L’equivalente tedesco della Lega calcio ha annunciato di aver rinunciato al progetto di cedere una parte degli introiti derivanti dalla cessione dei diritti di trasmissione delle partite di Bundesliga a un investitore straniero. Il progetto, come riporta il Guardian, era stato inizialmente approvato nello scorso dicembre, ma aveva immediatamente scatenato le proteste dei tifosi tedeschi. Proteste che nel corso dei mesi si sono fatte sempre più plateali e difficili da gestire: in diverse occasioni gli arbitri sono stati costretti a interrompere le partite e ad aspettare che i tifosi ritirassero le macchinine o gli aerei radiocomandati impiegati per invadere il campo. Una delle proteste più clamorose e plateali l’abbiamo vista nell’ultimo turno del campionato tedesco, durante il quale quattro delle cinque partite giocate sabato sono state interrotte da una “sassaiola” di palline da tennis partita dagli spalti (il secondo tempo della partita tra Darmstadt e Stoccarda è durato settanta minuti invece di quarantacinque, più recupero, proprio a causa delle continue interruzioni).
Nelle intenzioni della DFL (Deutsche Fußball Liga) le cose sarebbero dovute andare più o meno così: la Bundesliga avrebbe dovuto cedere una parte degli introiti dei prossimi vent’anni derivanti dalla vendita dei diritti televisivi e dalle sponsorizzazioni al fondo d’investimento CVC Capital Partners, che in cambio avrebbe pagato in anticipo questa quota di introiti futuri. Nonostante l’iniziale convinzione e insistenza della DFL, la situazione nel corso delle settimane si è fatta ingestibile: i tifosi non hanno accettato nessuna delle spiegazioni fornite dalla Lega, che dal canto suo non poteva continuare ad assistere inerme a partite di campionato interrotte perché delle biciclette venivano incatenate ai pali delle porte. «Vista la situazione attuale, un proficuo avanzamento della trattativa [con CVC Capital Partners, ndr] non è più possibile», ha spiegato il portavoce della DFL, Hans-Joachim Watzke. Nonostante tutti i membri della Lega concordino sulla necessità economica di siglare accordi come questo, ha detto Watzke, in questo momento le altre parti del calcio tedesco – calciatori, allenatori, dirigenti, tifosi – non tutti e non sempre condividono la scelta fatta dai club a dicembre (a Watzke non manca un certo intuito, verrebbe da dire).
Di conseguenza, per il momento in Bundesliga tutto resta così com’è, fino al prossimo tentativo di “riforma” da parte della DFL (che ci sarà, senza dubbio, a detta degli stessi membri della Lega). Certo, viene da chiedersi quale investitore vorrà ancora spendere i suoi soldi per i diritti di trasmissione di partite continuamente interrotte.