Adesso anche le squadre NBA si ispirano al calcio di Guardiola

Joe Mazzulla, capo-allenatore dei Boston Celtics, ha detto che «Pep ha influenzato moltissimo il mio lavoro».
di Redazione Undici
28 Febbraio 2024

Per chi non segue il basket, il nome di Joe Mazzulla sembrerebbe rimandare a personaggio di Martin Scorsese, ai film ambientati nei quartieri meno scicchettosi di New York, quelli in cui c’è grande concentrazione di italo-americani. Gli appassionati di NBA, anche quelli più laici, sanno invece che Joe Mazzulla è un grande nome della lega più glamour al mondo, un allenatore di 35 anni – quindi piuttosto giovane – che sta facendo molto bene alla guida dei Boston Celtics. E che, tra parentesi, ha anche una grande passione per il calcio: tutto nasce dalle origini di Mazzulla, cresciuto in Rhode Island, uno stato in cui il soccer è sempre stato molto amato; in seguito, anche se si è concentrato sul basket ed è diventato coach, Mazzulla ha continuato a interessarsi allo sport che seguiva da ragazzo. Ora che è alla guida di una delle franchigie più importanti della NBA, quindi del mondo, il calcio è diventato qualcosa di più: un mondo da cui trarre ispirazione per il suo lavoro. E Mazzulla ha confessato di avere anche un riferimento a cui guarda costantemente: le idee tattiche di Pep Guardiola.

In un’intervista pubblicata da The Athletic, Mazzulla è stato chiarissimo, direttissimo: «Guardiola ha avuto un’enorme influenza su di me. Lo considero il miglior allenatore di tutti i tempi, in qualsiasi sport». Ma quali sono gli aspetti del guardiolismo che hanno affascinato di più l’allenatore di Boston? Risposta: «Le transizioni, i passaggi da gioco difensivo a gioco offensivo. E viceversa. Ho studiato tantissimo le azioni in ripartenza del Manchester City, e ho cercato di riprodurle anche con i miei giocatori». Secondo Mazzulla, questa sua fascinazione per un certo tipo di calcio nasce dal fatto che «calcio e basket, con le inevitabili differenze, hanno delle cose in comune a livello tattico e di fondamentali. Per vincere le partite, in fondo, un allenatore deve pensare: come si creano dei vantaggi attraverso il posizionamento e il movimento dei giocatori? Come faccio a determinare dei duelli in cui i miei giocatori sono più dotati rispetto ai loro avversari?».Da questo punto di vista, in effetti, il lavoro di Guardiola può essere un buon modello a cui guardare.

Nell’intervista a The Athletic di cui abbiamo già parlato, Mazzulla ha fatto anche altri riferimenti a Guardiola. Per esempio quando ha citato il tiqui-taca del Barcellona, che per lui era e resta «una strategia adottata per governare il ritmo e l’andamento della partita: se la mia squadra ha un sistema che gli permette di riordinarsi, di assecondare gli alti e bassi del gioco senza perdere le distanze, allora può determinare più facilmente il risultato. Da questo punto di vista, le idee di Pep sono state un’ispirazione incredibile, per me: gli allenatori di calcio non hanno il timeout, devono gestire un flusso di gioco continuo. Nel basket è diverso, visto che i coach hanno la possibilità di fermare il gioco, ma è importante aprire gli orizzonti». Proprio per questo, per aprire gli orizzonti, il capo-allenatore dei Boston Celtics ha deciso di visitare il centro sportivo del Manchester City e di incontrare Guardiola. È successo qualche giorno fa, durante la pausa osservata dalla NBA durante l’All-Star Weekend. Dopo il weekend passato in Inghilterra, se possibile, Mazzulla è parso ancora più entusiasta del lavoro di Pep: «Venire qui mi ha mostrato cosa significa essere grandi, nello sport. È stato fantastico esserci, studiarlo da vicino, imparare qualcosa da lui».

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Ha partecipato alle Olimpiadi di Montreal del 1976, dal 2005 è il massimo dirigente della Federazione Italiana Canoa Kayak ed è stato vicepresidente del Coni durante il primo mandato di Malagò.
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