Il Chelsea è il primo club inglese a perdere sei finali di coppa consecutive

La Carabao Cup era una delle poche occasioni rimaste ai Blues per salvare una stagione disastrosa: è andata male anche stavolta.

La finale di Carabao Cup era una delle poche occasioni rimaste al Chelsea per salvare una stagione disastrosa. È andata male: alla fine di una partita che sarà ricordata soprattutto per l’infinita lista degli indisponibili causa infortunio, la coppa se l’è portata a casa il Liverpool grazie a un gol di Van Dijk nei tempi supplementari. Tralasciando il sarcasmo che ormai condisce ogni partita del Chelsea – forse non c’è mai stato un club così memato nella storia del calcio memato – c’è un numero che prova ancora una volta che questo è davvero l’anno orribile dei Blues. Il numero è il 6, cioè le finali di coppe nazionali (vale a dire: Carabao Cup e FA Cup) perse consecutivamente dal Chelsea. È un record, nessuna squadra inglese era riuscita a perderne così tante: la Carabao Cup nel 2019, nel 2022 e adesso anche nel 2024, la FA Cup nel 2020, nel 2021 e pure nel 2022.

Nell’intervista post-partita, Pochettino ha spiegato che alla fine l’unica differenza tra il Chelsea e il Liverpool è stato che quest’ultimo ha segnato. In effetti, i Blues non hanno giocato la peggiore partita della loro stagione – c’è da dire che la competizione è notevole, in questo senso. Anzi, le occasioni migliori tra tempi regolamentari e supplementari le ha avute il Chelsea: un gol annullato a Sterling per un fuorigioco a malapena percettibile, il legno colpito da Conor Gallagher e una serie di notevoli parate di Caoimhin Kelleher a pochi minuti dal fischio finale avevano dato l’impressione che il vento soffiasse a favore del Chelsea. «Abbiamo costruito cinque o sei palle gol in questa partita. Non abbiamo segnato, però. In una partita come questa, in una finale, la squadra che segna per prima ha sempre un vantaggio superiore a quello che guadagna in una partita normale. Non abbiamo segnato, questo è stato il problema. E poi abbiamo pure incassato il gol verso il fischio finale, quindi ci è venuto difficile reagire. Le finali sono da vincere, non ha molto senso parlare di come poteva andare e non è andata, tanto non si torna indietro».

Dal canto suo, il prossimo ex allenatore del Liverpool ha detto che questo è il trofeo «più speciale» che gli è riuscito di vincere in tutta la sua carriera. È il decimo trofeo per Klopp da allenatore del Liverpool, forse il primo vinto senza avere a disposizione metà del reparto offensivo (assenti per infortunio erano Mohamed Salah, Diogo Jota e Darwin Nunez), probabilmente il primo vinto schierando cinque giocatori under 20 e con una squadra la cui età media alla fine dei 90 minuti non superava i 22 anni («It’s Klopp’s kids against the billion pound bottle jobs», ha spiegato eloquentemente Gary Neville). Klopp, con i modi che lo hanno reso personaggio, alla fine della partita ci ha tenuto a precisare una cosa: questo trofeo è importante in sé, non perché potrebbe essere l’ultimo della sua vita red. «Della mia eredità non potrebbe fregarmene di meno», ha detto.