A 100 giorni dagli Europei, la Germania ha un sacco di problemi

Lo scrive il Guardian: non c'è traccia della storica efficienza tedesca, in campo e fuori.

Se volgiamo un attimo lo sguardo verso l’orizzonte, cominciano a delinearsi gli Europei: tra tre settimane si giocheranno i playoff di qualificazione, tra 100 giorni esatti ci sarà invece la partita inaugurale tra Germania e Scozia. Insomma, si può dire: ci siamo. O, quantomeno, siamo in dirittura d’arrivo, sul rettilineo finale verso il torneo continentale. Nel mondo del calcio c’è grande attesa, come succede sempre a ogni anno pari, prima delle grandi manifestazioni per squadre nazionali. E poi c’è da dire che questa edizione rimette un po’ indietro gli orologi, è una sorta di ritorno alla tradizioni: dopo le Coppe del Mondo ambientate in due Paesi controversi come Russia e Qatar, dopo l’esperimento (riuscito? Non riuscito? Boh?) dell’Europeo itinerante, si ritornerà a giocare in un solo stato. Uno stato che, tra l’altro, ha una enorme tradizione calcistica.

A prima vista è tutto in regola, è tutto perfetto. Ebbene, non è proprio così. Anzi, ben prima dell’orizzonte si scorgono diversi problemi. E tutti, anche se sembra incredibile, riguardano la Germania. Lo racconta il Guardian in un articolo piuttosto severo e caustico, scritto da Jonathan Liew. Perché specifichiamo l’autore? Semplice: perché si tratta di un giornalista residente in Germania, che quindi ha una coscienza reale dello stato dell’arte. E poi si tratta anche di un giornalista piuttosto autorevole. Ebbene, secondo la ricostruzione di Liew «la macchina organizzativa degli Europei tedeschi è malata di inefficienza. Mex Schär, funzionario Uefa nonché direttore generale del torneo, ha detto che “se ci rivolgiamo al governo federale per un qualsiasi problema, da Berlino ci indirizzano ai governi federali; se invece ci rivolgiamo ai governi federali, ci dicono che dobbiamo parlare Berlino”.  Insomma, dal punto di vista politico il torneo non ha alcun supporto».

Dal punto di vista puramente calcistico, invece, sembra ci siano grande entusiasmo e grande fiducia nei confronti dell’organizzazione tedesca. In fondo si tratta di un Paese che ha infrastrutture sportive all’avanguardia, sicure, anche belle alla vista. Non a caso, viene da dire, i biglietti richiesti sono tantissimi – 2,3 milioni per la sola finale. Intorno al torneo, però, ci sono tantissime cose che non vanno. Torniamo sul Guardian: «Al di là di alcune tracce poco significative, l’organizzazione del torneo non è ancora entrata nel vivo. Nelle grandi città si comincia a respirare l’atmosfera del grande evento, ok, ma nel frattempo il sistema ferroviario è stato vittima di scioperi, ritardi e soffre una cronica mancanza di investimenti. Si dice che circa 100mila tifosi dei Paesi Bassi abbiano deciso di raggiungere la Germania in bicicletta, visto che non si fidano della rete dei trasporti pubblici».

Le difficoltà politiche vengono acuite anche dal ricordo non proprio antichissimp dei Mondiali 2006. Racconta ancora Liew: «Allora il torneo si svolse in un Paese libero e tollerante, che aveva un’economia in espansione e una scena culturale vivace; i treni erano superveloci, gli stadi erano appena stati costruiti, ovunque si respiravano ottimismo e felicità. La situazione di oggi è molto diversa: la Germania del 2024 è un Paese più arrabbiato, più disunito, meno sicuro del suo posto nel mondo. La guerra in Ucraina ha messo in luce l’eccessiva dipendenza tedesca dall’energia russa a basso costo; la guerra a Gaza ha inasprito profonde divisioni sociali riguardo al sostegno nei confronti di Israele; gli ultimi sondaggi hanno stabilito come l’AfD, un partito di estrema destra, sia diventato il più sostenuto del Paese; di conseguenza, in diverse città sono state organizzate delle manifestazioni antifasciste». Insomma, gli Europei si svolgeranno in un ambiente tutt’altro che sereno.

E poi, come se tutto questo non bastasse, c’è il campo. La Nazionale tedesca, per dirla con termini del tutto realistici, non ha mai vissuto una crisi così profonda, sia a livello di risultati che di identità calcistica. Mai, in tutta la sua storia. La conseguenza di questa situazione, inevitabilmente, è la sfiducia nei confronti del gruppo di Nagelsmann, ct d’emergenza chiamato dopo la fine (traumatica) dell’era Flick. Anche il sorteggio è stato clemente ma non troppo: oltre alla già citata Scozia, nel Gruppo A ci sono due Nazionali non di prima fascia ma difficili da affrontare, vale a dire Ungheria e Svizzera. Normalmente sarebbero avversari semplici per la Germania, se non fosse che la Mannschaft viene da due eliminazioni ai gironi (Russia 2018, Qatar 2022) e da un Europeo (2021) giocato praticamente da outsider. Quindi, ora come ora, è quantomeno difficile pensare a un grande Europeo, a quattro settimane di gioia che possano riscattare l’immagine di un Paese in crisi. Anzi, è proprio impossibile.