sembra un giocatore completamente diverso.

I meriti di questo ritorno al futuro – ai tempi degli esordi a Madrid, infatti, Mayoral era considerato una grande promessa a livello nazionale e anche internazionale: tra poco ne parleremo – non vanno ascritti solo all’allenatore del Getafe: come racconta El País in questo articolo, la carriera e la vita di Mayoral sono cambiate rispetto a qualche anno fa. Merito di una scelta che ormai sta diventando sempre più comune, tra i calciatori di alto livello: quella di allestire uno staff privato che in qualche modo riesca a regolare gli allenamenti e anche la vita privata degli atleti. In pratica, ora Borja Mayoral viene seguito da un nutrizionista, un preparatore atletico, un mental coach e un fisioterapista personali.

L’elenco non è stato compilato a caso, nel senso che quella del nutrizionista è la figura chiave: Borja Mayoral, infatti, soffre di una particolare forma di diabete, deve tenere sotto controllo in modo costante la sua curva glicemica, e quindi il suo benessere è strettamente legato a ciò che mangia. E al modo in cui lo smaltisce. Di conseguenza, la sua crescita fisica – prima ancora che tecnica – è stato determinante per il suo ritorno ad alti livelli: Bordalás, a sua volta decisivo per la scelta di rimanere al Getafe, ha lodato proprio i miglioramenti atletici di Mayoral. Non a caso, viene da dire, ha già segnato tre gol di testa: è già il suo record stagionale in carriera. «Sono il suo allenatore e vedo come lavora ogni giorno: per me merita la Nazionale», ha detto il tecnico del Getafe.

Sembra un’esagerazione, forse non lo è più. Come anticipato, di certo non era un’esagerazione fino a qualche anno fa: tra il 2015 e il 2019, infatti, Mayoral ha giocato 31 partite (con 16 gol segnati) nell’Under 21, conquistando anche l’Europeo di categoria. E in panchina c’era Luis de la Fuente, l’attuale commissario tecnico della Nazionale. Insomma, Mayoral era candidato a essere il grande attaccante spagnolo del futuro. Le cose non sono andate come ci si aspettava, e anche il passaggio alla Roma – una stagione e mezza con Fonseca e Mourinho, 56 gare complessive e 18 gol – era sembrato un potrei ma non riesco. E invece ora le cose vanno molto meglio: «Alla fine, quando hai attraversato situazioni difficili, dai più valore ai momenti belli», ha detto Mayoral in una recente intervistaMarca. Ma questa è la sua frase più significativa: «I giocatori che, come me, sono cresciuti in una squadra molto importante convicono da sempre con aspettative enormi. Non è sempre facile gestirle. Nel mio caso, una volta arrivato nel calcio professionistico mi sono accorto che non era così facile come pensavo». Ecco, forse gli servivano solo i collaboratori, l’ambiente e il tempo giusti per emergere. Pare che il Getafe e l’esperienza gli abbiano dato tutto questo.