Luka Modric sta abdicando

A 39 anni, e col contratto in scadenza, Ancelotti lo sta schierando sempre meno.

Doveva succedere, prima o poi. È successo a Cristiano Ronaldo, è successo a Messi. E ora sta succedendo a Luka Modric, uno dei pochissimi calciatori – lo dice anche l’elenco vincitori del Pallone d’Oro – ad aver avuto una carriera all’altezza dei due fuoriclasse che hanno dominato gli anni Dieci. Se fosse per lui, cioè per Modric, l’obiettivo sarebbe quello di prendersi anche gli anni Venti. Per un po’ ce l’ha fatta, in fondo il centrocampista croato è stato protagonista assoluto della Champions League (vinta) e dei Mondiali (Croazia arrivata fino in semifinale) del 2022. Ma ora le cose stanno cambiando: Modric non è più centrale nel Real Madrid, è stato superato nelle gerarchie da altri centrocampisti, al punto che nelle ultime due partite non è nemmeno entrato dalla panchina. Insomma, si può parlare di abdicazione. Magari non definitiva, ma certamente in corso.

Cominciamo dai numeri, che di solito spiegano le cose molto meglio delle suggestioni. Anche in questo caso è così: nella stagione 2023/24, Modric ha accumulato 1250 minuti di gioco spalmati su 24 presenze, di cui 14 da titolare; può sembrare una cifra soddisfacente, se non fosse che Valverde, Bellingham, Kroos e Tchouaméni abbiano messo insieme un minutaggio più alto rispetto al suo. E poi, come detto, è il trend delle ultime gare a mandare un messaggio chiaro, inequivocabile: dopo aver giocato da titolare in Copa del Rey, contro l’Atlético Madrid, il centrocampista croato ha guardato dalla panchina tutta la gara contro l’Almería e tutta la gara contro il Las Palmas. Alle Canarie, per altro, Ancelotti ha schierato addirittura Dani Ceballos dal primo minuto. Se aggiungiamo che Modric è entrato solo nel secondo tempo nelle due edizioni del Clásico, a fine ottobre in campionato e qualche giorno fa in Supercoppa, il quadro è abbastanza delineato.

Secondo quanto racconta Diário As, un quotidiano abbastanza dentro le cose del Real Madrid, quella di marginalizzare Modric è stata ed è una scelta puramente tecnica di Carlo Ancelotti. Che ovviamente viene stuzzicato continuamente dai giornalisti spagnoli, per esempio dopo la gara contro il Las Palmas gli hanno chiesto perché Modric non vada in campo neanche da sostituto, perché non venga fatto neppure scaldare. «Ho troppo rispetto per Luka», ha risposto Ancelotti. «Se non sono sicuro che entrerà, se ho dei dubbi su di lui, non lo faccio nemmeno alzare dalla panchina. Per il resto sta bene, è a disposizione della squadra per la prossima partita».

L’intera discussione su Modrid assume un significato ancora più consistente se guardiamo alla sua età. E alla sua situazione contrattuale. Il fuoriclasse croato, infatti, festeggerà 39 anni a inizio settembre. E nel frattempo, per la precisione il 30 giugno, il suo contratto con il Real Madrid sarà scaduto. Insomma, la decisione di Ancelotti – quella di puntare di più su altri giocatori – si spiega con la necessità di cominciare a preparare la successione interna, quindi la vera abdicazione di Modric. Quella definitiva. Da qui a fine stagione, però, il Real sarà impegnato su due fronti, nel senso che è in corsa per vincere la Liga (il duello sarà col Girona, incredibile ma vero) e può coltivare la fondata speranza di andare molto avanti in Champions League. E allora un giocatore come Modric potrebbe tornare utile. Anzi: tornerà sicuramente utile. E magari il Real Madrid e l’allenatore potrebbero cambiare idea, potrebbero concedere ancora del tempo a uno dei giocatori-simbolo del club. Non sarebbe così assurdo, in fondo è già successo un anno fa. Secondo le notizie in arrivo dalla Spagna, Modric ha tutta l’intenzione di continuare a giocare. Preferibilmente al Bernabéu. Oppure potrebbero tornare a farsi sotto le squadre saudite, che nell’estate 2023 gli avevano offerto un contratto da 300 milioni per tre stagioni. Nel caso, come dire, il vecchio re potrebbe cadere in piedi.