La Ligue 1 è passata da 20 a 18 squadre, e la cosa sta funzionando

La riforma sta portando i suoi frutti, anche in Europa.

Una delle importanti discussioni sul calcio contemporaneo, forse la più importante in assoluto, riguarda il numero di partite in calendario. Un numero eccessivo, dicono i giocatori. E non sono solo loro, a pensarla così. D’altra parte, però, va considerato anche l’aspetto economico e televisivo: i campionati a 20 squadre, la Champions a 36 squadre e tutte le altre competizioni, sempre più numerose e sempre più allargate, sono la base per degli enormi contratti di trasmissione in diretta. Insomma, le tante gare in calendario sono causa e conseguenza dei soldi che le tv – e quindi gli sponsor – investono nel calcio. E allora bisogna ragionare e lavorare col bilancino, l’obiettivo deve essere quello di trovare un equilibrio tra business e sport. Dalla Francia, in questo senso, sta arrivando una reference piuttosto rilevante: la Ligue 1, che pochi mesi fa è passata a 18 squadre, sta funzionando meglio rispetto al passato, quando invece era a 20 club. A dirlo sono i numeri, i fatti. I risultati che si stanno determinando in campo.

Ne ha scritto anche il Guardian: nonostante i dubbi di molti commentatori, la riforma della Ligue 1 sta avendo degli effetti positivi. Soprattutto sul rendimento europeo dei club. Basti pensare che quello francese è uno dei due campionati che non ha perso nessuna squadra qualificata alle coppe europee – il PSG è sopravvissuto in Champions, anche se con difficoltà, Lens, Marsiglia e Rennes giocheranno i playoff di Europa League, il Lille è già agli ottavi di Conference. L’altra lega che ha mantenuto tutte le sue squadre nelle competizioni internazionali è la Serie A, che però è a 20 squadre – esattamente come Premier e Liga. Questo dato potrebbe smentire la visione per cui la Ligue 1 sia migliorata dopo il cambio di format, ma ci sono altri indizi significativi: nella Coppa di Francia di quest’anno, a differenza di quanto successo nelle ultime stagioni, non ci sono state grandi sorprese, nel senso che ben 15 squadre di Ligue 1 si sono qualificate ai 16esimi di finale; la classifica del campionato è decisamente più corta e quindi più aperta, le squadre dal secondo all’ottavo posto sono tutte in nove punti, il Rennes decimo ha soltanto otto lunghezze in più rispetto al Clermont ultimo. Certo, in questo modo altre grandi piazze – dopo Bordeaux, Saint-Etienne e Auxerre – rischiano la retrocessione, ma l’assenza della zona-cuscinetto, quel gruppo di squadre di metà classifica troppo lontane dalle prime ma anche dalla lotta per la salvezza, ha reso più divertenti le partite, che hanno tutte un certo peso a livello di punti.

Insomma, gli allenatori di Ligue 1 hanno meno partite da preparare, anche se si tratta di partite mediamente più difficili, e allora possono concentrarsi pure su quelle di coppa. Si può dire che si stia materializzando il vecchio discorso per cui Less Is More: con meno impegni più tempo per allenarsi, sta aumentando la qualità delle singole prestazioni. E, quindi, dello spettacolo offerto ai tifosi. Quelli sugli spalti e anche quelli in tv. Certo, siamo solo all’anno uno di questa rivoluzione. Ma i segnali sembrano davvero incoraggianti, soprattutto in previsione di ciò che succederà nei prossimi anni: la Champions allargata che inizierà tra otto mesi, il primo Mondiale per Club estivo che si terrà tra un anno e mezzo, poi la nuova Coppa del Mondo a 48 Nazionali a partire dal 2026. La Ligue 1 ha fatto la scelta giusta prima di tutti gli altri?