Col suo sinistro, Soulé può fare qualsiasi cosa

La punizione contro il Cagliari è il nostro momento preferito della 21esima giornata.

Quando si tratta di calci di punizione, esiste un dubbio praticamente irrisolvibile, alla stregua di quello sull’uovo e la gallina: qual è la distanza migliore per tirare direttamente verso la porta? È meglio calciare a ridosso dell’area di rigore, ma con la barriera che copre la porta e costringe a disegnare traiettorie trigonometriche, oppure avere qualche metro in più per poter far salire e poi scendere il pallone? Su questo punto, ovviamente, ogni calciatore la pensa a modo suo. Da qualche ora, però, sappiamo per certo che Matias Soulé non fa differenze di sorta. Nel senso: per lui la distanza non è un problema, a Soulé bastano pochissimi metri per far salire e per far scendere la palla, per scavalcare la barriera.

Come facciamo a dirlo con sicurezza? Semplice: abbiamo visto e rivisto e rivisto ancora il gol di Soulé di domenica 21 gennaio 2024. Siamo al minuto 75′ di Frosinone-Cagliari, il risultato è fermo sull’1-1 e c’è una punizione per la squadra di casa. Che ha smesso di fare risultati, di essere una sorpresa, proprio quando il Cagliari, era fine ottobre, era sotto di tre gol e alla fine vinse per 4-3. Che nel return match contro i sardi si è trovata sotto grazie al gol di Sulemana, ma poi ha pareggiato – meritatamente – con Mazzitelli. Insomma, allo stadio “Stirpe” la tensione è decisamente alta. Sul pallone c’è Soulé, che deve battere a 50/60 centimetri dalla linea bianca dell’area di rigore. Forse anche meno. Il numero 18 del Frosinone inarca le spalle, si piega come un motociclista e così fa in modo da avere più angolo per calciare con l’interno sinistro.

Da lì, tutti si aspetterebbero un tiro a giro, morbido, preciso. Ma la traiettoria di Soulé non è liftata. O meglio: la palla gira tanto, ok, ma va anche veloce. Per fare un confronto blasfemo: la conclusione del fantasista del Frosinone non è una carezza dolcissima come quella di Maradona in Napoli-Juventus del 1985, probabilmente la punizione ravvicinata più famosa nella storia del calcio, sicuramente la più famosa nella storia del calcio italiano; è uno schiaffo un po’ più potente e quindi più fulminante, il portiere del Cagliari non ha neanche il tempo di abbozzare l’intervento, gli viene a mancare il terreno sotto ai piedi. Non potrebbe essere altrimenti, e per capire cosa intendiamo basta riguardare il replay immortalato dalla telecamera posta alle spalle della porta: la palla si stacca dal piede di Soulé, si alza e supera la testa di Dossena di una ventina di centimetri, per poi scendere verso il basso un istante prima che tocchi la traversa. Scuffet è fermo, si piega un attimo sulle ginocchia ma in realtà non può neanche tentare il tuffo: la sfera, infatti, fa ciaff nella rete quando è poco spostata a sinistra rispetto al centro virtuale della porta. Soulé non ha inventato una traiettoria angolatissima, non ne ha avuto bisogno. È tutto in questo video:

Uno schiaffo può essere anche pennellato? Certo che può

In questa stagione, soprattutto nella prima parte, Matias Soulé ha fatto in modo che tutti – ma proprio tutti – inciampassero nella sua qualità. Il gol contro il Cagliari è una conferma rispetto al fatto che il suo sinistro è capace di qualsiasi cosa: se finora l’abbiamo se finora Matias l’ha usato per passaggi filtranti e per tiri piazzati, per condurre il pallone in modo ipnotico, per disegnare tocchi e sterzate in grado di confondere gli avversari, ora abbiamo visto Soulé che segna la sua prima punizione in Serie A, ancora e sempre con quel piede lì. E in modo geniale, per altro. Questa capacità di differenziare le giocate è una prerogativa dei grandi calciatori, e Soulé lo sta diventando. Per un talento come lui, la crescita si manifesta proprio in questo modo: quando qualcosa si aggiunge al suo repertorio, quando risolve le partite decisive e cariche di tensione, quando i limiti si spostano un po’ più in là. Nel suo caso, questi limiti sono difficilissimi non solo da vedere, ma anche da immaginare. A dirlo è il fatto che sia già arrivato a nove gol in campionato, che stia trascinando il Frosinone alla prima salvezza in Serie A di tutta la sua storia. Non sono proprio delle cose scontate, per un ragazzo di vent’anni.